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Emulsionanti alimentari e rischio di diabete tipo 2… I promessi sposi!

Punti chiave

Domanda: Molteplici studi sperimentali, nel corso degli ultimi anni, hanno indagato i potenziali effetti dannosi degli emulsionanti sul microbiota intestinale, sull’infiammazione e sulle perturbazioni metaboliche. Tali sostanze, quindi, svolgono un ruolo rispetto all’incremento di rischio di manifestare diabete tipo 2? Lo scopo dello studio è stato quello di indagare se sussiste correlazione diretta tra l’esposizione agli emulsionanti di determinati additivi alimentari e il rischio di diabete tipo 2 in un’ampia coorte di adulti francesi.

Risultati: Nello studio NutriNet-Santé sono stati inclusi 104.139 partecipanti, arruolati fra il 1° maggio 2009 e il 26 aprile 2023, di cui 82.456 (79,2%) erano donne, con un’età media di 42,7 anni (DS 14,5) al basale. Il 99,7% dei partecipanti è stato esposto ad almeno un emulsionante additivo alimentare. L’assunzione è stata valutata con 3 registrazioni dietetiche nelle 24 ore raccolte nell’arco di 3 giorni non consecutivi, ogni 6 mesi. L’esposizione agli emulsionanti additivi è stata valutata attraverso molteplici database di composizione alimentare e test di laboratorio ad hoc. Le associazioni fra esposizioni cumulative dipendenti dal tempo agli emulsionanti degli additivi alimentari e il rischio di diabete tipo 2 sono state caratterizzate con modelli di Cox a rischi proporzionali multivariabili aggiustati per fattori di rischio noti. Tra il 2009 e il 2023 sono stati rilevati 1056 casi incidenti di diabete tipo 2 (durata media del follow-up 6,8 anni). L’assunzione dei seguenti emulsionanti è stata associata positivamente al rischio di sviluppare diabete tipo 2: carragenine totali, gomma di carragenina (E407), fosfato tripotassico (E340), esteri dell’acido acetiltartarico di monogliceridi e digliceridi degli acidi grassi (E472e), citrato di sodio (E331), gomma guar (E412), gomma arabica (E414) e gomma xanthan (E415). Nelle analisi delle componenti principali il primo modello di assunzione di emulsionanti, caratterizzato da esposizioni più elevate a lecitine (E322), carragenina (E407), gomma di semi di cabob (E410), gomma di guar (E412), gomma di xanthan (E415), difosfati (E450), tripolifosfato di sodio (E451), polifosfati (E452), monogliceridi e digliceridi degli acidi grassi (E471) e bicarbonato di sodio (E500) sono stati positivamente associati a un aumento del rischio di diabete tipo 2.

Significato: Questo studio ha evidenziato associazioni positive tra vari emulsionanti additivi alimentari e un aumento del rischio di diabete tipo 2 in un’ampia coorte potenziale di adulti francesi. Tali risultati forniscono la prima visione epidemiologica sul potenziale coinvolgimento nello sviluppo del diabete tipo 2 degli additivi emulsionanti che sono onnipresenti nelle diete occidentali e consumati quotidianamente da milioni di bambini e adulti in tutto il mondo.


A cura di Giuseppe Frazzetto

20 maggio 2024 (Gruppo ComunicAzione) – Ormai da decenni l’approccio alimentare su scala mondiale è caratterizzato dall’utilizzo, spesso dall’abuso, di prodotti alimentari processati industrialmente con inevitabile esposizione cronica da parte del consumatore finale a sostanze di addizione.

Per quanto noto, quello di Clara Salame (Université Sorbonne Paris Nord and Université Paris Cité, INSERM, INRAE, CNAM, Center of Research in Epidemiology and StatisticS, Nutritional Epidemiology Research Team, Bobigny, FranceI) e colleghi, pubblicato su Lancet Diabetes & Endocronology, rappresenta il primo studio che valuta associazioni fra un’ampia gamma di additivi emulsionanti e il rischio di insorgenza di diabete tipo 2 in un’ampia coorte di adulti. Le esposizioni qualitative e quantitative agli additivi alimentari sono state valutate nella coorte NutriNet-Santé considerando i diversi marchi commerciali dei prodotti, per fornire un elevato livello di accuratezza sulla composizione alimentare di ciascun alimento o bevanda consumato a livello individuale. Pertanto, non è possibile confrontare direttamente i risultati con la precedente letteratura. Gli emulsionanti autorizzati rientrano tra quelli sicuri per il consumo umano e, per alcuni di questi emulsionanti, l’EFSA (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) e il comitato congiunto di esperti dell’Organizzazione congiunta per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO)/OMS hanno stabilito dosi giornaliere accettabili (ADI), come per tutti gli altri additivi alimentari.

