L’ iperglicemia si associa a outcome sfavorevole in pazienti ricoverati per scompenso cardiaco acuto
9 marzo 2015 (Congresso Medico) – Lo scompenso cardiaco è una condizione clinica in crescita associata a morbilità, mortalità e elevati costi sanitari. In considerazione dell’età elevata dei pazienti con questa patologia, una delle comorbilità maggiormente rappresentate risulta il diabete. Il quale si associa a un incremento della mortalità per tutte le cause nei pazienti con scompenso cardiaco. La riduzione della sopravvivenza sarebbe attribuibile alla presenza di iperglicemia che si associa con un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, scompenso cardiaco acuto con ospedalizzazione e mortalità.
Pochi sono i dati disponibili circa le caratteristiche, il trattamento e la sopravvivenza in pazienti senza diabete, con diabete diagnosticato in precedenza e pazienti con iperglicemia da stress ricoverati per scompenso cardiaco acuto. In uno studio osservazionale pubblicato sulla rivista Diabetes & Vascular Disease Research (1), il Dott.Benjam K.I. Helfand (Worcester, MA, USA) e coll. si sono prefissati l’obiettivo di descrivere l’epidemiologia del diabete e dell’iperglicemia in una larga coorte di pazienti ricoverati con scompenso cardiaco acuto in 11 centri ospedalieri del Massachusetts (USA). Sono stati reclutati 5428 (56%) pazienti non diabetici, 3807 (39%) con diagnosi di diabete e 513 (5%) con iperglicemia al momento del ricovero ospedaliero. L’età media era di 76 anni, prevalevano le donne (56%) rispetto agli uomini e il 29% dei pazienti erano al primo ricovero per scompenso cardiaco.
I pazienti con iperglicemia presentavano una mortalità ospedaliera (9,9%) più elevata rispetto ai pazienti con diagnosi di diabete mellito tipo 2 (6,5%) e ai non diabetici (7,5%), mentre i pazienti con diagnosi di diabete mellito avevano maggiore rischio di morte a 3 mesi dalla dimissione ospedaliera rispetto agli altri due gruppi. I pazienti con elevati valori glicemici al momento del ricovero ospedaliero avevano quindi maggiore probabilità di morte in fase acuta e questo rischio decresceva con la risoluzione della fase critica, tuttavia l’iperglicemia intraospedaliera nei pazienti non diabetici determinava un elevato rischio di sviluppare il diabete sul lungo termine.
Lo studio dimostra una stretta correlazione tra iperglicemia e outcome sfavorevole dello scompenso cardiaco acuto e suggerisce uno stretto follow-up e un trattamento intensivo anche dopo la dimissione ospedaliera soprattutto in pazienti con diabete noto.
1) Diab Vasc Dis Res 2014 Dec 18. pii: 1479164114559024
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