Più sono lunghi i periodi di sedentarietà durante la giornata e più aumenta il rischio di morte. Ma per controbilanciare tale rischio sembra sufficiente fare un po’ di movimento ogni 30 minuti: sono queste le conclusioni di una ricerca i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Annals of Internal Medicine.

Nello studio condotto da Keith M. Diaz (Columbia University Medical Center and Weill Cornell Medical Center, New York; USA) e coll. quasi 8000 persone con età ≥45 anni sono state monitorate con degli speciali orologi in grado di misurare il loro movimento durante tutta la giornata e sono state divise in vari gruppi in base al loro livello di sedentarietà. In particolare, sono stati valutati il tempo totale in cui stavano ferme e ogni quanto tempo la sedentarietà era interrotta da movimento, anche breve. A distanza di 4 anni gli studiosi hanno osservato che il numero di persone morte era maggiore non solo nel gruppo di coloro che stavano fermi per più tempo durante il giorno, ma anche nel gruppo che non interrompeva la sedentarietà di frequente. Analizzando tutti i dati, gli studiosi suggeriscono che interrompere la sedentarietà almeno ogni 30 minuti potrebbe controbilanciare l’effetto negativo derivante dal poco movimento.

Secondo gli autori l’attività fisica regolare rimane quindi un caposaldo fondamentale per una buona salute; tuttavia, quando non si riesce a praticare per vari motivi (lavoro, famiglia, problemi fisici, ecc.), è importante evitare lunghi periodi di sedentarietà e alzarsi almeno ogni 30 minuti.

Patterns of Sedentary Behavior and Mortality in U.S. Middle-Aged and Older Adults: A National Cohort Study
Ann Intern Med 2017;167(7):465-75