Effetto della liraglutide sugli eventi cardiovascolari nei pazienti con diabete mellito tipo 2 e malattia polivascolare: i risultati dello studio LEADER
A cura di Francesco Romeo
28 maggio 2018 (Gruppo ComunicAzione) – La presenza di malattia polivascolare, definita come aterosclerosi che coinvolge più di un distretto vascolare, è un forte predittore indipendente di eventi cardiovascolari (1).
Lo studio LEADER(Liraglutide Effect and Action in Diabetes: Evaluation of Cardiovascular Outcome Results) (2) ha dimostrato che l’analogo del GLP-1 liraglutide riduce gli eventi cardiovascolari nei pazienti con diabete mellito tipo 2 (DMT2) ad alto rischio cardiovascolare.
In questa analisi post hoc, pubblicata nei giorni scorsi su Circulation (3), gli autori hanno voluto valutare gli effetti di liraglutide stratificati sul numero di distretti vascolari aterosclerotici coinvolti.
I distretti in studio includevano il versante coronarico (infarto del miocardico, stenosi dell’arteria coronaria ≥50%, intervento coronarico percutaneo o intervento chirurgico di bypass coronarico, angina pectoris o ischemia asintomatica), cerebrovascolare (ictus, attacco ischemico transitorio, stenosi dell’arteria intracranica o carotidea ≥50%) e periferico (stenosi delle arterie periferiche ≥50%). Le informazioni sono state estratte dalla storia clinica di base dei pazienti.
I gruppi di rischio sono stati classificati in base al numero di territori vascolari coinvolti: malattia polivascolare intesa come ≥2 territori, malattia vascolare singola come 1 territorio e gruppo senza documentata malattia cardiovascolare aterosclerotica (MCA).
Liraglutide ha ridotto i MACE (major adverse cardiovascular events: morte cardiovascolare, infarto non fatale, ictus non fatale) in modo consistente nei pazienti con malattia polivascolare (HR 0,82, IC 95% 0,66-1,02) e con una singola malattia vascolare (HR 0,82; IC 95% 0,71-0,95).
I risultati erano simili anche per una espansione dei MACE (che includeva ospedalizzazione per angina instabile, rivascolarizzazione coronarica o ospedalizzazione per scompenso cardiaco) e per la mortalità cardiovascolare. Nei pazienti senza MCA al basale, l’HR per liraglutide versus placebo per i MACE era 1,08 (IC 95%, 0.84-1.38), con risultati simili per l’espansione dei MACE e la morte cardiovascolare.
La ragione di una risposta neutra nei pazienti senza MCA potrebbe essere, secondo gli autori, riconducibile al fatto che il rischio di base era inferiore, e che per stabilire in modo più preciso qualsiasi potenziale effetto potrebbe essere necessario un periodo di trattamento più lungo o una dimensione del campione più ampia.
Tuttavia, i pazienti con DMT2 beneficiavano tutti del trattamento con liraglutide per quanto riguarda il controllo della glicemia, la riduzione di peso e il controllo della pressione arteriosa.
Nei pazienti con DMT2 e documentata MCA, la presenza di malattia polivascolare è risultata associata a un maggiore rischio cardiovascolare rispetto a quelli con una singola malattia vascolare. Liraglutide, secondo gli autori dello studio, sembrerebbe ridurre i principali esiti cardiovascolari sia nei pazienti con multiple sia con singole localizzazioni vascolari, ma non nei pazienti senza documentata malattia cardiovascolare aterosclerotica.
2. N Engl J Med 2016;375:311-22
3. Circulation 2018;137:2179-83
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