Nel diabete gestazionale i valori elevati di glicemia a digiuno in corso di OGTT predicono gli outcome avversi meglio della glicemia post-carico
A cura di Marcello Monesi
25 novembre 2019 (Gruppo ComunicAzione) – Secondo un recente studio osservazionale condotto in Canada e pubblicato online su Diabetic Medicine, la presenza di elevati livelli di glicemia a digiuno in corso di test da carico orale di glucosio (OGTT, oral glucose tolerance test) per la diagnosi di diabete gestazionale si associa a un più alto rischio di macrosomia e di ipertensione in corso di gravidanza rispetto a chi presenta alterazioni della glicemia post-carico (1).
Secondo gli standard canadesi, i criteri diagnostici prevedono l’esecuzione di un “challenge OGTT test” con la somministrazione di 50 g di glucosio seguito, in caso di anormalità, da un secondo carico orale con 75 g, in cui il riscontro di un singolo valore alterato determina la diagnosi (cutoff 95 mg/dl a digiuno, 191 mg/dl dopo 1 ora, 162 mg/dl dopo 2 ore) (2). Lo studio ha previsto l’osservazione di oltre 250.000 gravide negli anni compresi tra il 2008 e il 2014: di queste, il 5% è risultato affetto da diabete gestazionale. I nati macrosomici risultavano pari al 22,4% nel gruppo delle gestanti con iperglicemia a digiuno rispetto al 9,1% nel gruppo delle donne con sola alterazione della glicemia post-carico.
Risultati analoghi sono stati osservati nei confronti del rischio di ipertensione gravidica, con un rischio dell’11,9% nelle donne con iperglicemia a digiuno, e dell’8% in chi mostrava iperglicemia post-carico all’OGTT.
Dopo aggiustamento per fattori materni come età, etnia, parità e comorbilità, le donne con valori elevati di glicemia a digiuno all’OGTT mostravano un rischio relativo pari a 2,66 (IC 95% 2,39-2,96) per macrosomia e a 1,51 (IC 95% 1,33-1,72) per ipertensione nei confronti delle gravide con glicemia elevata post-carico; inoltre, il primo gruppo andava incontro a un maggior numero di parti cesarei, induzioni e parti pretermine.
Anche dopo il trattamento dell’iperglicemia, condotta secondo i protocolli vigenti in Canada con insulina e/o metformina, il gruppo con glicemia elevata a digiuno manteneva un’aumentata presenza di outcome avversi: per tale motivo, secondo gli Autori dello studio, sarà necessario intraprendere ulteriori studi per comprendere se l’iperglicemia a digiuno sia il marcatore di specifiche alterazioni metaboliche connesse alla macrosomia fetale, che restano in qualche modo non responsive alla correzione successiva dell’iperglicemia.
1. Diabet Med 2019; doi:10.1111/dme.14173
2. Can J Diabetes 2018;42(Suppl 1):S255-82
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