Associazione del sotaglifozin (inibitore del cotrasportatore SGLT1 e SGLT2) alla terapia insulinica nel DMT1: una nuova frontiera?
5 ottobre 2015 (Congresso Medico) – La terapia del diabete mellito tipo1 (DMT1) ha avuto una considerevole evoluzione a partire dalla storica pubblicazione del DCCT nel 1993 con l’introduzione di nuove insuline basali e ad azione rapida, più accurati metodi di misurazione della glicemia, disponibilità di microinfusori sempre più piccoli e con tecnologia più avanzata e sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio (CGM). Tuttavia, anche gli approcci terapeutici più moderni sono ancora associati al rischio di ipoglicemie anche severe. Esistono dati circa il rischio di ipoglicemie severe (convulsioni/perdita di coscienza) nell’arco di 12 mesi che arriva fino al 18,6% in adulti con DMT1 >40 anni e risultati di diversi studi longitudinali che hanno individuato l’ipoglicemia come causa di morte in diabetici tipo 1 per una percentuale variabile tra il 45 e il 10%. Proprio per tali rischi, approssimativamente un terzo dei pazienti sono preoccupati dall’ipoglicemia e una percentuale simile di pazienti mantiene intenzionalmente una iperglicemia per avere un margine di sicurezza dall’ipoglicemia. Infine, circa il 30% dei pazienti con diabete tipo1 in USA è obeso, e circa il 50% dei pazienti ha una sindrome metabolica. Tutti questi fattori rappresentano un chiaro bisogno di sviluppare nuove terapie a parte l’insulina, per migliorare il controllo glicemico in questa popolazione senza determinare aumento ponderale e senza aumentare il rischio di ipoglicemia. Gli inibitori selettivi del cotrasportatore sodio-glucosio(SGLT2), il cotrasportatore maggiormente responsabile del riassorbimento renale del glucosio, sono stati approvati per il trattamento del diabete mellito tipo 2, e attualmente sono in fase di studio nel DMT1. SGLT1 è il primo trasportatore per l’assorbimento di glucosio e galattosio nell’intestino. Il sotaglifozin è un nuovo antidiabetico orale che blocca sia il recettore SGLT1, riducendo l’assorbimento intestinale di glucosio, sia il SGLT2, che blocca invece il riassorbimento renale. Il blocco del cotrasportatore SGLT1 determina però effetti avversi gastrointestinali, in particolare diarrea. Tuttavi,a riduce i livelli di glucosio circolante e aumenta il rilascio di GLP-1, che a sua volta aumenta la produzione di insulina, riduce quella di glucagone e agisce a livello del centro della fame/sazietà riducendo l’appetito e determinando dimagramento.
In uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Diabetes Care, A. Sands e coll. hanno voluto verificare in pazienti con DMT1 se sotaglifozin, associato a terapia insulinica, fosse in grado di migliorare il compenso glicemico senza determinare aumento di peso. Si tratta di uno studio doppio cieco randomizzato, controllato versus placebo. Sono stati randomizzati 33 pazienti con DMT1 in terapia insulinica multiniettiva (MDI) o con microinfusore (CSII). Diciassette pazienti assumevano placebo e 16 hanno assunto 400 mg/dl di sotaglifozin 15 minuti prima di colazione per 29 giorni. L’outcome primario era valutare gli effetti del trattamento in esame sul cambiamento della dose di insulina rispetto al dosaggio iniziale durante il periodo dello studio.
La riduzione del dosaggio di insulina in bolo è stato del 32% nel gruppo sotaglifozin vs. 6,4% del gruppo placebo (p=0.007). L’uso dell’insulina basale è stato invece sovrapponibile nei due gruppi. La glicemia media misurata attraverso il sistema di monitoraggio in continuo del glucosio è stata 148,8 mg/dl nel gruppo sotagliflozin vs. 170,3 mg/dl nel gruppo placebo (p = 0,010) e in più è stato maggiore, nel gruppo sotaglifozin, anche il periodo trascorso nel target glicemico definito fra 70 e 180 mg/dl (68,2 vs. 54% con p = 0,003). L’HbA1c si è ridotta di 0,55% nel gruppo sotaglifozin rispetto allo 0,06% del placebo, con una percentuale di ipoglicemie sovrapponibili nei due gruppi. La riduzione ponderale è stata di 1,7 kg con sotaglifozin vs. 0,5 kg nel gruppo placebo e gli eventi avversi minori sono stati praticamente sovrapponibili nei due gruppi.
In conclusione, i risultati di questo studio suggeriscono che sotaglifozin può migliorare il controllo e il profilo glicemico nel DMT1 consentendo la riduzione della dose di insulina e il calo ponderale, senza esporre i pazienti a un maggior rischio di ipoglicemia.
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