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La variabilità dell’emoglobina glicata “da visita a visita” è associata a un rischio di amputazione dell’estremità inferiore degli arti in pazienti con diabete tipo 2

Punti chiave

Domanda: Il valore in assoluto dell’emoglobina glicata è sufficiente per prevedere complicanze vascolari nel paziente diabetico?

Risultati: Non l’emoglobina glicata ma la variabilità dell’emoglobina nel tempo, espressa come percentuale del numero di modifiche >0,5% rispetto al valore precedente (HbA1c Variabily Score), è un dato predittivo del rischio di amputazione degli arti inferiori.

Significato: Oscillazioni significative e ravvicinate dell’emoglobina glicata devono allarmare il diabetologo e suggerire al paziente diabetico uno screening delle complicanze micro- e macrovascolari degli arti inferiori.


A cura di Gemma Frigato

5 ottobre 2020 (Gruppo ComunicAzione) – I pazienti con diabete tipo 2 (DT2) hanno un rischio 10 volte aumentato di amputazione degli arti inferiori (LEA, lower-extremity amoutation) rispetto ai non diabetici.

Gli studi finora condotti suggeriscono che il valore medio dell’emoglobina glicata (HbA1c) sia associato a un aumento del rischio di LEA nei pazienti con DT2, ma evidenze emergenti considerano la variabilità glicemica (espressa come variabilità dell’HbA1c nel tempo) il miglior predittore di complicanze nel diabete.

Uno studio osservazionale recentemente pubblicato su Diabetes Care da Yuxin Fan (Pennington Biomedical Research Center, Baton Rouge, LA USA; e Tianjin Medical University General Hospital, Tianjin, China) e coll. ha utilizzato un nuovo marker di variabilità glicemica, definito come HbA1c Variability Score (HVS) ed espresso come la percentuale del numero di modifiche (in aumento o in diminuzione) di HbA1c >0,5% (5,5 mmol/mol) rispetto al valore precedente tra tutte le misurazioni di HbA1c del paziente, comprese tra la data della diagnosi di DT2 e quella dell’amputazione.

Lo studio ha valutato 30.039 persone con DT2 diagnosticato tra il 2013 e il 2019, con un follow-up medio di 5,64 anni. Erano esclusi pazienti con complicanze alla data del reclutamento o entro 2 anni dalla diagnosi di diabete e quelli che non disponevano di almeno 5 valori di HbA1c tra la data di diagnosi del DT2 e la data di diagnosi dell’outcome (LEA).

L’analisi multivariata aggiustata per le variabili confondenti più importanti suddivise in 4 modelli di correzione (età, sesso, razza, BMI, pressione arteriosa sistolica, colesterolo LDL, velocità di filtrazione glomerulare stimata, fumo, valore medio di HbA1c, malattia arteriosa periferica, deformità del piede e uso di farmaci antipertensivi, farmaci per il diabete, agenti ipolipemizzanti e aspirina) ha determinato un hazard ratio (HR) per amputazioni delle estremità inferiori basati su diverse categorie di variabilità dell’HbA1c (<20%, da >20 a ≤40%, da >40 a ≤60%, da >60 a ≤80% e >80% ), che sono stati rispettivamente di 1,00, 1,00, 1,54, 1,70 e 3,31 (p <0,001). Gli HR aggiustati per più variabili per gli eventi delle amputazioni agli arti inferiori erano 1,00, 1,35, 1,81 e 2,15 tra i quartili di deviazione standard di HbA1c (p trend = 0,012) e 1,00, 1,21, 1,35 e 1,88 tra i quartili del coefficiente di variazione dell’HbA1c (p trend= 0,012). Dopo ulteriore aggiustamento per ulcera del piede rimane una significativa correlazione tra LEA e HVS. 266 dei 268 pazienti che sono andati incontro a LEA presentavano una storia di ulcere ai piedi.

Le attuali linee-guida dell’ADA raccomandano un target di HbA1c <7% per prevenire complicanze nei pazienti diabetici. Tuttavia, l’HbA1c non riflette le fluttuazioni di glicemia nel lungo periodo, quelle più dannose per l’endotelio vascolare per lo stress ossidativo che l’instabilità glicemica scatena.

In conclusione, i dati dello studio dimostrano che la variabilità glicemica risulta essere un indicatore indipendente di rischio di LEA in pazienti con DT2 e che la valutazione dell’HVS deve essere considerata un dato da indagare nella prevenzione di LEA nei soggetti con DT2.


Diabetes Care 2020 Sep; dc201615

PubMed


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