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Differenze legate all’età e al genere nella gestione del colesterolo LDL in pazienti ambulatoriali con diabete mellito tipo 2

A cura del Gruppo AMD: Donna

6 luglio 2015 (Congresso Medico) – I livelli di colesterolo LDL (C-LDL) rappresentano il principale fattore di rischio cardiovascolare “modificabile” anche nel diabete tipo 2. I dati degli Annali AMD hanno recentemente dimostrato come le donne diabetiche presentino un rischio del 42% maggiore di avere livelli di C-LDL fuori target, nonostante la terapia, e questo nel contesto generale di una minore qualità di cura rispetto agli uomini.

In un lavoro redatto dal Gruppo Donna dell’AMD e recentemente pubblicato sulla rivista International Journal of Endocrinology, è stata valutata l’eventuale influenza dell’età e della durata del diabete sulle differenze di genere nei livelli di C-LDL osservate nei nostri pazienti.

Degli oltre 400.000 soggetti con diabete tipo 2 afferenti a 236 strutture ambulatoriali partecipanti agli Annali AMD e inclusi in questa analisi, il 45,3% era rappresentato da donne. Le donne erano in media più anziane, più obese e, avevano una maggiore durata di malattia e, un peggior compenso glicemico rispetto agli uomini; esse mostravano inoltre livelli significativamente maggiori di colesterolo totale, C-LDL e colesterolo HDL rispetto agli uomini (p<0,0001), mentre non vi erano differenze nei livelli di trigliceridi. Nonostante la stessa percentuale di uomini e di donne fosse in trattamento ipolipemizzante (41,2%), la percentuale di soggetti che raggiungeva i valori target di C-LDL <100 mg/dl era minore tra le donne che tra gli uomini con diabete(p <0,0001). Stratificando la popolazione per età e durata del diabete, è emerso come il profilo lipidico fosse monitorato meno nelle donne rispetto agli uomini e le donne raggiungessero meno i target di C-LDL, in tutti i sottogruppi considerati. Tale differenza di genere a sfavore delle donne aumentava con l’età e la durata del diabete ed era particolarmente evidente nelle donne con età >75 anni e durata di malattia >10 anni, dove si osservava il maggiore gap tra i due sessi.

I dati raccolti confermano ancora una volta che gli Annali AMD costituiscono un’importante fonte di informazioni, soprattutto quando si tratta di valutare la gestione dei pazienti ambulatoriali con diabete tipo 2. Questo studio, rappresentativo della realtà diabetologica italiana per numerosità e diffusione sul territorio nazionale, ha dimostrato come la “gestione” dei livelli di C-LDL, il principale fattore di rischio cardiovascolare, sia peggiore nelle donne con diabete tipo 2, soprattutto in quelle più anziane e con maggior durata di malattia.

 

Int J Endocrinol 2015;2015:957105

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.