Skip to content

Diabete No Grazie

Farmaci metabolici: non solo diabete, pensiamo anche alla salute del fegato

Uno studio clinico ancora in corso sta valutando l’efficacia della semaglutide (2,4 mg settimanali per via sottocutanea) in pazienti con MASH e fibrosi epatica, mostrando una riduzione di entrambe le condizioni, accompagnata da una significativa perdita di peso corporeo. Se i risultati verranno confermati, il farmaco potrà rappresentare una nuova opzione terapeutica per questa malattia del fegato, spesso associata a obesità e diabete tipo 2.

A cura di Francesco Fasulo

7 maggio 2025 – La MASH – ovvero la steatoepatite associata a disfunzione metabolica – è una malattia del fegato complessa, caratterizzata da infiammazione cronica e danni strutturali che possono compromettere, nel tempo, la corretta funzione di questo organo, spesso silenzioso ma fondamentale per il nostro organismo.

La patologia si sviluppa a seguito di un’alterazione del metabolismo, tipicamente in presenza di obesità, diabete tipo 2, ipertensione arteriosa e dislipidemia, anche in persone che non consumano quantità significative di alcol (storicamente considerato un “nemico” del fegato).

La MASH evolve da una condizione iniziale denominata MASLD (malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica), definita dalla presenza di accumulo di grasso nel fegato associato ad almeno uno dei fattori di rischio metabolici citati. Quando, oltre al grasso, si osservano infiammazione e danno alle cellule epatiche (epatociti), si può parlare di MASH. Nei casi più gravi, tale processo può portare a cicatrizzazione (fibrosi) dell’intero organo, fino alla compromissione irreversibile della sua funzione.

Quali sono le prospettive di cura?
Uno studio clinico in corso, condotto su 1197 pazienti con MASH confermata da biopsia epatica, sta valutando l’efficacia di semaglutide, somministrata per via sottocutanea alla dose di 2,4 mg settimanali, nel favorire la risoluzione della steatoepatite e/o la riduzione della fibrosi epatica.

I primi risultati sono promettenti: la terapia sembra ridurre l’infiammazione e rallentare la progressione verso la fibrosi e le forme più gravi di malattia, migliorando la funzione epatica e proteggendo una quota significativa dei partecipanti dalle complicanze a lungo termine.

Tali benefici si accompagnano a una significativa perdita di peso corporeo, osservata nel gruppo trattato con semaglutide, un aspetto particolarmente rilevante poiché essa rappresenta un intervento chiave nella gestione della MASH, strettamente correlata a obesità e sindrome metabolica.

Conclusioni
Semaglutide – già impiegata nel trattamento del diabete tipo 2 e dell’obesità – mostra potenzialità anche nella cura della MASH, una patologia per la quale, al momento, le opzioni farmacologiche sono limitate. Il completamento dello studio e ulteriori dati a lungo termine saranno fondamentali per confermare queste prime osservazioni.


Phase 3 Trial of Semaglutide in Metabolic Dysfunction–Associated Steatohepatitis
N Engl J Med. 2025 Apr 30.  Online ahead of print