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CANVAS: analisi degli outcome in relazione alla funzione renale basale

A cura di Francesco Romeo

9 luglio 2018 (Gruppo ComunicAzione) – L’eccesso di mortalità e morbilità nei pazienti con diabete tipo 2 (DT2) è determinato principalmente da malattie cardiovascolari e renali (1). Gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2-i) sono una classe di farmaci che promuovono l’escrezione del glucosio attraverso l’urina, la natriuresi e la normalizzazione dell’emodinamica glomerulare. Tali caratteristiche determinano un miglioramento del controllo glicemico, della pressione arteriosa, del peso corporeo e della proteinuria in pazienti con DT2. Inoltre, gli SGLT2-i hanno dimostrato una riduzione degli eventi cardiovascolari e un miglioramento della funzionalità renale in grandi trials focalizzati su outcome cardiovascolari (2-3).

I ricercatori di questo studio recentemente pubblicato su Circulation (4) hanno voluto constatare se i benefici di canagliflozin, ottenuti nel programma CANVAS (CAnagliflozin cardioVascular Assessment Study), sono confermati anche nella popolazione dello studio affetta da insufficienza renale cronica (IRC), includenti quelli con un tasso di filtrazione glomerulare (glomerular filtration rate, GFR) compreso fra 30 e 45 ml/min/1,73 min cui l’uso del farmaco attualmente non è ammesso.

Il programma CANVAS comprendeva due studi multicentrici in doppio cieco, CANVAS e CANVAS-R, in cui sono stati randomizzati 10.142 pazienti con DT2 e GFR superiore a 30 ml/min in terapia con placebo o canagliflozin.

L’endpoint primario era composito: morte cardiovascolare, infarto non fatale o ictus non fatale. L’endpoint secondario comprendeva anche ospedalizzazione per scompenso cardiaco.Il principale outcome renale era composito e comprendeva: dialisi, morte per cause renali, raddoppio dei valori sierici di creatinina e riduzione del GFR del 40%.

Questa analisi post hocdescrive gli outcome in pazienti con e senza IRC, definita come GFR >60 e <60 ml/min, e secondo la funzionalità renale al basale (GFR <45, tra 45-60 e 60-90 e >90 ml/min).

Al basale, 2039 pazienti (20,1%) avevano un GFR <60 ml/min e il 71,6% presentava una storia di malattia cardiovascolare.Gli effetti di canagliflozin sull’endpoint primario sono risultati simili nella popolazione con IRC (HR 0,70, IC 95% 0,55-0,90) e in quella con funzionalità renale conservata (HR 0,92, IC 95% 0.79-1,07; p eterogeneità = 0,08).

Gli effetti sulla maggior parte degli outcome cardiovascolari e renali sono risultati simili nei vari sottogruppi per GFR, con possibile eterogeneità suggerita solo per ictus fatale/non fatale (p eterogeneità = 0,01), così come sovrapponibili sono stati i risultati per tutti i dati di sicurezza.

Gli effetti di canagliflozin sugli outcome cardiovascolari e renali non sono modificati dai livelli basali di funzionalità renale in pazienti con DT2 e con quadro clinico di alto rischio cardiovascolare e rimangono invariati fino a un GFR di 30 ml/min. Secondo gli autori di questo studio sarebbe pertanto opportuno rivalutare le limitazioni correnti sull’uso di canagliflozin nell’IRC, in quanto ciò potrebbe consentire a un maggior numero di pazienti di beneficiare degli effetti di tale farmaco.


1. Lancet 2010;375:2215-22

2. N Engl J Med 2017;377:644-57 

3. N Engl J Med 2015;373:2117-28 

4. Circulation. 2018;CIRCULATIONAHA.118.035901 

PubMed


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