AWARD-PEDS trial: utilizzo di dulaglutide nei giovani con diabete tipo 2
Punti chiave
Domanda: L’incidenza del diabete tipo 2 nei giovani è in progressivo aumento, ma con una disponibilità limitata di opzioni terapeutiche rispetto all’adulto. Il trattamento con GLP1-RA, attraverso i molteplici effetti fisiopatologici che inducono un miglioramento del compenso metabolico, potrebbe colmare il divario terapeutico, rispetto all’adulto, in questa età vulnerabile?
Risultati: È stato condotto un trial randomizzato di superiorità in doppio cieco per valutare l’efficacia e sicurezza di dulaglutide in confronto al placebo in soggetti giovani con diabete tipo 2. In totale, sono stati inclusi 154 partecipanti (età: 10-18 anni; BMI >85° percentile), in terapia solo nutrizionale o associata a metformina, con o senza insulina basale, randomizzati a ricevere iniezioni settimanali sottocutanee di placebo oppure dulaglutide alla dose di 0,75 o 1,5 mg. Dopo 26 settimane, l’HbA1c media è aumentata nel gruppo placebo e si è ridotta in modo significativo nei gruppi dulaglutide. Al termine del trial, i gruppi con dulaglutide hanno raggiunto, significativamente in una percentuale maggiore, un valore di HbA1c <7,0%. La glicemia a digiuno è aumentata nel braccio placebo e si è ridotta in modo significativo nei gruppi dulaglutide, nessuna variazione del BMI tra i gruppi al follow-up.
Significato: Nei giovani con diabete tipo 2, non adeguatamente controllato con o senza metformina o insulina basale, l’aggiunta di dulaglutide una volta a settimana ai dosaggi di 0,75 o 1,5 mg dopo 26 settimane è risultata superiore al placebo nel miglioramento del controllo glicemico, pur con nessuna variazione del BMI.
A cura di Gabriella Garrapa
13 giugno 2022 (Gruppo ComunicAzione) – Il diabete tipo 2 (DT2) nei giovani ha un’incidenza in costante aumento ed è un disordine rapidamente progressivo, con un alto rischio di sviluppare complicanze proprio a causa dell’insorgenza precoce. Sebbene i difetti fisiopatologici siano gli stessi del DT2 dell’adulto, la severità dell’insulino-resistenza e della disfunzione β-cellulare sono maggiori nei giovani, con una disponibilità limitata di opzioni terapeutiche rispetto all’adulto. Il trattamento con GLP1-RA, attraverso le molteplici azioni fisiopatologiche che inducono un miglioramento del compenso metabolico, potrebbe colmare il divario terapeutico in questa vulnerabile classe di età.
Sul New England Journal of Medicine è stato recentemente pubblicato un trial di superiorità – l’AWARD-PEDS – randomizzato di fase 3 in doppio cieco vs placebo, della durata di 26 settimane, per valutare l’efficacia e la sicurezza di dulaglutide (alla dose di 0,75 o 1,5 mg) in soggetti giovani con DT2, in terapia con o senza metformina o insulina basale. Le 26 settimane in doppio cieco sono state seguite da una estensione di ulteriori 26 settimane in “aperto”: i partecipanti assegnati al placebo hanno iniziato dulaglutide alla dose di 0,75 mg/settimana e chi era già nel braccio dulaglutide ha proseguito con la stessa terapia.
Il trial è stato condotto in 46 centri di nove nazioni, dal dicembre 2016 al dicembre 2020: su 227 soggetti eleggibili sono stati inclusi 154 partecipanti (età: 10-18 anni; BMI >85° percentile per età e sesso, con un peso di almeno 50 kg e un’HbA1c compresa tra il 6,5 e l’11,0%) in sola terapia nutrizionale o associata a metformina, con o senza insulina basale, in rapporto 1:1:1, randomizzati a ricevere iniezioni settimanali sottocutanee di placebo oppure dulaglutide alla dose di 0,75 o 1,5 mg.
I criteri di esclusione sono stati: diagnosi di DT1 o positività degli anticorpi antinsulina o degli anticorpi antidecarbossilasi dell’acido glutammico, anamnesi di pancreatiti, livello di calcitonina di almeno 20 pg/ml e una storia personale o familiare di neoplasie endocrine multiple (MEN 2A o 2B), iperplasia cellule C-tiroidee, iperplasia o carcinoma midollare tiroideo.
Dopo 26 settimane, l’HbA1c media è aumentata nel gruppo placebo (+0,6%) e si è ridotta in modo significativo nei due gruppi con dulaglutide (-0,6% nel 0,75 mg e -0,9% nel 1,5 mg, p <0,001 vs placebo). Al termine del trial, i gruppi con dulaglutide hanno raggiunto, in una percentuale maggiore, un valore di HbA1c<7,0% (51 vs 14%, p <0,001). La glicemia a digiuno è aumentata nel braccio placebo (17,1 mg/dl) e si è ridotta nei gruppi con dulaglutide (-18,9 mg/dl, p <0,001); al follow-up non è stata registrata alcuna variazione del BMI tra i gruppi.
L’incidenza di effetti avversi gastrointestinali è risultata maggiore nei gruppi con dulaglutide rispetto al placebo, con un profilo di sicurezza analogo a quello già osservato negli adulti. Alla 52ma settimana di trattamento, il 50% dei partecipanti che erano passati dal placebo a 0,75 mg di dulaglutide e il 60% nel gruppo con dulaglutide già dalla randomizzazione, avevano livelli di HbA1c <7,0%. Anche alla 52ma settimana di osservazione non si è assistito a nessuna variazione rilevante del BMI rispetto al baseline. Le ragioni alla base della mancata variazione del BMI in età pediatrica, al contrario di quello che si riscontra negli adulti, non sono ancora state definitivamente chiarite, ma si è ipotizzato che la crescita rapida in età adolescenziale potrebbe essere un fattore confondente nella valutazione del dato.
I dati del trial suggeriscono che dulaglutide, quando verrà formalmente approvata per l’uso nei giovani con DT2, potrebbe offrire vantaggi non solo sul versante del compenso metabolico ma, anche in virtù delle caratteristiche del device, avere una grande rilevanza per il trattamento a lungo termine, in termini di aderenza e persistenza, anche in questa fascia di popolazione.
N Engl J Med 2022 Jun 4. Online ahead of print
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