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Arruolamento delle donne negli studi clinici randomizzati sui GLP-1 RA: dati da una revisione sistematica

Punti chiave

Domanda: Alla luce della scarsa partecipazione delle donne negli studi clinici cardiometabolici, nonostante le patologie cardiovascolari siano la principale causa di morte fra le donne, quanto queste sono effettivamente rappresentate negli studi sui GLP-1 RA?

Risultati: Una revisione sistematica ha analizzato 98 studi clinici su vari GLP-1 RA in cui la partecipazione femminile è risultata del 40%, confermando una bassa percentuale di donne negli studi clinici su patologia coronarica, insufficienza cardiaca e obesità.

Significato: In presenza di una disparità di genere negli studi clinici cardiometabolici potrebbe essere utile promuovere strategie di inclusione delle donne almeno nelle osservazioni real-world, per garantire equità nella ricerca clinica ed evitare diseguaglianze nella valutazione degli outcome sesso-specifici e migliorare la qualità delle prove scientifiche.


3 dicembre 2024 Gruppo ComunicAzione – A cura di Sara Colarusso

Che cosa si sa già? Le patologie cardiovascolari (CV) sono la principale causa di morte fra le donne. Nonostante ciò, le donne con malattie CV sono storicamente poco rappresentate negli studi clinici randomizzati (RCT, randomized controlled trial) su insufficienza cardiaca (HF, heart failure) e patologie coronariche (CHD, coronary heart disease), anche in tempi recenti e sebbene la loro inclusione sia raccomandata almeno dal 1993.

Ciò rappresenta punto critico, poiché gli effetti dei trattamenti osservati nella maggior parte degli RCT in cui i partecipanti sono principalmente uomini potrebbero non rispecchiare le risposte terapeutiche generate nella pratica clinica su popolazioni più ampie.

Negli ultimi anni lo scenario terapeutico nella gestione del diabete è cambiato grazie all’introduzione di farmaci come gli agonisti recettoriali del GLP-1 (GLP-1 RA), efficaci nel calo ponderale e nella riduzione di eventi CV in pazienti obesi e/o con diabete e in pazienti con malattia renale cronica (MRC) e HF. A tal proposito è noto che la prevalenza dell’obesità, e in particolare delle forme di grado severo, è in aumento nelle donne, soprattutto fra quelle di età >60 anni. Tuttavia, poca attenzione è stata posta alla proporzione di donne arruolate negli RCT sui GLP-1 RA.

Quali sono le nuove evidenze? Un gruppo di ricercatori americani ha condotto una revisione sistematica di RCT su GLP-1 RA allo scopo di valutare l’andamento generale nella rappresentazione delle donne dal 2008 al 2023. Sono stati pertanto selezionati RCT cardiometabolici sui GLP-1 RA basati su campioni di almeno 100 partecipanti, della durata di almeno 12 settimane. L’endpoint primario è stato la prevalenza delle donne negli RCT selezionati, calcolando la proporzione di donne per ogni studio, valutandola nel tempo di pubblicazione dello studio e rispetto all’età media dei partecipanti.

Analisi di sottogruppo sono state condotte per identificare differenze nella prevalenza delle donne rispetto ai diversi GLP-1 RA impiegati, alla presenza o meno di diabete, al tipo di intervento terapeutico indicato e alle concomitanti comorbilità. È stato impiegato il PPR (participation to prevalence ratio) per misurare e confrontare la partecipazione delle donne incluse negli RCT di interesse rispetto alla reale prevalenza delle donne affette dalla patologia o condizione in esame (endpoint secondari).

Sono stati estrapolati 98 RCT per un totale di 186.396 partecipanti, in cui il 39,6% era costituito da donne; osservando una riduzione nel tempo dell’arruolamento delle donne rispetto agli uomini (p = 0,022). Gli studi con maggiore partecipazione femminile risultano quelli condotti su pazienti senza diabete (p <0,01) e obesi (p <0,01). La presenza delle donne non è risultata differente fra i diversi studi clinici valutati per i vari GLP-1 RA, ma risultano generalmente poco rappresentate negli studi su CHD, HF, MRC (p <0,01).

Dalla revisione sistematica condotta si evince quindi che negli RCT su GLP-1 RA il 40% dei partecipanti è rappresentato da donne, con un declino numerico nel tempo. Ben pochi (solo 2) RCT includono analisi di outcome sesso-specifici; bassissima la proporzione di donne incluse negli studi su HF, CHD e obesità; nel complesso le donne sono sottorappresentate negli studi su CHD, considerandone invece la reale prevalenza nella popolazione generale relativamente alle suddette patologie.

Le cause principalmente di ciò risiedono nei fattori di inclusione ed esclusione degli studi, come l’età (escludendo le donne più anziane si incide sul gap relato agli outcome clinici e di mortalità, poiché, ad esempio, l’obesità è maggiore nelle donne con età >60 anni). Altri fattori che potrebbero portare a una più facile esclusione delle donne dagli studi clinici sono la variabilità ormonale, i cicli mestruali, le gravidanze, ma anche fattori socioeconomici come oneri materno-familiari, responsabilità assistenziali, vincoli lavorativi o, infine, barriere culturali e linguistiche in alcune comunità.

Sintesi dei risultati e spunti per la pratica clinica. La disparità nella partecipazione delle donne negli studi clinici rende i risultati degli studi e le evidenze scientifiche poco generalizzabili. È indispensabile individuare strategie per promuovere equità, inclusività, diversità, coinvolgendo più donne e da diversi contesti, comprese le minoranze etniche e le disabilità.

I dati di real-word (che già dimostrano un più marcato impiego dei GLP-1 RA nelle donne rispetto agli uomini) possono offrire un valido contributo in tale contesto e aiutare a colmare la carenza di osservazioni sesso-specifiche.


LEGGI E SCARICA L’ARTICOLO ORIGINALE: JACC Adv 2024 Nov 8;3(12):101386

PubMed


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