Esercizio fisico e incremento ponderale in donne gravide obese: risultati di uno studio clinico randomizzato norvegese
A cura di Sara Colarusso
7 ottobre 2016 (Gruppo Comunicazione) – L’obesità materna si associa a un maggiore rischio di complicanze gestazionali, fra cui diabete gestazionale (GDM), preeclampsia, ipertensione gestazionale, parto cesareo e complicanze ostetriche. Alcuni studi clinici riportano risultati contrastanti riguardo gli effetti degli interventi di lifestyle in donne sovrappeso/obese durante la gravidanza, valutando soprattutto l’efficacia combinata di attività fisica e raccomandazioni nutrizionali. Poco solide sono ancora le evidenze scientifiche riguardo i potenziali effetti della sola attività fisica sulla prevenzione del GDM, specialmente in donne sovrappeso/obese.
Un recente studio clinico randomizzato norvegese condotto daKirsti Krohn Garnæs (Trondheim, Norvegia) e coll pubblicato sulla rivista PLOS Medicine ha analizzato una popolazione di 91 donne gravide con BMI pregravidico ≥28 kg/m2, con l’obiettivo primario di osservare l’effetto di un programma strutturato supervisionato di esercizio fisico durante la gravidanza sull’incremento ponderale. Obiettivi secondari sono stati: incidenza di GDM, pressione arteriosa, composizione corporea e alcuni parametri ematochimici. Le donne sono state randomizzate a seguire un programma di esercizio fisico standardizzato e supervisionato (n = 46; gruppo 1), ovvero sessioni 3 volte/settimana di 35 min di esercizio aerobico di moderata intensità e 25 min di esercizio di forza; le rimanenti 45 donne (gruppo 2) sono state seguite secondo tradizionale protocollo standard di cura, con counseling in tema di lifestyle. L’incremento ponderale è stato sostanzialmente sovrapponibile in entrambi gruppi (10,5 kg gruppo 1 vs. 9,2 kg gruppo 2, p = 0,43), in linea con i precedenti trial.
Fra gli endpoint secondari, gli autori hanno riscontrato una minore incidenza di GDM nel gruppo 1 (6,1 vs. 27,3%, p = 0,04). Anche i valori di pressione arteriosa sistolica sono risultati significativamente inferiori nel gruppo 1 (p = 0,006). Non sono emerse ulteriori differenze significative fra gli altri parametri studiati. Nessun evento avverso si è verificato nel gruppo di intervento.
Seppure da tali risultati si possa ipotizzare un effetto maggiormente positivo sull’incremento ponderale dell’azione combinata di attività fisica e dieta piuttosto che della sola attività fisica, gli autori confermano il ruolo benefico di programmi strutturati e supervisionati di esercizio fisico come parte integrante del percorso di cura in donne gravide sovrappeso/obese ai fini della prevenzione metabolica e cardiovascolare. Persiste indiscutibile come limite di tali studi clinici, e punto cruciale da migliorare con nuove e più efficaci strategie, l’aderenza della popolazione selezionata ai programmi di attività fisica.
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