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Diabete No Grazie

Perdere un miliardo alla settimana… stando fermi

Dal 2012, Lancet – forse la più importante rivista scientifica in campo medico – concentra la sua attenzione sugli effetti della continua riduzione dell’attività fisica riscontrabile a livello mondiale. Lancet ha creato un panel globale di esperti che svolgono ricerche e meta-analisi nel tentativo di illustrare a tutti gli attori: medici, decisori politici o influencer […]

Dal 2012, Lancet – forse la più importante rivista scientifica in campo medico – concentra la sua attenzione sugli effetti della continua riduzione dell’attività fisica riscontrabile a livello mondiale. Lancet ha creato un panel globale di esperti che svolgono ricerche e meta-analisi nel tentativo di illustrare a tutti gli attori: medici, decisori politici o influencer di ogni tipo, l’impatto di quelle che siamo abituati a considerare ‘comodità’.

La riduzione dell’attività fisica è considerata da Lancet una pandemia, come il diabete, per esempio, o l’obesità. I suoi effetti in termini di malattie e morti premature sono ormai stati chiariti e quantificati. La ridotta attività fisica contribuisce a provocare malattie coronariche, ictus, diabete, tumori alla mammella e al colon solo per citare alcune patologie. Mancava però una stima dei costi economici della sedentarietà. Secondo uno studio appositamente svolto, l’inattività è costata, nel 2013, 54 miliardi di dollari, oltre un miliardo alla settimana: 31 a carico dei governi, 13 a carico delle aziende e dei sistemi sanitari privati e 10 pagati dalle famiglie.

A questo si aggiunge la perdita di produttività dovuta alle morti premature (stimata in 13,7 miliardi). L’80% del costi diretti e il 60% di quelli indiretti sono concentrati nei Paesi avanzati.

The economic burden of physical inactivity: a global analysis of major non-communicable diseases, The Lancet: http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(16)30383-X