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I criteri OMS per definire la condizione di diabete in gravidanza: uno studio di coorte

Punti chiave

Premessa: Nel 2013 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha adottato i criteri proposti dall’International Association of Diabetes and Pregnancy Study Group per definire la condizione di diabete gestazionale in base alla curva da carico orale di glucosio 75 g: glicemia a digiuno ≥92 mg/dl, e/o glicemia a 60’ ≥180 mg/dl, e/o glicemia a 120’ ≥153 mg/dl, con la raccomandazione che i criteri diagnostici validi per gli adulti al di fuori della gravidanza avrebbero dovuto essere comunque applicati anche alle donne in gravidanza. Quindi, in accordo con tale raccomandazione, donne con una glicemia plasmatica a digiuno in corso di gravidanza ≥126 mg/dl e/o una glicemia a 120’ dopo OGTT ≥200 mg/dl vengono diagnosticate come affette da diabete in gravidanza piuttosto che da diabete gestazionale. La prevalenza dell’iperglicemia in gravidanza è attorno al 16% e può esprimere quindi un quadro di diabete gestazionale o un quadro di diabete dell’adulto che viene riscontrato in corso di gravidanza. A oggi sono pochi gli studi che si pongono come obiettivo valutare se siano presenti eventuali differenze negli outcome materno-fetali tra donne con diabete gestazionale e donne con diabete in gravidanza.

Domanda: La domanda che lo studio in questione si pone è se i quadri clinici di diabete gestazionale e di diabete in gravidanza conducano agli stessi outcome perinatali.

Risultati: Le donne con diabete in gravidanza hanno un più elevato indice di massa corporea pregravidico, una maggiore probabilità di avere ipertensione arteriosa, di necessitare di trattamento insulinico in corso di gravidanza ed una maggiore frequenza di parti gemellari. Inoltre, partoriscono più frequentemente bambini grandi per età gestazionale e hanno più frequentemente OGTT patologici nel post-partum, sebbene in più della metà di esse i valori glicemici dopo il parto rientrino nella norma.

Significato: Lo studio ha voluto valutare se incorressero differenze in termini di outcome tra il diabete gestazionale, che riguarda circa l’84% dei quadri di iperglicemia durante la gravidanza, e il cosiddetto diabete manifesto in gravidanza, cioè il diabete non noto e riscontrato per la prima volta in gravidanza e che riguarda circa l’8,5% dei quadri di iperglicemia.


A cura di Alessandra Clerico

23 maggio 2022 (Gruppo AMD ComunicAzione) – Lo studio retrospettivo condotto da Tatiana A. Zaccara (Dep. de Obstetricia e Ginecologia da Faculdade de Medicina da, Universidade de São Paulo, Sao Paulo, SP, Brasile) e coll., e recentemente pubblicato su BMC Pregnancy and Childbirth, ha incluso una coorte di 1064 donne seguite presso la Gestational Diabetes Unit della Clinica universitaria della facoltà di Medicina di San Paolo del Brasile. Le pazienti sono state divise in due gruppi: diabete gestazionale (GDM) e diabete in gravidanza (DIP), in accordo con i risultati dell’OGTT effettuato in gravidanza.

Le donne con DIP presentavano un più elevato BMI pregravidico (30,5 vs 28,1 kg/m2, odds ratio [OR] 1,07, IC 95% 1,02-1,11), più frequentemente ipertensione arteriosa (43,1, vs 23,5%, OR 2,46, IC 95% 1,47-4,11), maggiore probabilità di gravidanze gemellari (10,8 vs 2,9%, OR 4,04, IC 95% 1,70-9,61) e maggiore necessità di terapia insulinica (46,1 vs 14,3%, OR 5,14, IC 95% 3,06-8,65) rispetto al gruppo di donne con GDM. Inoltre, le donne con DIP presentavano maggiore probabilità di avere bambini grandi per età gestazionale (12,3 vs 5,1%, OR 2,78, IC 95% 1,23-6,27) e maggiore probabilità di avere un OGTT post-partum patologico (45,9 vs 12,6%, OR 5,91, IC 95% 2,93-11,90) rispetto al gruppo delle donne con GDM. Tuttavia, in più della metà delle donne con DIP, i livelli di glucosio dopo il parto sono completamente rientrati nella norma.

Gli autori dello studio concludono affermando che il diabete riscontrato durante la gravidanza è una condizione che si associa a un aumentato rischio di eventi avversi perinatali ma non equivale al diabete diagnosticato dopo il parto. È pertanto necessario identificare e monitorare le donne con DIP in maniera più serrata sia durante sia dopo la gravidanza.

Infine, evidenziano come riconoscere e identificare l’iperglicemia in gravidanza sia essenziale per porre una diagnosi accurata e per prevenire le complicanze correlate a un’alterazione del metabolismo del glucosio.


BMC Pregnancy Childbirth 2022 May 3;22(1):385

Pubmed


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