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Il percorso AMD per la medicina genere-specifica

Il 22-23 febbraio 2019 si è svolto a Trieste il III Convegno nazionale del gruppo AMD Donna, dedicato alla medicina di genere, che anche quest’anno ha proposto e riesaminato le tematiche volte al miglioramento e alla personalizzazione delle cure secondo un’ottica di genere. Abbiamo raccolto il commento della Responsabile scientifica dell’evento, dott.ssa Patrizia Li Volsi, coordinatrice del gruppo, e le impressioni sull’evento di Domenico Mannino, Presidente AMD

A cura di Miryam Ciotola


Dott.ssa Li Volsi, con quale premessa è stato aperto il convegno, giunto alla terza edizione?
L’ampliamento della letteratura scientifica degli ultimi anni, con studi che pongono in relazione il progredire delle patologie croniche con differenti aspetti sociali, culturali, economici, tutti aspetti che appaiono imbricati nella medicina genere-specifica, ha condotto il gruppo a organizzare un aggiornamento rispetto all’ ultima edizione del 2015.

Aggiornamento che si è concretato in?
Nella necessità di tracciare un binario unico di lavoro tra la ricerca e la medicina, per capire come differenti segni clinici, procedure diagnostiche ed esigenze terapeutiche siano diverse negli uomini e nelle donne.

Quali aspetti di questo binario unico possono coinvolgere più direttamente AMD?
In Italia, la rete di assistenza alle persone con diabete è in grado di garantire pari opportunità di accesso e la medesima qualità nell’ assistenza alle donne e agli uomini. Esistono tuttavia differenze nel raggiungimento dei target terapeutici tra uomini e donne dovute a differenze biologiche e/o di efficacia dei farmaci.

Per la malattia diabetica?
In particolare, la malattia diabetica risente molto delle differenze di genere. Lo dimostra il fatto che, benché tale patologia mostri una prevalenza maggiore nel sesso maschile, il profilo di rischio cardiovascolare è peggiore nella donna con diabete rispetto all’uomo, traducendosi in media in un peggior profilo lipidico e compenso del diabete.

Quali numeri emergono dagli Annali AMD di genere?
I dati degli Annali AMD di genere permettono il confronto dei principali indicatori di qualità dell’assistenza diabetologica, distinti per genere, fra il 2011 e il 2016, consentendo di valutare come si siano modificate nel corso di 7 anni le pratiche dei centri di diabetologia partecipanti all’iniziativa in un’ottica genere-specifica. Emerge che vi è stato un miglioramento in entrambi i sessi della qualità di cura in termini di compenso metabolico e di score Q, ma le donne continuano a mostrare una maggior difficoltà al raggiungimento del target di emoglobina glicata.

Il convegno ha dato l’opportunità di diffondere alcuni dati forniti dall’ISTAT…
Andiamo per ordine. Nel confronto europeo l’Italia si attesta al primo posto nella graduatoria europea per la speranza e aspettativa di vita alla nascita, ovvero 80,8 anni per gli uomini, mentre per le donne, con 85,2 anni, è preceduta da Spagna e Francia.

La graduatoria per patologia?
La graduatoria delle prime 10 malattie che hanno causato un maggior numero di decessi vede al primo posto le malattie cerebrovascolari per le donne, attestandosi intorno ai 34.500 decessi contro i 22.400 degli uomini.

La situazione per le donne?
Complessivamente, tra le donne si osserva un numero quasi doppio di decessi rispetto agli uomini per malattie ipertensive, ovvero 22.000 versus 11.500. Per demenza e malattia di Alzheimer, nello specifico 21.000 versus 10.000. Nelle donne anziane è più elevata la prevalenza di artrosi, ovvero 58,4% delle donne versus il 34,1% degli uomini; depressione, il 14,7% delle donne versus 7,5% uomini, Alzheimer e demenze senili, ovvero 6,0% donne versus 3,0% uomini.

Però le donne vivono più a lungo…
Sì, ma negli ultimi anni di vita presentano maggior disabilità e disagio del vivere.

In apertura del Convegno la senatrice Paola Boldrini ha parlato dell’iter attuativo del DDL Lorenzin sulla medicina di genere…
Sì, ne ha illustrato l’approvazione con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2018. Il DDL garantisce per la prima volta in Italia un orientamento al genere della medicina in tutte le sue applicazioni, sia nella sperimentazione clinica dei farmaci nel suo articolo 1, che in tutto il percorso clinico, nell’articolo 3.

Perché l’articolo 3 è così importante?
Denominato “Applicazione e diffusione della medicina di genere nel Sistema Sanitario Nazionale”, prevede che una legge nazionale aiuti a superare le autonomie dei servizi sanitari regionali, così da veder diffusa e applicata la medicina di genere. In sintesi, riconosce che le differenze di sesso e genere nella ricerca, nella prevenzione e nella diagnosi e cura sono un’esigenza ineludibile della medicina moderna.

