Confronto fra tripla terapia di combinazione e terapia tradizionale addizionale graduale nei pazienti con diabete tipo 2 di nuova insorgenza: follow-up a 3 anni dello studio EDICT
Punti chiave
Domanda: La tripla terapia di combinazione rispetto alla tradizionale terapia addizionale è preferibile in termini di durability e HbA1c nei pazienti con diabete tipo 2 di nuova insorgenza?
Risultati: In questo studio randomizzato controllato (n = 318), la tripla terapia (metformina, pioglitazone ed exenatide) nel diabete tipo 2 di nuova diagnosi è stata associata a una diminuzione maggiore dello 0,50% (IC 95% 0,39-0,61; p <0,0001) dell’HbA1c a 3 anni rispetto alla terapia convenzionale (metformina seguita da glipizide e insulina).
Significato: Questo studio suggerisce che la triplice terapia con agenti che migliorano la sensibilità all’insulina e la funzione delle beta-cellule nei pazienti con diabete tipo 2 di nuova insorgenza produce una riduzione dell’HbA1cmaggiore e più duratura rispetto agli agenti che abbassano i livelli di glucosio senza correggere i difetti metabolici sottostanti.
A cura di Francesco Romeo
21 dicembre 2020 (Gruppo ComunicAzione) – Le linee-guida internazionali per la cura del diabete mellito tipo 2 (DT2) per anni hanno consigliato di iniziare la terapia con metformina e di aggiungere poi progressivamente gli altri farmaci dopo fallimento del precedente senza considerare la fisiopatologia della malattia. In questo studio, recentemente pubblicato su Diabetes Care, gli autori hanno voluto confrontare l’efficacia a lungo termine dell’inizio della terapia con metformina/pioglitazone/exenatide cioè farmaci agenti su insulino-resistenza e protezione della beta-cellula in pazienti con DT2 di nuova insorgenza rispetto all’aggiunta progressiva di metformina seguita da farmaci ipoglicemizzanti che riducono la glicemia stressando la beta-cellula o sostituendone la funzione come glipizide e insulina.
Si tratta di uno studio randomizzato controllato monocentro in cui i pazienti con DT2 di nuova insorgenza naïve al farmaco (n = 318) sono stati assegnati a ricevere per 3 anni una terapia di combinazione con metformina, pioglitazone ed exenatide (tripla terapia) o in alternativa aggiunta sequenziale di metformina seguita da glipizide e insulina (terapia convenzionale) per mantenere l’HbA1c <6,5% (48 mmol/mol). La sensibilità all’insulina e la funzione delle beta-cellule sono state misurate al basale e a 3 anni con test da carico di glucosio (dosaggio C-peptide e indice di Matsuda). L’outcome primario era la differenza dell’HbA1c fra i gruppi a 3 anni.
I valori basali di HbA1c erano 9,0 ± 0,2% e 8,9 ± 0,2% rispettivamente nei gruppi terapia tripla e terapia convenzionale. La diminuzione dell’HbA1c risultante dalla terapia tripla è stata maggiore a 6 mesi rispetto a quella prodotta dalla terapia convenzionale (0,30% [IC 95% 0,21-0,39]; p = 0,001) e la riduzione dell’HbA1c è stata mantenuta a 3 anni nei pazienti che ricevevano la terapia tripla rispetto alla terapia convenzionale (6,4 ± 0,1% e 6,9 ± 0,1%, rispettivamente), nonostante l’intensificazione della terapia antiperglicemica in quest’ultima. Pertanto, la differenza di HbA1c tra i due gruppi di trattamento a 3 anni era dello 0,50% (IC 95% 0,39-0,61; p <0,0001). La tripla terapia ha prodotto un aumento di tre volte nella sensibilità all’insulina e di 30 volte nella funzione delle beta-cellule. Nella terapia convenzionale, la sensibilità all’insulina non è cambiata e la funzione delle beta-cellule è aumentata solo del 34% (entrambi p <0,0001 rispetto alla terapia tripla).
In questo studio la tripla terapia con agenti che migliorano la sensibilità all’insulina e la funzione delle beta-cellule nei pazienti con DT2 di nuova insorgenza produce una riduzione dell’HbA1c maggiore e più duratura rispetto agli agenti che abbassano i livelli di glucosio senza correggere i difetti metabolici sottostanti.
Diabetes Care 2020 Nov; dc200978
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