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HOMA-IR e Matsuda Index come predittori del rischio di sviluppare diabete tipo 1 in pazienti con autoimmunità positiva

Punti chiave

Domanda: Esiste un’associazione fra insulino-resistenza e insulino-sensibilità – misurate rispettivamente con HOMA-IR e Matsuda Index – e la progressione nei diversi stadi della storia naturale del diabete tipo 1

Risultati: Da un’analisi retrospettiva sui dati provenienti da oltre 6000 pazienti screenati nell’ambito di un ampio studio di prevenzione internazionale emerge che nei pazienti con almeno due autoanticorpi positivi e normoglicemia (stadio 1), la progressione alla disglicemia (stadio 2) e al diabete franco (stadio 3) risulta essere positivamente associata a HOMA-IR (indice di insulino-resistenza) e negativamente associata a Matsuda Index (indice di insulino-sensibilità), quando i risultati vengono corretti per secrezione insulinica. In assenza di correzione per secrezione insulinica, la progressione al diabete franco (stadio 3) mostra avere invece associazione negativa con HOMA-IR e associazione positiva con Matsuda Index.

Significato: I dati, da confermare, suggeriscono che in pazienti con autoimmunità positiva valutare insulino-resistenza e insulino-sensibilità attraverso indici calcolabili a partire da parametri di laboratorio di comune valutazione possa essere d’aiuto nello stratificare il rischio di progressione a diabete tipo 1. Tali indici devono però essere ulteriormente validati e vanno corretti per la secrezione insulinica, che nella popolazione esaminata risulta essere alterata soprattutto negli stadi avanzati di malattia. Lo studio fornisce inoltre un razionale per indagare ulteriormente se attuare precocemente interventi che riducono l’insulino-resistenza e migliorano l’insulino-sensibilità possa contribuire a rallentare la progressione verso le fasi conclamate della malattia.


A cura di Gisella Boselli

20 novembre 2023 (Gruppo ComunicAzione) – Lo scorso settembre è stato approvato definitivamente dal Senato il dl 727 per l’avvio nel 2024 (Italia primo paese al mondo) di un programma di screening per il diabete tipo 1 (DT1) in età pediatrica. I dettagli del programma devono ancora essere definiti, ma il provvedimento porterà all’identificazione di una popolazione ad alto rischio di sviluppare la patologia, con autoimmunità positiva e/o iniziali alterazioni del metabolismo glucidico. In tale contesto diventa fondamentale capire come poter seguire al meglio tali pazienti nelle fasi precliniche della patologia e se sia possibile attuare interventi per ritardarne l’esordio. A oggi non esistono indicazioni univoche che stabiliscano il follow-up da tenere in pazienti con autoimmunità positiva ed esami ancora non diagnostici per malattia diabetica, mentre lo scorso novembre l’FDA ha approvato la prima terapia per la prevenzione della progressione verso la diagnosi di DT1: l’anticorpo anti-CD3 teplizumab, che si è mostrato capace di ritardare di 36 mesi l’insorgenza di diabete in soggetti con autoimmunità positiva e disglicemia.

Nel lavoro recentemente pubblicato su Diabetologia, il gruppo di Alessandra Petrelli (Diabetes Research Institute, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano) et al. ha analizzato i dati raccolti nell’ambito dello studio TrialNet Pathway to Prevention, in cui parenti di primo e secondo grado di persone con DT1 sono stati screenati per la patologia e analizzati al baseline e successivamente ogni 6-12 mesi in base alla classe di rischio: 1) presenza di autoanticorpi (GAD65A, IA-2A, ZnT8A, ICA, mIAA); 2) glicemia, insulina e C-peptide a digiuno; 3) glicemia, insulina e C-peptide 30, 60, 90 e 120 minuti dopo OGTT con 75 g di glucosio; 4) HOMA-IR* e Matsuda Index* (vedi glossario, sotto).

In base all’esito i pazienti sono stati suddivisi in quattro stadi: “Not staged”: <2 AAb e normoglicemia; “Stage 1” ≥2 AAb e normoglicemia; “Stage 2” ≥2 AAb e disglicemia (IFG e/o IGT e/o glicemia ≥200 mg/dl a 30, 60 o 90 min dopo OGTT); “stage 3” ≥2 AAb e DM secondo i criteri ADA/WHO.

Successivamente, la popolazione in studio è stata suddivisa in terzili di HOMA-IR e Matsuda Index ed è stata poi analizzata la correlazione fra il terzile di appartenenza e la progressione nei diversi stadi della patologia: per il passaggio da “Not staged” a “Stage 1” non si è riscontrata alcuna correlazione; da “Stage 1” a “Stage2” e da “Stage 2” a “Stage 3” i pazienti nel terzo terzile di HOMA-IR (i più insulino-resistenti) e nel perimo terzile di Matsuda Index (i meno insulino-sensibili), progredivano maggiormente quando il risultato è stato aggiustato per secrezione insulinica attraverso due indici (Index60* o IGI*, vedi glossario). Da notare che, in assenza di correzione per secrezione insulinica, la correlazione fra i due indici e il passaggio da “Stage 2” a “Stage 3” restava, ma mostrando andamento opposto. I risultati sono stati confermati dall’analisi di incidenza cumulativa a 10 anni.


Diabetologia Nov 2, 2023. Online ahead of print

PubMed


Glossario

HOMA-IR: indice di insulino-resistenza calcolato a partire dai dati di glicemia e insulinemia a digiuno.

  • HOMA-IR = [glicemia a digiuno (mmol/l) × insulinemia a digiuno (pmol/l)] / 22,5

Matsuda-Index: indice di insulino-sensibilità calcolato a partire dai dati di glicemia e insulinemia a digiuno e dopo OGTT.

  • Matsuda Index = 000 / √ [glicemia a digiuno (mmol/l) × insulinemia a digiuno (pmol/l)] × [glicemia media (mmol/l) × insulinemia media (pmol/l) durante OGTT]

Index60: misura di secrezione insulinica calcolata a partire dai dati di C-peptide a digiuno e 60 min dopo OGTT e glicemia a digiuno.

  • Index60 = 0,3695 × [log C-peptide a digiuno (pg/ml)] + 0,0165 × glicemia 60 min dopo OGTT (mg/dl) + 0,3644 × C-peptide 60 min dopo OGTT (pg/ml)

IGI: misura di secrezione insulinica calcolata a partire dai dati di insulinemia e glicemia a digiuno e 30 minuti dopo OGTT.

  • IGI = [insulinemia (pmol/l) 30 minuti post OGTT – insulinemia a digiuno (pmol/l)] / [glicemia (mmol/l) 30 min dopo OGTT – glicemia a digiuno (mmol/l)]

AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.