Effetti del fenofibrato sugli eventi cardiovascolari in pazienti con sindrome metabolica già in terapia con statina
A cura di Francesco Romeo
7 ottobre 2019 (Gruppo ComunicAzione) – La sindrome metabolica comprende un cluster di fattori di rischio che porta allo sviluppo di malattia cardiovascolare aterosclerotica (1).
L’incremento di rischio di malattia cardiovascolare in pazienti con sindrome metabolica è stato ampiamente dimostrato sia in studi osservazionali sia in metanalisi, ed è stato attribuito alla contemporanea presenza di elevati livelli di trigliceridi e di LDL piccole e dense e bassi livelli di colesterolo HDL (2). Abbondanti evidenze hanno dimostrato che l’abbassamento del colesterolo LDL attraverso l’utilizzo di statine è il primo trattamento da perseguire per minimizzare il rischio di eventi cardiovascolari in popolazioni a rischio, compresi quelli con dislipidemia aterogena. In diversi trial internazionali osservazionali rimaneva comunque un sostanziale rischio persistente (rischio cardiovascolare residuo), nonostante il trattamento con statine.
Gli autori di uno studio coreano pubblicato sulla prestigiosa rivista BMJ (3) hanno cercato di valutare se l’aggiunta di fenofibrato alla statina potesse ridurre il rischio cardiovascolare residuo in adulti con sindrome metabolica in un setting real word.
I dati sono stati estratti dal registro coreano (NHIS-HEAL) attraverso un propensity score maching partendo da oltre 500.000 pazienti per il periodo compreso fra il 2007 e il 2014. La sindrome metabolica è stata definita dalla presenza di almeno 3 o più dei seguenti criteri: circonferenza vita ≥90 cm negli uomini e 80 cm nelle donne, livelli di trigliceridi ≥1,7 mmol/l, HDL colesterolo ≤1 mmol/l negli uomini e a 1,3 nelle donne, glicemia a digiuno ≥5,6mmol o trattamento antidiabetico, e pressione arteriosa>130/80 mmHg o trattamento antipertensivo.
Sono stati valutati 29.771 pazienti adulti con sindrome metabolica (≥40 anni) e in terapia con statina. Di questi, 2156 partecipanti erano in terapia combinata con fenofibrato rapportati in base al propensity score con rapporto 1:5 con 8549 pazienti in terapia solo con statina. L’outcome primario era un composito cardiovascolare includente incidenza di malattia coronarica, ictus ischemico e mortalità per cause cardiovascolari.
L’incidence rate (IR) per l’endpoint composito cardiovascolare eventi per 1000 persone-anno era 17,7 (IC 95% 14,4-21,8) nel gruppo in trattamento combinato e di 22,0 (IC 95% 20,1-24,1) nel gruppo in terapia solo con statine. Il rischio di eventi cardiovascolari composito era significativamente ridotto nel gruppo in trattamento combinato rispetto al gruppo statina (HR 0,74, IC 95% 0,58-0,93; p = 0,01). Anche Il rischio di incidenza delle singole componenti malattia coronarica, ictus ischemico e morte cardiovascolare era più basso nel gruppo in terapia combinata ma non raggiungeva la significatività statistica.
In conclusione, secondo gli autori di questo studio l’aggiunta di fenofibrato a statina in pazienti con sindrome metabolica ha dimostrato di ridurre il rischio di sviluppare eventi cardiovascolari maggiori.
2. Diabetes Care 2001;24:683-9
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