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L’efficacia della terapia insulinica basal-bolus in soggetti con diabete tipo 2 varia in base ai livelli di 1,5-anidroglucitolo: un’analisi post hoc

A cura di Eugenio Alessi

4 giugno 2018 (Gruppo ComunicAzione) – L’1,5-anidroglucitolo (1,5-AG) è un poliolo endogeno e alimentare, strutturalmente simile al glucosio, già proposto come marker di compenso metabolico a breve termine (una o due settimane) nei soggetti con diabete mellito (DM). Differenti studi hanno mostrato una sua correlazione con la glicemia postprandiale e le complicanze croniche micro- e macrovascolari del DM. La sua concentrazione plasmatica è mantenuta costante, in condizioni di euglicemia, da un meccanismo di riassorbimento tubulare renale, con un range di normalità di 6,8-29,3 µg/ml nelle donne e 10,7-32,0 µg/ml negli uomini. Quando la glicemia supera la soglia renale (circa 180 mg/dl) il glucosio, in maniera competitiva, blocca il riassorbimento tubulare dell’1,5-AG, i cui livelli diminuiscono, per poi tornare rapidamente ad aumentare una volta migliorati i valori glicemici.

Simon Heller (Academic Unit of Diabetes Endocrinology and Metabolism, University of Sheffield, UK) e coll. hanno condotto e recentemente pubblicato sulla rivista Diabetic Medicine una analisi post hoc sui dati dello studio Onset 3, un trial randomizzato di fase 3, multicentrico e open-label, della durata di 18 settimane, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza dell’insulina aspart fast-acting (faster aspart) in terapia basal-bolus vs. la terapia con sola insulina basale (in entrambi i casi con metformina) in soggetti con DM tipo 2 (DMT2), mostrando una significativa riduzione dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c) e della glicemia postprandiale (GPP) e un significativo incremento dei livelli di 1,5-AG.

Obiettivo dell’analisi è stato valutare se l’efficacia della terapia con insulina prandiale fosse correlata ai livelli di 1,5-AG al basale. A tal fine, i 234 partecipanti allo studio di cui erano disponibili i livelli di 1,5-AG sono stati divisi in sottogruppi in base a 5 valori di cut-off (2, 3, 4, 5 e 6 µg/ml), in virtù della considerevole variabilità interindividuale dei livelli del poliolo, ed è stata valutata la variazione di HbA1c nei soggetti con livelli al di sopra e al di sotto dei cut-off.

Le variazioni di HbA1calle settimane 6, 12 e 18 rispetto al basale sono state valutate mediante un modello mixed-effetcs per misure ripetute (MMRM), che includeva anche i valori basali di HbA1ce 1,5-AG come covariate. La riduzione dei livelli di HbA1c nei pazienti in terapia basal-bolus rispetto ai pazienti in terapia con sola insulina basale era significativamente maggiore nei soggetti con 1,5-AG al basale ≤3 µg/ml (34 pazienti) vs. >3 µg/ml (198 pazienti): Extimated Treatment Difference (ETD) -1,53% (IC 95% -2,12; -0,94) vs. -0,82% (IC 95% -1,07; -0,57), con p per l’interazione 0,03. L’ETD diventava più marcata se si utilizzava il cut-off di 2 µg/ml (p = 0,003) e rimaneva maggiore, ma non in maniera statisticamente significativa per i valori di cut-off ≥4 µg/ml.

I soggetti nel sottogruppo 1,5-AG ≤3 µg/ml avevano al basale livelli maggiori di HbA1c e GPP rispetto ai soggetti con 1,5-AG >3 µg/ml, mentre non vi erano differenze significative di peso corporeo, BMI e durata del DM.

In virtù del fatto che il modello statistico prevedeva una correzione per i livelli al basale di HbA1c, gli autori concludono che i livelli di 1,5-AG potrebbero rappresentare un dato complementare all’HbA1c e utile nel predire la risposta alla terapia insulinica basal-bolus e orientarci, pertanto, nella scelta fra differenti regimi terapeutici, nel momento in cui occorra intensificare la terapia con insulina basale e ipoglicemizzanti orali. Nella pratica clinica, inoltre, frequentemente non abbiamo a disposizione, sia per la ridotta compliance che per i costi, i dati derivanti da un adeguato automonitoraggio delle GPP dei pazienti in terapia con insulina basale e ipoglicemizzanti orali.

I limiti dello studio sono rappresentati dal piccolo numero di soggetti nei sottogruppi in esame, in particolare nei sottogruppi con livelli molto bassi di 1,5-AG (≤3 µg/ml) in cui un vantaggio aggiuntivo della terapia insulinica basal-bolus è stato dimostrato. Inoltre, data la natura “esplorativa” dello studio, questa analisi non consente di individuare un valore di cut-off ottimale per predire la risposta alla terapia basal-bolus, per cui saranno necessari trials clinici randomizzati di portata maggiore.


Diabetic Medicine. Published online 26 May 2018 

PubMed


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