Differenze di genere e obesità: dai meccanismi fisiopatologici alle implicazioni cliniche
Punti chiave
Domanda: Qual è l’impatto del genere sui fattori di rischio, sulla patogenesi e più in generale sulle implicazioni cliniche dell’obesità?
Risultati: La prevalenza globale dell’obesità è in notevole aumento (più che raddoppiata negli ultimi 30 anni) e le differenze di genere sono evidenti: la prevalenza è maggiore nelle donne (18%) rispetto agli uomini (14%) e tale disparità sembra destinata a crescere nel tempo e in modo variabile nei diversi Paesi del mondo. Una recente revisione della letteratura ha analizzato le differenze di sesso e genere presenti nello sviluppo dell’obesità e nei suoi tratti clinici peculiari (come la diversa composizione corporea, la suscettibilità genetica, il ruolo degli ormoni e del microbiota), ma anche per ciò che riguarda i fattori comportamentali e socioculturali associati alla patologia e la risposta ai trattamenti proposti.
Significato: Nonostante siano stati ottenuti notevoli progressi nello studio dell’obesità, l’analisi dell’impatto di sesso e genere sulla sua patogenesi e sulle sue implicazioni cliniche è spesso carente. Questa revisione offre lo spunto per migliorare la comprensione del ruolo del genere e offrire un approccio di cura sempre più personalizzato e centrato sui reali e differenti bisogni della popolazione.
10 marzo 2025 (una collaborazione tra gruppo Diabete e Medicina di genere e gruppo ComunicAzione) – A cura di Elisa Romeo e Marina Valenzano
Che cosa si sa già? L’aumento di prevalenza dell’obesità nelle ultime decadi è stato osservato a livello globale, con differenze tra uomini e donne evidenti in tutte le regioni del mondo. I dati di 3663 studi di popolazione con oltre 200 milioni di partecipanti provenienti da 197 Paesi hanno dimostrato che la prevalenza globale dell’obesità, aggiustata per età, è passata dall’8,8% nel 1990 al 18,5% nel 2022 nelle donne e dal 4,8% nel 1990 al 14,0% nel 2022 negli uomini. Secondo le previsioni del World Obesity Atlas per il 2035 la prevalenza raddoppierà, con numeri previsti di sovrappeso e obesità rispettivamente di 4005 milioni (51%) e 1914 milioni (24%) di soggetti. Globalmente, l’obesità sarà ancora più comune nelle donne (27%) rispetto agli uomini (23%), a eccezione dello scenario europeo e del Pacifico occidentale, dove si osserverà un’inversione di tendenza. L’epidemiologia, la fisiopatologia e le implicazioni cliniche negative dell’obesità sono ben documentate. Tuttavia, il genere rappresenta un fattore ancora oggi trascurato, poiché tradizionalmente la rappresentanza femminile è carente nella ricerca preclinica e clinica sull’obesità.
Quali sono le nuove evidenze? Gli autori sloveni della ricerca pubblicata recentemente sull’International Journal of Molecular Sciences hanno analizzato in maniera approfondita le più recenti evidenze che indicano come l’obesità presenti differenze significative tra uomini e donne, esplorando vari aspetti che vanno dai meccanismi fisiopatologici ai fattori comportamentali e socioculturali, fino alle implicazioni cliniche.
Patogenesi. Relativamente agli aspetti fisiopatologici dell’obesità, un ruolo importante è svolto dalla composizione corporea e dalla distribuzione del tessuto adiposo. Le donne mostrano una percentuale di grasso corporeo totale maggiore rispetto agli uomini (+10%, a parità di BMI). Tuttavia, gli uomini, a causa di una diversa distribuzione e attività della lipoproteina lipasi, accumulano più grasso viscerale che si associa a un rischio maggiore di sviluppare diabete mellito e malattie cardiovascolari. Questa differenza è dovuta in parte anche al ruolo degli ormoni sessuali: gli estrogeni, nelle donne, favoriscono l’accumulo di grasso nel tessuto adiposo sottocutaneo, mentre il testosterone, negli uomini, promuove l’accumulo di grasso viscerale. Inoltre, le donne hanno generalmente maggiori quantità di tessuto adiposo bruno, più efficiente nella termogenesi e maggiormente stimolato dagli estrogeni.
