Come informare il consumatore
Lo scorso aprile il Parlamento europeo ha scelto di non rendere obbligatoria la definizione di profili nutrizionali sulle confezioni degli alimenti (ad esempio con un sistema ‘a semaforo’ che riporta sull’etichetta un segnale rosso per i cibi potenzialmente pericolosi, verde per quelli sani e giallo per quelli intermedi). Molti, anche fra i medici, hanno protestato contro questa decisione che ridurrebbe l’informazione al consumatore e renderebbe la vita più difficile a chi cerca di produrre cibi più sani.
Un commento apparso su Lancet Endoicrinology riporta una posizione intermedia: gli attuali requisiti di informazione (le etichette devono riportare la composizione di grassi, proteine e zuccheri per 100 grammi di prodotto) sono considerati accettabili e non ci sono molte prove sull’efficacia di sistemi come il ‘semaforo’.
L’inglese Royal society for public health propone di indicare sulle etichette quanti minuti di esercizio fisico sarebbero necessari per bruciare le calorie presenti in una porzione. In questo modo si lancerebbe un segnale costruttivo che incoraggia a fare qualcosa invece di disincentivare un acquisto. Lancet è però preoccupata che questa proposta possa togliere urgenza a idee che ritiene più efficaci, come la tassazione degli alimenti meno sani o la proibizione della loro pubblicità, perlomeno su media seguiti dai bambini.
Nutrient labelling: legislating against too much information?
The Lancet Diabetes and Endocrinology – Published Online:11 May 2016