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L’ecocardiografia migliora la previsione di eventi cardiovascolari maggiori in una popolazione con diabete di tipo 1 e senza malattie cardiache note: il Thousand & 1 study

A cura di Francesco Romeo

9 dicembre 2019 (Gruppo ComunicAzione) – La malattia cardiovascolare è la comorbilità più comune nel diabete di tipo 1. Tuttavia, le linee-guida attuali non includono la valutazione di routine della funzione miocardica. Magnus T. Jensen (Dept. of Cardiology, Copenhagen University Hospital Herlev-Gentofte, Hellerup, Denmark) et al. nel loro studio recentemente pubblicato su Diabetologia hanno valutato se e come l’ecocardiografia fornisce informazioni prognostiche incrementali in soggetti con diabete di tipo 1 senza malattie cardiache conosciute.

Si tratta di uno studio osservazionale longitudinale di coorte che ha reclutato, attraverso il registro nazionale danese, pazienti con diabete tipo1 senza malattie cardiache note. Sono stati esaminati l’associazione dell’ecocardiografia con i principali eventi avversi cardiovascolari (MACE, major adverse cardiovascular events) e il valore prognostico incrementale quando aggiunto al motore di rischio clinico Steno T1D: un modello di rischio validato per prevedere il rischio del primo evento cardiovascolare nel diabete tipo 1 comprendente dieci fattori di rischio convenzionali.

In totale, sono stati inclusi 1093 individui: età mediana 50,2 (39,2-60,3) anni e HbA1c 65 (56-74) mmol/mol; 53% uomini, BMI medio (DS) 25,5 (3,9) kg/m2 e durata del diabete 25,8 (14,6) anni.

Durante i 7,5 anni di follow-up si sono verificati 145 (13,3%) eventi MACE (mortalità per tutte le cause, ospedalizzazione per infarto miocardico acuto, rivascolarizzazione coronarica, ospedalizzazione per scompenso cardiaco o ictus).

L’ecocardiografia ha predetto in modo significativo e indipendente gli eventi MACE: frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF, left ventricular ejection fraction) <45% (n = 18) vs. ≥45% (n = 1075), HR (IC 95%) 3,93 (1,91-8,08), p <0,001; funzione longitudinale globale compromessa (GLS, global longitudinal strain) (misura la funzione miocardica piuttosto che quella di pompa ed è un indicatore di disfunzione miocardica precoce) 1,65 (1,17-2,34) (n = 263), p = 0,005; velocità precoce mitralica diastolica (E)/velocità Doppler del tessuto diastolico precoce (e’) <8 (n = 723) vs. E/e’ 8-12 (n = 285), 1,59 (1,04-2,42), p = 0,031; ed E/e’ <8 vs. E/e’ ≥12 (n = 85), 2,30 (1,33-3,97), p = 0,003. In soggetti con LVEF conservata (n = 1075), le stime per GLS compromesso erano 1,49 (1,04-2,15), p = 0,032; E/e’ <8 vs. E/e’ 8-12, 1,61 (1,04-2,49), p = 0,033; ed E/e’ <8 vs. E/e’ ≥12-2,49 (1,41-4,37), p = 0,001. L’aggiunta di variabili ecocardiografiche al motore di rischio Steno T1D ha migliorato significativamente la previsione del rischio: statistica C di Harrell 0,791 (0,757-0,824) vs. 0,780 (0,746-0,815), p = 0,027; e indice di riclassificazione netto, 52%, p <0,001.

In base ai risultati ottenuti gli autori concludono che nei soggetti con diabete tipo 1 senza malattie cardiache conosciute, l’ecocardiografia migliora significativamente la previsione del rischio rispetto ai soli fattori di rischio clinici raccomandati dalle linee-guida e potrebbe avere un ruolo nella cura tali pazienti.


Diabetologia. 2019,62(12):2354-64

PubMed


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