Correlazione fra varianti geniche di PCSK9 e HMGCR, rischio cardiovascolare e diabete
A cura di Sara Colarusso
13 febbraio 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Gli inibitori della proproteina convertasi subtilisina/kexina tipo 9 (PCSK9), con dimostrata efficacia nel ridurre i livelli sierici di colesterolo LDL del 50-60%, sono a oggi oggetto di studio in diversi trial clinici per indagarne gli effetti di protezione cardiovascolare e, in analogia con le statine, l’eventuale rischio diabetogeno.
Nell’attesa dei risultati di alcuni di questi studi a lungo termine, Brian A. Ference (Detroit, MI; USA) e coll., utilizzando il metodo della randomizzazione mendeliana, hanno indagato gli effetti delle varianti geniche di PCSK9 sul rischio di eventi cardiovascolari e di diabete. Il recente studio pubblicato su NEJM ha incluso ben 112.772 soggetti (con 14.120 eventi cardiovascolari e 10.635 casi di diabete), assegnati secondo randomizzazione a gruppi differenti in relazione a modelli genetici predisposti sulla base delle varianti alleliche ereditate sia nei geni codificanti PCSK9 sia 3idrossi-3metilglutaril-coenzimaA reduttasi (HMGCR), target dell’azione delle statine.
Sono stati così confrontati i differenti livelli di LDL presenti nei gruppi con differenti varianti di PCSK9, HMGCR o di entrambi e l’incidenza di eventi cardiovascolari (outcome primario: infarto del miocardio o morte per patologia coronarica) e di diabete. Le varianti geniche di PCSK9 e HMGCR, mimando gli effetti degli inibitori di PCSK9 e delle statine, hanno mostrato effetti protettivi identici sul rischio cardiovascolare così come sul rischio diabetogeno, con un effetto sovrapponibile in termini di riduzione dei livelli di colesterolo LDL, in maniera indipendente e addizionale. L’aumentato rischio di diabete è stato riscontrato principalmente nelle persone con alterata glicemia a digiuno, ed è risultato di entità minore rispetto all’effetto cardioprotettivo.
In conclusione, i risultati di questo studio suggeriscono l’importanza di poter disporre di più tipologie di farmaci in grado di ridurre i livelli di colesterolo LDL, visti gli effetti additivi in termini di riduzione del rischio cardiovascolare.
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