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Di padre in figlio: le possibili insidie nascoste della metformina

Punti chiave

Domanda: L’assunzione paterna di terapie per il trattamento del diabete nel periodo del concepimento può avere effetti negativi sullo sviluppo del nascituro?

Risultati: L’impiego di metformina, ma non di insuline e sulfaniluree, da parte del padre nel periodo del concepimento si associa a un rischio aumentato di 3,4 volte di sviluppo di malformazioni genitali maggiori nel nascituro di sesso maschile.

Significato: Se i risultati di questo studio saranno confermati sarà necessario ripensare le indicazioni all’impiego di metformina in soggetti adulti di sesso maschile durante la pianificazione della gravidanza.


A cura di Marcello Monesi

11 aprile 2022 (Gruppo ComunicAzione) – C’è ancora qualcosa che non è stato detto a proposito della metformina? Anche le ultime linee-guida AMD-SID rinnovano l’indicazione all’utilizzo di questo farmaco come indiscussa prima scelta terapeutica nel diabete tipo 2 con e senza pregressi eventi cardiovascolari. La metformina è ancora “il” farmaco del diabetologo, la molecola più ampiamente utilizzata dei nostri ambulatori, di cui conosciamo perfettamente pregi e difetti: c’è quindi ancora qualcosa da scoprire in merito? Decisamente sì, stando ai sorprendenti risultati di uno studio recentemente pubblicato sul prestigioso Annals of Internal Medicine.

Si tratta di uno studio osservazionale condotto sui dati di un registro danese comprendente le cartelle cliniche di 1.250.000 nati tra il 1997 e il 2016, con lo scopo dichiarato di identificare possibili associazioni tra malformazioni congenite e farmaci ipoglicemizzanti assunti nell’epoca del concepimento nei neonati con padre affetto da diabete tipo 2. I risultati hanno mostrato che nei 1451 neonati di sesso maschile il cui padre assumeva metformina, il rischio di malformazioni maggiori è aumentato in maniera significativa (aOR 1,40, IC 95% 1,08-1,82); le malformazioni più rappresentate sono a carico dell’apparato genitourinario, con un rischio aumentato di più di 3 volte rispetto ai non esposti (aOR 3,39, IC 95% 1,82-6,30). Tra le malformazioni segnalate più frequentemente rientrava il criptorchidismo e problemi uretrali. Nessuna associazione è stata invece riscontrata tra malformazioni congenite e terapia con insulina; nel caso delle sulfaniluree (647 casi), è presente un segnale che tuttavia non raggiunge la significatività statistica (aOR 1,34, 0,94-1,92) IC 95%. Le figlie di sesso femminile di esposti alla terapia ipoglicemizzante non presentavano alcun incremento del rischio di malformazioni.

Come tutti gli studi di registro, per quanto di elevata qualità, il risultato potrebbe soffrire di un non completo aggiustamento per possibili effetti confondenti non conosciuti.

Sebbene numerosi studi abbiano associato il diabete con problemi di fertilità nel sesso maschile, per la prima volta emerge un possibile effetto negativo trasmesso alla progenie legato alla terapia stessa del diabete mellito. Secondo gli autori dello studio e i commentatori dell’editoriale di presentazione è necessario una verifica urgente di tali riscontri per ulteriori conferme dato l’ampio e sempre più precoce utilizzo della metformina nei soggetti con diabete tipo 2 in età fertile.


Ann Intern Med 2022 Mar 29. Online ahead of print

PubMed


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