Dolcificanti artificiali? Poco salutari per cuore e vasi
A cura di Gabriella Garrapa
31 ottobre 2022 – Fari puntanti sui dolcificanti artificiali (edulcoranti) per il rischio cardiovascolare correlato al loro consumo. L’assunzione di dolcificanti artificiali, da tutte le fonti alimentari, si associa a un aumento del rischio complessivo di malattie cardiovascolari e cerebrovascolari: il monito giunge da uno studio pubblicato sul British Medical Journal.
I ricercatori hanno studiato 103.388 adulti francesi, età media 42 anni, circa 80% donne, utilizzando i dati di indagine via web lanciata in Francia nel 2009 per indagare la relazione tra alimentazione e salute. Il 37,1% degli intervistati aveva affermato di consumare dolcificanti artificiali, con un consumo medio fra tutti i partecipanti di 15,76 mg/die e di 42,46 mg/die nei consumatori di dolcificanti, pari a circa una bustina da tavola o 100 ml di bevanda gassata “sugar free”. I dolcificanti valutati sono stati principalmente aspartame (58% dei casi), acesulfame potassico (29%), sucralosio (10%) e il rimanente 3% era costituito da vari dolcificanti, fra cui ciclammati e saccarina; poco più della metà dell’assunzione di dolcificanti artificiali nello studio proveniva dalle bevande, mentre il resto derivava da dolcificanti e alimenti.
Il consumo di dolcificanti artificiali è stato valutato sulla base di questionari sulle abitudini alimentari raccolti ogni 24 ore, convalidati da interviste con un dietista qualificato e tramite i biomarcatori del sangue e delle urine, includendo tutte le fonti alimentari possibili: le bevande, i dolcificanti da tavola, gli alimenti. I consumatori sono stati suddivisi in due macrocategorie: a consumo più alto (77,62 mg/die) e più basso (7,46 mg/die). I componenti del gruppo a consumo alto tendevano a essere più giovani, presentavano un indice di massa corporea più elevato, erano più fumatori, più sedentari e più propensi a seguire diete dimagranti.
Durante un periodo medio di follow-up di 9 anni, sono stati registrati 1502 eventi cardiovascolari (età media all’evento di 62,7 anni) e l’assunzione di dolcificanti artificiali è risultata associata a una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari, con un aumento del 9%, tra cui infarto del miocardio, sindrome coronarica acuta, angioplastica, angina, ictus o attacco ischemico transitorio. Maggiore è risultato il rischio di eventi cerebrovascolari, con un incremento del 18%: l’aumento del rischio era associato in particolare all’assunzione di aspartame, mentre l’acesulfame potassico e il sucralosio erano correlati a un aumento del rischio di malattia coronarica.
Gli autori concludono che i dati dello studio suggeriscono una potenziale associazione diretta fra un alto consumo di dolcificanti e malattia cardiovascolare; pertanto, gli edulcoranti non sembrano essere una alternativa salutare e sicura allo zucchero e, pur non essendoci prove sufficienti per definire una quantità di dolcificante artificiale sicuramente dannosa, esiste comunque un’associazione dose-effetto, dato che il rischio di eventi cardiovascolari cresceva con un consumo maggiore. Gli stessi ricercatori riconoscono che la natura osservazionale dello studio non permette di avere la prova di una causa diretta tra il consumo di dolcificanti e il maggior rischio di malattie cardiovascolari, e che saranno necessari studi prospettici, insieme alla ricerca sperimentale, per verificare l’esistenza della relazione dannosa. Se la relazione pericolosa tra dolcificanti artificiali ed eventi cardiovascolari dovesse essere confermata, l’utilizzo di edulcoranti potrebbe diventare un fattore di rischio modificabile per la prevenzione cardiovascolare.
Artificial sweeteners and risk of cardiovascular diseases: results from the prospective NutriNet-Santé cohort
BMJ 2022; 378. Published 07 September 2022