Skip to content

Concentrazione di glucosio nel sangue e rischio di cancro del pancreas: risultati di una review sistematica e meta-analisi dose-risposta

6 marzo 2015 (Congresso Medico) – L’adenocarcinoma del pancreas è il tumore più letale, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni inferiore al 5%. L’incidenza e la mortalità associata al cancro del pancreas sono in aumento; è la quinta causa principale di decesso per neoplasie nel Regno Unito e la quarta negli Stati Uniti. Si stima che a livello mondiale ci siano circa 227.000 decessi/anno. Dato che circa l’85% dei tumori sono già inoperabili al momento della diagnosi, è assolutamente necessaria la prevenzione attraverso le modifiche dei suoi fattori di rischio. I dati epidemiologici indicano il diabete di tipo 2 (DM2) come un fattore di rischio per il cancro del pancreas; il meccanismo alla base di questa associazione sembra essere correlato all’iperinsulinemia e all’iperglicemia croniche. Evidenze sperimentali suggeriscono che l’insulina promuove la proliferazione e riduce l’apoptosi delle cellule tumorali del pancreas, sia direttamente che indirettamente, attraverso una maggiore biodisponibilità di insulin-like growth factor 1. Anche l’iperglicemia può aumentare la proliferazione cellulare e la capacità invasiva delle cellule tumorali pancreatiche. L’iperinsulinemia e l’iperglicemia però, non sono presenti solo nel DM2 ma anche nella fase di pre-diabete (glicemia a digiuno 100-125 mg/dl, post-carico di glucosio 140-199 mg/dl o emoglobina A1C 5,7-6,4%). Tali osservazioni suggeriscono, quindi, che anche il prediabete potrebbe aumentare il rischio di cancro del pancreas, di conseguenza, tale alterazione del metabolismo glicemico può avere una importante implicazione nella prevenzione. Infatti, il prediabete colpisce circa il 7,8% della popolazione adulta mondiale (344 milioni), e sicuramente i cambiamenti nello stile di vita (calo ponderale, modificazioni della dieta e attività fisica) potrebbero migliorare e anche invertire questa tendenza. Precedenti studi epidemiologici che hanno esaminato l’associazione tra glicemia e tumore del pancreas, tuttavia, non hanno prodotto risultati consistenti e peraltro avevano una modesta potenza statistica. Inoltre, nessuno studio ha valutato se vi sia una concentrazione soglia di glucosio nel sangue che aumenta il rischio. Per superare questi problemi, il Dott. Wei-Chih Liao e coll. (Taiwan) hanno condotto una metanalisi dose-risposta di più studi per valutare sia le relazioni lineari sia non lineari tra le concentrazioni di glucosio nel sangue e il rischio di cancro al pancreas; i risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista BMJ (1).

Due revisori hanno estratto in modo indipendente le informazioni utili; la qualità degli studi è stata valutata con la Newcastle-Ottawa scale. Sono stati inclusi nell’analisi nove studi per un totale di 2.408 pazienti con carcinoma pancreatico. E’ stata rilevata una forte associazione lineare dose-risposta tra la concentrazione di glucosio nel sangue a digiuno e il tasso di neoplasia del pancreas in tutte le diverse fasi di prediabete e DM2. Non vi era invece alcuna associazione non lineare. Il rate ratio per cancro del pancreas per un aumento di 10mg/dl della glicemia a digiuno era 1,14 (IC 95% 1,06-1,22; p <0,001), senza una significativa eterogeneità. Anche escludendo valori di glicemia nel range di diabete si ottenevano risultati simili (rate ratio per un aumento di 10mg/dl della glicemia a digiuno era 1,15, IC 95% 1,05-1,27; p =0,003), dato che ha rafforzato l’ipotesi di associazione tra prediabete e cancro al pancreas.

In conclusione, lo studio suggerisce che ogni aumento di 10mg/dl della glicemia a digiuno sia associato a un aumento del 14% del tasso di tumore del pancreas. La diagnosi precoce di prediabete associata a modifiche dello stile di vita potrebbe rappresentare una strategia valida per frenare la crescente incidenza di tale patologia neoplastica.

 

1) BMJ 2015 Jan 2;349:g7371

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.