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L’efficacia della tecnologia nel diabete tipo 1: revisione sistematica, metanalisi network e sintesi narrativa

A cura di Alessandra Clerico

9 marzo 2020 (Gruppo ComunicAzione) – Le tecnologie esistenti per la cura del diabete tipo 1 sino ad ora non sono state messe sistematicamente a confronto per quanto riguarda l’ampia gamma di dispositivi tecnologici presenti; inoltre, per valutare l’impatto positivo della tecnologia sulla cura del diabete vengono presi in considerazione metodi differenti di valutazione della glicemia oltre che i risultati positivi riferiti dai pazienti.

Gli autori di uno studio pubblicato su Diabetes and Technology si sono posti l’obiettivo di analizzare l’efficacia delle tecnologie a disposizione per la cura del diabete tipo 1 attraverso una revisione sistemica, una metanalisi network e una sintesi narrativa.

La ricerca è stata condotta su MEDLINE, MEDLINE In-Process e altre citazioni non indicizzate, EMBASE, PubMed, All Evidence-Based Medicine Reviews, Web of Science, PsycINFO, CINAHL e PROSPERO a partire da aprile 2019.

Sono stati inclusi studi randomizzati e controllati (RCT, randomized controlled trial) con durata superiore alle 6 settimane che confrontavano l’utilizzo di 12 differenti tecnologie per la cura del diabete tipo 1 in una popolazione adulta con età superiore a 18 anni a esclusione delle donne in gravidanza. I dati sono stati estratti utilizzando strumenti predefiniti. Gli outcome principali erano il valore di HbA1c (%), la frequenza di episodi di ipoglicemia e la qualità di vita (QoL, quality of life) dopo esclusione statistica delle differenze legate al caso mediante network metanalisi.

Gli autori hanno così identificato 16.772 pubblicazioni tra le quali 52 eleggibili: in esse venivano paragonati 12 differenti tipi di tecnologie su un totale di 3975 soggetti; i dati sono stati sottoposti a metanalisi network. I sistemi integrati di pompa insulinica e monitoraggio in continuo del glucosio interstiziale (CGM, continuous glucose monitoring) con sospensione per glucosio basso (LGS, low-glucose suspend) o gli algoritmi ad ansa chiusa ibridi hanno dimostrato una riduzione in termini di HbA1c dello 0,96% (intervallo predittivo [PrI 95%] 0,04-1,89) e dello 0,87% (PrI 95% 0,12-1,63) se paragonati rispettivamente a una terapia insulinica iniettiva sottocutanea basal-bolus associata a flash glucose monitoring o monitoraggio glicemico capillare tradizionale.

Inoltre, i sistemi integrati hanno dimostrano la miglior riduzione di HbA1c quando si è utilizzata come valutazione analitica il metodo dell’area sotto la curva (SUCRA-96.4). Mentre non si sono riscontrate differenze tra i vari tipi di trattamento per quanto riguarda gli episodi di ipoglicemia e QoL, la valutazione stessa di tali outcome mediante cluster analysis, così come mediante sintesi narrativa, appare a favore dei sistemi integrati di pompa insulinica e CGM. Il rischio complessivo di errore resta comunque moderato-alto e la certezza dell’evidenza scientifica è per contro molto bassa.

Nelle loro conclusioni gli autori affermano che i sistemi integrati di pompa insulinica e CGM con LGS o gli algoritmi ad ansa chiusa ibridi sembrano dunque essere i sistemi migliori per ottenere una riduzione dell’emoglobina glicata e dell’outcome composito riduzione di glicata e ipoglicemia severa, e che probabilmente offrono anche un vantaggio sulla qualità di vita del paziente.


Diabetes Technol Ther 2020. Feb 5. doi: 10.1089/dia.2019.0417. [Epub ahead of print]

Pubmed


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