Indagando a fondo i possibili meccanismi patogenetici e in particolare il crosstalk ormonale, sono state rilevate differenze significative anche nei livelli di adipochine, quali leptina e adiponectina, a loro volta secrete dal tessuto adiposo e implicate nell’inibizione dell’introito calorico e nell’aumento del dispendio energetico dei tessuti. Livelli più elevati di adipochine e il rapporto ottimale tra le due sembrano correlare con il grasso totale e con il tessuto adiposo sottocutaneo, più abbondanti nelle donne.
Un ruolo emergente è stato attribuito al microbiota intestinale, che influenza l’assorbimento e il metabolismo dei nutrienti in misura differente negli uomini e nelle donne, contribuendo ulteriormente alla differente gestione del peso tra i sessi. Nel dettaglio, le donne sembrano incorrere meno facilmente nelle disbiosi caratterizzate da un alterato rapporto tra Firmicutes e Bacteroides, avendo una maggiore abbondanza e resistenza di questi ultimi, una minore produzione di butirrato e una migliore regolazione del sistema immunitario e della risposta infiammatoria. I microorganismi intestinali possono influenzare inoltre il ricircolo enteroepatico degli ormoni steroidei, variandone la componente attiva, attraverso la produzione di beta-glucuronidasi, coinvolta nella deconiugazione ormonale intestinale.
Quanto ai fattori di rischio per lo sviluppo dell’obesità, numerosi sono gli aspetti comportamentali e socioculturali implicati. Dal punto di vista comportamentale, le donne sono più vulnerabili alla pressione sociale riguardante l’aspetto fisico e, di conseguenza, più suscettibili a sviluppare disturbi alimentari e a sperimentare insoddisfazione per la propria immagine corporea.
Clinica. Dal punto di vista clinico gli uomini sono più a rischio di sviluppare complicazioni metaboliche legate all’obesità, come il diabete e le malattie cardiovascolari. Le donne tendono invece a soffrire maggiormente dell’impatto psicologico dell’obesità, sviluppando più spesso depressione. Nonostante ciò, le donne sono più propense a cercare interventi per il calo ponderale e possono rispondere meglio ai trattamenti farmacologici, come dimostra l’alta prevalenza di donne trattate con semaglutide nei trial clinici del programma STEP (74,1% nello STEP1, 81% nello STEP3, 79% nello STEP4, 77,6% nello STEP5) e nelle analisi sulla prescrizione di altri farmaci antiobesogeni come naltrexone/bupropione (85,5% le donne trattate nel 2015-2016 secondo database di prescrizioni commerciali), fentermina/topiramato (82,2%) e liraglutide (72,4%), con l’unica eccezione di tirzepatide (30-49% le donne arruolate nel recentissimo SURMOUNT). Al contrario, gli studi mostrano che l’obesità negli uomini è spesso riconosciuta e trattata in uno stadio più avanzato.
Valutando la risposta ai trattamenti non farmacologici, non sono state riscontrate differenze significative in base al genere. Nella maggior parte degli studi che hanno considerato le diete a basso contenuto di carboidrati, ad esempio, o la proposta di attività fisica, confermano che entrambi i sessi possono beneficiare similmente di un intervento comportamentale. Tuttavia, il counselling sanitario sembra essere più efficace con le donne che forse più facilmente riescono a esprimere e confrontarsi sulle problematiche relative al peso nella relazione di cura. Infine, anche l’opzione chirurgica è più frequentemente offerta alle donne (80% negli studi clinici) con uguale riuscita tecnica nei due sessi, anche se al prezzo di maggiori complicanze procedurali per gli uomini che si presentano già con più fattori di rischio nel preoperatorio e ottengono spesso minori benefici in termini di calo ponderale e risoluzione delle comorbilità obesità-relate.
Sintesi dei risultati e spunti per la pratica clinica. Nella prevalenza dell’obesità è sempre più evidente la presenza di differenze di genere, ma anche nei fattori di rischio e nelle implicazioni cliniche della patologia. Pertanto, considerando i probabili benefici di un approccio di cura personalizzato, è fondamentale porre attenzione sulle implicazioni del sesso e del genere nelle diverse fasi di sviluppo dell’obesità, per ottimizzarne la prevenzione e il trattamento. Ulteriori ricerche sull’obesità dovrebbero inoltre includere l’analisi di tutto lo spettro delle identità di genere, per garantire consapevolezza, inclusività e rispondere alle diverse esigenze della popolazione.
LEGGI E SCARICA L’ARTICOLO ORIGINALE: Int J Mol Sci 2024 Jul 4;25(13):7342
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