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Il master Management Innovation in Diabetology – MIND-AMD – Prima edizione

di Alessandra Clerico e Lucia Briatore


A Milano si sta svolgendo dall’ottobre 2015 il primo corso di formazione manageriale Management Innovation in Diabetology (MIND-AMD), progettato ed erogato dalla SDA Bocconi School of Management in partnership con AMD, che terminerà nel maggio del 2016. Il corso, reso possibile grazie al supporto non condizionante di NovoNordisk, è indirizzato a giovani soci AMD interessati a sviluppare competenze manageriali.

Il corso è articolato in 5 sessioni mensili di 3 giorni l’una con obbligo di frequenza al 100% del corso. Al master partecipano 25 giovani diabetologi AMD provenienti da tutta Italia.

Al bando di concorso, che poneva come condizioni essenziali di essere socio AMD, un’età inferiore a 50 anni, la volontà e l’interesse del candidato a partecipare al corso e la dichiarazione di impegno del responsabile a permettergli la frequenza tassativa a tutti i moduli previsti e la disponibilità a mettere a disposizione di AMD le conoscenze apprese, hanno partecipato 45 diabetologi. Tra di essi sono stati selezionati, da una apposita commissione AMD, i 25 partecipanti.

A conti fatti, si tratta di una vera novità nel panorama formativo medico e diabetologico.

Abbiamo rivolto alcune domande agli studenti” per capire cosa li abbia riportati sui banchi di scuola senza il camice bianco e quali siano le loro impressioni sul corso.


Perché avete deciso di partecipare a un corso di formazione manageriale?
“Dopo molti anni in cui la mia formazione è sempre stata prettamente imperniata su tematiche cliniche” dice Marcello Monesi, “ho sentito l’esigenza quasi fisiologica di acquisire conoscenze e competenze manageriali e gestionali”.

Della stessa idea Annalisa Giancaterini: “Nonostante io abbia potuto studiare e collaborare per creare nuovi modelli organizzativi all’interno della mia azienda ospedaliera, non sono mai riuscita a costruirmi un background culturale completo che mi permettesse di capire l’evoluzione, anche di tipo economico, della sanità”.

Enrico Pergolizzi pensa che: “In questo particolare momento che il nostro Sistema Sanitario Nazionale sta attraversando, la figura del medico non può più essere relegata solo alla parte strettamente clinica. Purtroppo, però, l’attuale formazione universitaria che riceviamo è ancora esclusivamente di tipo medico, mentre manca quasi totalmente una preparazione di tipo gestionale”. E poiché, come ricorda Emanuela Zarra, “conoscenza è potere, una formazione specifica può cambiare il nostro atteggiamento ai tavoli istituzionali”.

La speranza e la motivazione di tutti, parafrasando le parole di Annalisa Giancaterini, è che “il corso alla SDA Bocconi possa essere un’occasione per imparare e diventare ‘alfabetizzati’ in un ambito (quello gestionale ed economico) in cui il medico non ha alcuna formazione, in modo da diventare capaci di ‘leggere da soli’ una parte di mondo che ci circonda e non essere più ‘muti’ in molti contesti decisionali”. Secondo Riccardo Fornengo, se “non impariamo quali sono le dinamiche che regolano i processi decisionali in campo sanitario, ai tavoli decisionali conteremo sempre di meno, dobbiamo imparare a parlare la stessa lingua dei nostri amministratori. Dobbiamo imparare ad essere propositivi e saper comunicare con un linguaggio comprensibile. La difesa della diabetologia non passa solo dalla nostra capacità di clinici”.

Gli argomenti fino ad ora trattati soddisfano le aspettative?
Il consenso è unanime: sì.

“In particolare, nel corso del primo modulo” dice Eugenio Alessi, “ci è stato presentato lo stato di salute del sistema sanitario nazionale e le eterogeneità dei sistemi sanitari regionali, nonché le dinamiche legislative ed economiche che hanno portato alla ‘regionalizzazione’, con uno sguardo sui trend epidemiologici e di economia sanitaria – invecchiamento della popolazione, aumento delle cronicità, evoluzione delle tecnologie – che stanno determinando la fase di cambiamento che attraversiamo”.

