Skip to content

Diabete No Grazie

Sonno: arrenditi, sei circondato!

Eroso da social media e dall’estendersi del tempo ‘libero’ e di lavoro, il sonno è sempre più spesso breve o di ‘cattiva qualità’. Questo predispone allo sviluppo di sovrappeso, ipertensione e diabete di tipo 2. E viceversa. Intervista ad Alessandro Cicolin

Alessandro Cicolin
Direttore del Centro di Medicina del sonno nel dipartimento Neuroscienze dell’ospedale ‘Molinette’ di Torino

Il sonno è circondato, attaccato, da ogni parte. Dalla luce elettrica in poi, quasi ogni innovazione tecnologica e molte evoluzioni (o involuzioni) dei rapporti sociali erodono le ore tradizionalmente votate al riposo. «Assistiamo da tempo a una progressiva ‘colonizzazione’ delle ore che dovrebbero prepararci al sonno», nota Alessandro Cicolin, Direttore del Centro di Medicina del sonno nel dipartimento Neuroscienze dell’ospedale ‘Molinette’ di Torino.

La televisione trasmette programmi 24 ore su 24. I social media sono acceduti in modo particolare nelle ore serali. Sullo smartphone squillano tweet e messaggi Whatsapp ad ogni ora. Il lavoro tracima nelle vite serali, non solo di alcune categorie abituate alle urgenze, ma di una generazione di quadri e impiegati. Diventa normale controllare la posta o rispondere a messaggi dopo cena e prima di andare a letto.

«Non si tratta di lanciare anatemi. Queste opportunità sono, nella maggior parte gradite, è proprio questo che le rende ‘pericolose per il sonno’. Arriviamo a letto eccitati, preoccupati, comunque con un sistema nervoso centrale ‘attivato’», spiega Alessandro Cicolin. Lo stesso vale per altre abitudini recenti: i ragazzi e giovani adulti che non fanno più ‘tardi la sera’ ma invertono proprio il giorno con la notte almeno una volta la settimana.

«Qualcuno ha un sonno ‘elastico’: si addormenta anche dopo aver letto un email minacciosa del proprio capo o dopo aver visto un film horror. Altri faticano a pendere sonno. È come il caffè. Qualcuno lo può bere anche a tarda sera senza effetti, ad altri basta una tazzina in più per ritrovarsi all’una di notte con gli occhi spalancati», spiega il neurofisiologo, «il fatto è che una scarsa igiene del sonno, oltre agli effetti di breve termine, può anticipare o slatentizzare gli effetti di un vero e proprio disturbo del sonno».

I principali disturbi del sonno sono l’insonnia primaria, l’apnea ostruttiva notturna e la sindrome delle gambe senza riposo. Rispettivamente il 10, il 5 e il 4% della popolazione soffrono o hanno sofferto di questo problema nella loro vita, affermano le statistiche. Molti trovano la strada di uno dei 30 Centri specializzati in disturbi del sonno, altri cercano di ‘curarsi da sé’, mangiando cibi ricchi di calorie e grassi prima di andare a letto (funziona ma si ingrassa), bevendo alcol (non funziona: il sonno dopo le prime ore diviene leggero e sensibile a ogni stimolo) o assumendo droghe o farmaci (stesso discorso).

Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sui rapporti tra sonno e sindrome metabolica. «Sono relazioni piuttosto strette, reciproche e importanti visto che sia i disturbi del sonno sia diabete ipertensione e dislipidemie sono condizioni frequenti», afferma Alessandro Cicolin.

In sintesi: un sonno insufficiente per quantità e qualità, facilita l’aumento di peso. Sia per motivi banali (essere svegli la notte facilità l’ingestione eccessiva fuori pasto di alimenti ricchi di calorie e di grassi) sia per motivi più complessi: un sonno ‘cattivo’ aumenta la secrezione di ormoni come il cortisolo che ‘fanno ingrassare’.

Ma esiste anche la relazione opposta: uno dei tre disturbi principali del sonno, l’apnea ostruttiva notturna, deriva dalla tendenza della laringe ad abbassarsi non appena ci si addormenta. Il peso dell’eccessivo grasso sottocutaneo dietro il palato fa sì che la laringe ostruisca il passaggio dell’aria. La persona entra letteralmente in apnea e si ‘risveglia’. A quel punto la laringe riprende tono, si tende, e l’aria circola. Quando si riaddormenta però, il problema si ripresenta. «Si può arrivare anche a 40 cicli di ‘risveglio’ per ogni ora di sonno (per approfondire questo tema vedere questo articolo). La persona generalmente non se ne accorge perché il ‘risveglio’ non è completo ma il sonno è fortemente disturbato. Si fa fatica ad arrivare allo stato di sonno più profondo: quello a onde lente. Anche dopo 7-8 ore, questo sonno non ristora e in tutta la giornata si fa fatica a concentrarsi e a restare svegli. Questa condizione è tutt’altro che rara, è associata con il sovrappeso e predispone allo sviluppo dell’ipertensione e del diabete.

L’insonnia primaria è spesso di origine genetica o fisiologica ed è seguita con farmaci e una terapia comportamentale. La sindrome delle gambe senza riposo è una condizione molto frequente (4-5% della popolazione adulta) ma di cui si parla poco. La persona non appena si mette a letto avverte una irrequietezza localizzata negli arti inferiori. Le muove o desidererebbe muoverle. Il disturbo – che ha origine nel sistema nervoso centrale e non in quello periferico come avviene nella neuropatia diabetica – sparisce non appena ci si alza e si cammina, ma spesso si ripresenta una volta tornati a letto. Questa condizione non ha nessun rapporto con il metabolismo, deriva probabilmente da un deficit di ferro o di acido folico o da un’insufficienza renale ma, anche in questo caso, il sonno disturbato riduce le ore di riposo ‘vero’ e mantiene tutto l’organismo in uno stato di attivazione che comporta una tendenza all’iperglicemia.

Le cure ci sono, per questa e per le altre patologie del sonno, sono prescritte sulla base di una analisi attenta del sonno effettuata in centri specializzati. La cosa migliore però, come sempre, è prevenirle difendendo questo ‘terzo comodo’ della nostra vita.