Le DGA (dosi giornaliere ammissibili) hanno teoricamente lo scopo di proteggere i consumatori dai potenziali effetti avversi di ogni singola sostanza contenuta in un dato prodotto alimentare. In tale contesto, l’EFSA e il JECFA OMS-FAO effettuano un’analisi approfondita di tutta la letteratura disponibile al momento, discussa nell’ambito di gruppi di esperti. Tuttavia, tali rapporti non includono né dati epidemiologici clinici sugli endpoint concreti (che finora mancano) né le ultime ricerche sperimentali sugli esiti oltre la citotossicità e la genotossicità. Il presente studio, su larga scala, così altre prove recenti solleva interrogativi sulla necessità di rivedere le DGA per diversi additivi alimentari, compresi gli emulsionanti.

Ad esempio, nello studio considerato nessun partecipante ha superato la DGA di 75 mg/kg al giorno per le carragenine totali (E-407-407a), tuttavia è stata osservata un’associazione positiva con il diabete tipo 2 per tali additivi. Recenti studi sperimentali sugli animali forniscono prove di infiammazione intestinale con maggiori esposizioni alla carragenina il cui uso è stato pertanto limitato da JECFA negli alimenti e nelle formule per l’infanzia.

Lo stimolo proinfiammatorio di basso grado può indurre la sindrome metabolica e potenzialmente il diabete tipo 2 desensibilizzando la segnalazione del recettore dell’insulina.

È interessante notare che nel presente studio gli emulsionanti collegati alle malattie cardiovascolari (cellulosa, monogliceridi e digliceridi degli acidi grassi, E460, E466, E472b e E472c) erano distinti da quelli associati al rischio di diabete tipo 2 (carragenine totali, E407, E340, E472e, E331, E412, E414 ed E415), indicando profili di rischio unici per ciascuna condizione. Una potenziale ragione di questa differenza, che rimane un’ipotesi, potrebbe risiedere nei diversi percorsi biologici influenzati da questi composti. Gli emulsionanti legati alle malattie cardiovascolari potrebbero influenzare il metabolismo del colesterolo e la funzione endoteliale, mentre quelli legati al diabete tipo 2 potrebbero interagire con la segnalazione dell’insulina e l’omeostasi del glucosio.

Sono necessarie ulteriori ricerche per svelare i meccanismi biologici alla base delle associazioni osservate tra l’esposizione agli emulsionanti e il rischio di diabete tipo 2 valutando anche il potenziale ruolo di mediazione degli emulsionanti e di altri additivi nell’associazione tra il consumo di alimenti ultra-processati e il rischio di diabete tipo 2.

In conclusione, lo studio di Salame e colleghi ha evidenziato associazioni positive fra vari emulsionanti additivi alimentari e un aumento del rischio di diabete tipo 2 in un’ampia coorte di adulti francesi. I risultati forniscono la prima informazione epidemiologica sul potenziale coinvolgimento nello sviluppo del diabete tipo 2 degli additivi emulsionanti che sono onnipresenti nelle diete occidentali e consumati quotidianamente da milioni di bambini e adulti in tutto il mondo. Per rafforzare le prove sull’argomento sono necessari ulteriori studi epidemiologici osservazionali a lungo termine, nonché interventi a breve termine (per ragioni etiche) e ricerche sperimentali precliniche. Se confermati, tali risultati potrebbero indurre a una rivalutazione delle normative che regolano l’uso degli emulsionanti additivi da parte dell’industria alimentare per una migliore protezione dei consumatori.


Lancet Diabetes Endocrinol 2024;12(5):339-49

PubMed


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