In termini pratici, cosa rappresenta questa legge?
Un sostanziale incentivo all’appropriatezza e all’equità dell’assistenza, nel pieno rispetto del diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione. La senatrice Boldrini ha spiegato che il ministero della Salute sta ora predisponendo due decreti applicativi: uno comporterà il piano per la diffusione della medicina di genere, in collaborazione con il Centro di riferimento per la medicina di genere dell’Istituto Superiore di Sanità in rapporto con la Conferenza permanente Stato-Regioni. Il secondo decreto definirà assieme al MIUR, il piano Formativo nazionale per la diffusione delle conoscenze nel campo della medicina di genere.

La seconda sessione dell’evento ha focalizzato l’attenzione sulla relazione tra le complicanze del diabete, risposta alle terapie e medicina di genere: quali gli aspetti fondamentali?
I dati raccolti dal gruppo AMD Donna su oltre 450.000 assistiti, con diabete di tipo 1 e 2, in cura presso un terzo dei servizi diabetologici distribuiti sul territorio, ha evidenziato notevoli differenze di genere in termini di risposta alle terapie. Anche le complicanze cardiovascolari sarebbero più frequenti, l’infarto ad esempio colpisce infatti le pazienti con glicemia elevata più spesso e in maniera più seria, con un tasso di mortalità più alto rispetto agli uomini.

Come spiegare tali differenze?
A spiegare la particolare “aggressività” del diabete in rosa vi sono probabilmente le differenze biologiche legate al diverso assetto ormonale nelle varie fasi di vita della donna, ma anche una diversa risposta ai farmaci.

Fra le tematiche del Convegno, più care ad AMD, la contraccezione e la programmazione della gravidanza con diabete. Che si è detto?
È stata l’occasione per condividere alcuni dati allarmanti: ovvero che in Italia, la percentuale di gravidanze programmate risulta inferiore al 50% nelle donne con diabete tipo 1 e al 40% in quelle con diabete tipo 2.

Una situazione davvero preoccupante…
La mancata programmazione della gravidanza fa sì che l’incidenza di malformazioni sia 5-10 volte maggiore nella popolazione diabetica rispetto alla popolazione generale, e sia elevata pure l’incidenza di parti pretermine e cesarei.

In quale direzione andare?
Un’attenta programmazione e gestione della gravidanza permette di ridurre sensibilmente il rischio di malformazioni congenite e la morbilità materno-fetale legata al diabete. Nella donna diabetica la gravidanza non dovrebbe mai essere casuale, al contrario coincidere con l’ottimizzazione del compenso.

E per il diabete gestazionale?
Va considerato che il 35% delle donne che si ammalano di diabete nel corso della gravidanza sono a rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 nei 5-10 anni successivi al parto.

Sul tema diabete-gravidanza si è parlato anche di percorsi assistenziali integrati. Ci spiega meglio?
Alla diagnosi di diabete gestazionale dev’essere garantita alla futura mamma la presa in carico congiunta di un team multiprofessionale, che le garantisca l’inserimento in un percorso assistenziale integrato. Investire sulla salute della donna permette di migliorare la salute delle generazioni successive e ridurre anche l’incidenza del diabete nel mondo.

 

Differenza di genere nell’emoglobina glicata: i dati degli Annali AMD di genere

 

2009 2016

Indicatore

Maschi (M)
(%)

Femmine (F)
(%)

Delta F-M
(%)

Maschi (M)
(%)

Femmine (F)
(%)

Delta F-M
(%)

HbA1c ≤7,0%

45,5

41,7

-3,8

52,6

48,8

-3,8

HbA1c >8,0% 26,9 29,1 +2,2 18,7 21,2

+2,5

 

Il commento di Domenico Mannino, Presidente AMD
Il DDL Lorenzin pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31 gennaio 2018 garantisce per la prima volta in Italia un orientamento al genere della medicina in tutte le sue applicazioni, sia nella sperimentazione clinica dei farmaci ( art. 1 ), sia in tutto il percorso clinico ( art.3 ), promuovendo il sostegno dell’insegnamento della medicina di genere e garantendo adeguati livelli di formazione e di aggiornamento del personale medico e sanitario. AMD si impegna a diffondere una maggiore sensibilizzazione sul tema donna e diabete, allo scopo di promuovere una medicina sempre più attenta alle differenze di genere e, al tempo stesso, stimolare la popolazione femminile ad avere più cura di sé, adottando sani stili di vita e sottoponendosi regolarmente ai dovuti controlli, anche nel corso della gravidanza.