Insulino-sensibilità e -secrezione nelle donne obese con diabete di tipo 2 dopo interventi di chirurgia bariatrica
A cura di Enrico Pergolizzi
30 gennaio 2017 (Gruppo ComunicAzione) – La chirurgia bariatrica può portare a un significativo miglioramento del diabete mellito tipo 2 (DMT2) nei pazienti obesi.
Una metanalisi di Henry Buchwald e coll. (1) ha dimostrato che il bendaggio gastrico regolabile per via laparoscopica (LAGB) e la diversione biliopancreatica (BPD) inducono una remissione del DMT2 nel 50% e fino al 95% dei pazienti, rispettivamente. Il principale meccanismo chiamato in causa nel miglioramento/remissione del DMT2 dopo LAGB (una procedura bariatrica restrittiva) è il calo ponderale che porta un conseguente miglioramento dell’insulino-sensibilità. Per contro, dopo intervento di BPD (una procedura prevalentemente da malassorbimento) il miglioramento della sensibilità all’insulina si è verificato anche nel giro di pochi giorni dopo l’operazione e, quindi, non è solo dipendente dal calo ponderale. I meccanismi che stanno alla base di tale miglioramento fisiopatologico non sono stati ancora completamente chiariti e sembrano correlati non solo a variazioni dell’insulino-resistenza ma anche della secrezione insulinica e incretinica.
Recentemente, nuove procedure bariatriche, come la plicatura gastrica totale verticale laparoscopica (TGVP), hanno ampliato l’arsenale di interventi per il trattamento dei pazienti obesi con DMT2. La nuova procedura chirurgica riduce il volume dello stomaco e porta a un effetto restrittivo senza l’impianto di dispositivi esterni (come per esempio, il bendaggio gastrico), la gastrectomia o il bypass intestinale. A oggi, però, i dati sugli effetti di questa emergente tecnica chirurgica nei pazienti con DMT2 sono limitati rispetto alle procedure bariatriche convenzionali.
In uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Obesity Facts, Jana Vrbikova (Praga, Repubblica Ceca) e coll. (2) hanno quindi voluto confrontare gli effetti di LAGB, BPD e TGVP sulla resistenza e secrezione insulinica nelle donne obese affette da DMT2. Sono state valutate 52 donne obese (età 30-66 anni) con DMT2, reclutandole in tre gruppi di studio: 16 per BPD; 16 per LAGB e 20 per TGVP. Sono stati eseguiti clamp euglicemici e test di tolleranza ai pasti misti prima, a 1 e a 6 mesi dopo l’intervento di chirurgia bariatrica. La funzione beta-cellulare derivata dai parametri del test del pasto è stata valutata utilizzando modelli matematici. La disponibilità di glucosio per chilogrammo di massa magra (un indicatore di sensibilità periferica all’insulina) è aumentata significativamente in tutti i gruppi, soprattutto dopo 1 mese. La secrezione insulinica basale è diminuita significativamente dopo tutti e tre i tipi di operazione, ma soprattutto dopo BPD. La secrezione totale di insulina è diminuita in modo significativo solo dopo BPD. La sensibilità al glucosio della beta-cellula non è significativamente variata in nessuno dei gruppi di studio.
In conclusione, in questo studio è stato documentato un miglioramento della sensibilità all’insulina nelle donne obese con DMT2 simile per tutti e tre gli interventi in studio durante i 6 mesi di follow-up post-operatorio. E’ da notare che, solo l’intervento di BPD ha comportato una diminuita richiesta sulle cellule beta (riduzione della secrezione insulinica), ma senza aumentare significativamente la sensibilità al glucosio delle stesse cellule. Per questo studio è previsto un follow-up a lungo termine al fine di esplorare in modo prospettico gli esiti di LAGB, TGVP e BPD a 1, 2 e 4 anni dall’intervento.
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