Glicemia e funzione cognitiva nella sindrome metabolica e nella malattia coronarica
23 marzo 2015 (Congresso Medico) – Il decadimento cognitivo lieve è comune e può precedere la demenza senile. Approssimativamente, il 19% delle persone con più di 65 anni e il 29% di quelle con più di 85 anni va incontro a un decadimento cognitivo lieve, e tale condizione clinica rappresenta un importante problema di salute fra le persone anziane. Le persone con malattia coronarica e diabete mellito tipo 2 (DMT2) hanno un rischio maggiore di decadimento cognitivo. La funzione cognitiva è associata con la glicemia nei pazienti con diabete e declina nei pazienti con iperglicemia acuta o ipoglicemia, mentre può migliorare col miglioramento del compenso glicemico. Gli studi MIND e ACCORD hanno poi stabilito un’associazione fra elevati livelli di HbA1c e bassa funzione cognitiva in pazienti affetti da DMT2 e fra elevato rischio cardiovascolare e HbA1c >7,5%.
Al fine di determinare se l’associazione tra glicemia e deterioramento cognitivo possa risultare evidente anche per bassi livelli glicemici in pazienti con malattia cardiovascolare stabile, il Dott.R. Avadhani (Boston, USA) e coll. hanno valutato la relazione tra livelli di HbA1c e performance cognitive in una coorte di pazienti affetti da malattia coronarica stabile e HbA1c <7,5% (1).
Sono stati reclutati 226 soggetti di sesso maschile affetti da sindrome metabolica e malattia coronarica stabile. La performance cognitiva è stata misurata attraverso: Mini-Mental State Examination, Digit Symbol SubstitutionTest, Rey Auditory Verbal Learning Test,Trail Making Test e Categorical Verbal Fluency. Il 61,5% dei partecipanti era normoglicemico, il 20,8% aveva un’alterata glicemia a digiuno e il 17,7% era affetto da DM2T.
Lo studio ha dimostrato che elevati valori di HbA1csi associano a una più bassa funzione cognitiva in pazienti con sindrome metabolica e malattia coronarica, con risultati statisticamente significativi per tutti i test in esame tranne che per il Mini-Mental. I pazienti con IFG e diabete mellito presentavano minori performance cognitive soprattutto se più anziani e con un grado di scolarità più basso. Saranno necessari ulteriori studi per dimostrare se la normalizzazione dei valori glicemici può essere sufficiente a determinare un reale miglioramento cognitivo.
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