Allarme! Il diabete tipo 2 a esordio giovanile è in aumento
A cura di Giuseppe Frazzetto
24 giugno 2024 (Gruppo ComunicAzione) – Il messaggio è chiaro: è in corso una crisi sanitaria metabolica che comporta conseguenze disastrose non solo per le generazioni attuali, ma anche per quelle future. Una crisi che rappresenta un ostacolo ai progressi raggiunti dalla medicina moderna e mina gli sforzi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile per la salute. È ormai indiscutibile, infatti, che il diabete tipo 2, una condizione che in passato riguardava soprattutto gli adulti di mezza età e gli anziani, stia diventando sempre più diffuso nelle popolazioni giovanili.
Uno studio di Diabetes UK (un’associazione britannica di persone con diabete), pubblicato nel maggio 2024, ha mostrato un aumento di quasi il 40% in 5 anni del numero di persone con diagnosi di diabete tipo 2 nel Regno Unito, nella fascia di età inferiore ai 40 anni (tra il 2016-17 e il 2022-23). A livello globale, secondo i dati della decima edizione del Diabetes Atlas, la diffusione del diabete tipo 2 fra le persone di età compresa tra 20 e 39 anni è aumentata dal 2,9% (63 milioni di persone) nel 2013 al 3,8% (260 milioni) nel 2021.
Inoltre, il diabete tipo 2 a esordio giovanile è associato a una maggiore resistenza all’insulina, a un declino più rapido della funzione delle cellule β e a complicanze più precoci e più gravi, che portano a un aumento del rischio di invalidità e di morte, rispetto al diabete tipo 2 che si manifesta più tardivamente.
Infine, un articolo pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology avvisa che, negli Stati Uniti, all’età di 50 anni, gli individui con diabete tipo 2 diagnosticato all’età di 30 anni muoiono, in media, 14 anni prima rispetto a quelli senza diabete. Al contrario, quando il diabete tipo 2 si presenta dopo i 70 anni si perdono in media meno di 2 anni di vita.
Questa situazione diventa ancor più preoccupante a causa della crescente diffusione dell’obesità, più che raddoppiata negli ultimi tre decenni in molte parti del mondo e in particolare in Occidente. Sovrappeso e obesità nelle persone di età inferiore ai 40 anni sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo di diabete tipo 2 ed esiste una relazione inversa tra indice di massa corporea (BMI) ed età di comparsa (cioè maggiore il BMI, minore e quindi più precoce l’età di insorgenza).
E quindi che fare? C’è un urgente bisogno di riparare un sistema alimentare evidentemente “rotto” che fa eccessivo affidamento sul consumo di alimenti ultraprocessati, più saporiti ma ricchi di zuccheri, sale e grassi. Ridurre il consumo di questi alimenti e invertire la tendenza crescente dell’obesità è essenziale per prevenire e ridurre il diabete tipo 2, soprattutto fra le popolazioni più giovani.
Come sottolineato dal prospetto di Diabetes UK e da The Lancet, le industrie alimentari sono parte in causa, in quanto non considerano la salute come una loro responsabilità. Infatti, spesso continuano a promuovere l’innovazione e a massimizzare i guadagni a scapito della salute pubblica e del rispetto dell’ambiente. Dovrebbero invece adottare misure correttive per garantire un equilibrio tra redditività e promozione della salute.
La ricerca sulla salute pubblica, come quella presentata nel nuovo rapporto di Diabetes UK, può stimolare cambiamenti verso una salute migliore. Tuttavia, mobilitare questa conoscenza nella politica e nella pratica è complesso e richiede molta forza di volontà e responsabilità. Non farlo, però, faciliterà l’affermarsi di un sistema alimentare disfunzionale con conseguenze devastanti sulla salute pubblica.
Bibliografia di riferimento
Alarming rise in young-onset type 2 diabetes. Lancet Diabetes Endocrinol 2024 Jun 5. Online ahead of print
Diabetes UK Report. Reverse the Trend. 2024