Diabete tipo 1 e vaccinazione per SARS-CoV-2: quando la risposta anticorpale si scontra con il… TIR!
Punti chiave
Domanda: L’iperglicemia, attraverso diversi meccanismi fisiopatologici, riveste un ruolo importante sull’efficacia delle vaccinazioni, sul rischio di infezione da agenti patogeni e sulla mortalità per COVID-19. Meno noto è l’effetto del controllo glicemico prevaccinazione sulla risposta anticorpale al virus SARS-CoV-2. Nel periodo prevaccinazione un valore di emoglobina glicata e/o un profilo glicemico migliore, verificato con il monitoraggio in continuo della glicemia, inducono una maggiore risposta anticorpale al vaccino?
Risultati: Uno studio prospettico della durata di 6 mesi, condotto in 26 soggetti con diabete tipo 1, ha evidenziato che nelle due settimane precedenti la vaccinazione contro il SARS-CoV-2 chi raggiungeva gli obiettivi glicemici raccomandati di TIR (≥70%) e TAR (≤25%) con il monitoraggio in continuo della glicemia, mostrava titoli anticorpali neutralizzanti più alti, indipendentemente dai valori di emoglobina glicata.
Significato: Nel diabete tipo 1il buon profilo glicemico, valutato con il monitoraggio in continuo della glicemia, durante le due settimane precedenti la vaccinazione contro SARS-CoV-2 si associa a più intensa risposta anticorpale, evidenziando il ruolo cruciale che riveste una glicemia ben controllata nell’efficacia della vaccinazione.
A cura di Gabriella Garrapa
23 gennaio 2023 (Gruppo ComunicAzione) – Lo scarso controllo glicemico si associa a un aumento della mortalità nei pazienti con diabete tipo 1 (DT1) che contraggono la COVID-19, ma non è chiaro se il cattivo compenso possa anche influire sulla risposta anticorpale ai vaccini per la prevenzione dal virus SARS-CoV-2. Pertanto, lo scopo di uno studio (il primo nel suo genere) pubblicato recentemente sul JCEM da un gruppo di ricercatori italiani è stato di analizzare, in pazienti con DT1, l’effetto del controllo glicemico prevaccinazione, misurato sia mediante l’emoglobina glicata (HbA1c) sia con il monitoraggio in continuo della glicemia (CGM, continuous glucose monitoring), sulla risposta anticorpale indotta dalla vaccinazione contro SARS-CoV-2.
Nello studio sono stati valutati 26 pazienti con DT1 (53,8% maschi, età media 40 anni, durata della malattia 22 anni, BMI medio 24,7 kg/m2, 34,6% trattati con microinfusore, 65,4% con multiniettiva), ai quali sono state somministrate, a distanza di 21 giorni, due dosi di vaccino mRNA BNT162b2 (Comirnaty). I soggetti sono stati seguiti in modo prospettico per 6 mesi, con dosaggio regolare degli anticorpi IgG contro la glicoproteina spike; i dosaggi sono stati eseguiti entro 3 giorni prima della dose 1 di vaccino (basale, T0); 21 giorni dal basale (subito prima della seconda dose, T1), 35 giorni dal basale (2 settimane dopo la seconda dose, T2), 90 (T3) e 180 (T4) giorni dal basale. I criteri di esclusione erano: precedenti infezioni da SARS-CoV-2 note, gravidanza o allattamento, insufficienza renale allo stadio terminale, malattie neoplastiche e terapie immunosoppressive. Il controllo glicemico è stato valutato con l’HbA1c (al basale) e con CGM da FreeStyle Libre o Dexcom G6, analizzando le percentuali di letture all’interno dell’intervallo glicemico target di 70-180 mg/dl (TIR, time in range), quelle al di sotto (TBR, time below range) e quelle al di sopra dell’intervallo glicemico target (TAR, time above range).
I valori medi al basale erano: HbA1c 7,4% [6,9-7,7], TIR 61,5% [55,5-71,7], TAR 28,0% [21,0-41,0], TBR 3,0% [2,0-7,5]. Dopo la vaccinazione, le IgG sono aumentate in modo significativo e hanno raggiunto un picco in T2, seguito da un progressivo declino nei tempi successivi (p <0,001), gli anticorpi e il controllo della glicemia/profilo CGM erano simili fra i soggetti con microinfusore e i pazienti trattati con multiniettiva. L’HbA1c prevaccinazione non era correlata al picco di IgG post-vaccino (r = -0,33, p = 0,14), mentre il profilo CGM durante le 2 settimane precedenti la somministrazione di BNT162b2 correlava con la risposta IgG post-vaccino (TIR: r = 0,75; p = 0,02; TAR: r = -0,81; p = 0,008).
I pazienti che, nel periodo prevaccinale, avevano raggiunto gli obiettivi glicemici raccomandati di TIR (≥70%) e TAR (≤25%), mostravano titoli anticorpali neutralizzanti più alti (p <0,0001 e p = 0,008, rispettivamente), indipendentemente dall’HbA1c. La correlazione positiva fra TIR e risposta anticorpale è stata mantenuta anche quando è stato considerato il TIR più stringente di 70-140 mg/dl, mentre il profilo glicemico valutato con CGM non si è modificato significativamente dopo la somministrazione del vaccino (TIR: p = 0,149, TAR: p = 0,217; TBR: p = 0,055); le donne hanno sviluppato IgG più elevate rispetto agli uomini (p = 0,03), mentre il picco di IgG non era correlato all’età (r = 0,03; p = 0,88), al BMI (r = -0,14; p = 0,53) o alla durata della malattia (r = 0,05; p = 0,84), ed era simile fra i pazienti con e senza complicanze croniche. Il buon controllo glicemico, durante tutto il periodo dello studio, si associava alla risposta IgG anche durante il follow-up (TIR: r = 0,93, p <0,0001; TAR: r = -0,84, p <0,0001).
Nelle loro conclusioni gli autori affermano che lo studio, pur con dei limiti metodologici – quali la mancanza di un gruppo di controllo senza diabete –, ha mostrato una più forte correlazione fra risposta IgG e il CGM, rispetto all’HbA1c, suggerendo che il lasso di tempo immediatamente vicino alla vaccinazione (fino a 2 settimane) sia fondamentale per una risposta immunitaria ottimale indotta dalla vaccinazione; al contrario, l’HbA1c basale, che copre un periodo di tempo più lungo, potrebbe non cogliere completamente l’effetto glicemico sulla risposta immunitaria dopo la somministrazione del vaccino. La relazione fra il controllo glicemico valutato dal CGM e la risposta anticorpale dopo la vaccinazione per SARS-CoV-2 evidenzia e rafforza l’importanza di ottenere una glicemia ben controllata per l’efficacia della vaccinazione e conseguentemente per la prevenzione dell’infezione COVID-19.
J Clin Endocrinol Metab 2023 Jan 6. Online ahead of print
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