Il secondo modulo ‘strategia e organizzazione’ ha affrontato la gestione dei processi mediante i PDTA, il Population Health Management e l’istituzione e lo sviluppo delle reti cliniche per patologia. “Mi ha fatto capire l’andamento di alcuni meccanismi e soprattutto mi ha permesso di avere una visione diversa del mio lavoro, non più solo legato a una struttura ma in evoluzione e in continuo movimento, di alta professionalità e specificità” sottolinea Emanuela Zarra.

Positiva anche la dinamica del gruppo tra i partecipanti. “Il clima in aula è oltremodo coinvolgente” dice Marcello Monesi, “risultato di un confronto (a volte scontro) continuo tra le nostre diverse esperienze, mediate e sintetizzate dai formatori che si sono succeduti finora”. Della stessa idea Fabio Baccetti: “Il valore aggiunto della lezione è la nostra interazione e discussione”. E aggiunge: “Se vogliamo trovare un neo, è la tendenza a proporci soluzioni preconfezionate che mal si adattano ai 21 sistemi sanitari che abbiamo. E’ però pur vero che noi siamo lì anche per trovare soluzioni ai problemi che ci attanagliano nella vita lavorativa di tutti i giorni. Sta a noi prendere il meglio e adattarlo al nostro ambiente”.

In concreto, questo master che cosa potrà aggiungere alla vostra pratica clinica e al vostro percorso in AMD?
“AMD ha sempre precorso i tempi rispetto alle altre società scientifiche e ai nostri “decisori”, sia in termini di organizzazione che di formazione – educazione terapeutica, centralità della persona, PDTA, appropriatezza” dice Annalisa Giancaterini. “Ha sempre intercettato i cambiamenti prima che ci venissero richiesti permettendoci di essere professionisti pronti al momento giusto”.

Secondo Fabio Baccetti: “In concreto, questo master aggiungerà alla pratica clinica l’attenzione ad affrontare ogni problema o difficoltà, di ogni tipo o importanza, da qualunque punto di vista e sfaccettatura per poter poi prendere la decisione migliore o più adatta”, come in una visione caleidoscopica che fa apprezzare differenze e particolari a volte trascurati. Soprattutto, secondo Enrico Pergolizzi, in questa fase di mutamenti è indispensabile “per poter gestire tutte le risorse, sia economiche che umane, attraverso un sistema professionale che consenta di effettuare il ‘bilancio’ tra le risorse e le competenze richieste e quelle possedute, intervenendo in maniera mirata sui punti deboli”.

Fortemente motivato appare Eugenio Alessi, pensando “all’occasione per definire ed esplicitare, tramite la collaborazione di tutti i partecipanti e lo sviluppo di fields projects in cui siamo coinvolti, la collocazione ‘strategica’ della diabetologia nei prossimi anni”.

Per ciò che riguarda il percorso in AMD, tutti sono concordi nel dire “ci siamo” per mettere a disposizione del Direttivo e di tutti i soci le competenze e le capacità acquisite. Chiude Fabio Baccetti: “In qualsiasi caso, sarò sempre un socio riconoscente per l’opportunità datami”.


Soci AMD partecipanti al primo corso di formazione manageriale Management Innovation in Diabetology (MIND-AMD): Silvia Acquati, Alberto Aglialoro, Eugenio Alessi, Roberta Assaloni, Fabio Baccetti, Riccardo Candido, Diego Carleo, Miryam Ciotola, Alessandra Ciucci, Roberto Da Ros, Riccardo Fornengo, Marco Gallo, Annalisa Giancaterini, Giacomo Guaita, Cesare Miranda, Marcello Monesi, Paola Orsini, Enrico Pergolizzi, Basilio Pintaudi, Paola Ponzani, Francesco Romeo, Maurizio Rondinelli, Maria Antonietta Scarpitta, Antonella Senesi, Emanuela Zarra.


Per consultare i documenti redatti nel corso del laboratorio formativo di AMD/SDA Bocconi School of Management – prima edizione, clicca qui.