Nel diabete tipo 2 l’età alla diagnosi e il genere condizionano il rischio di mortalità cardiovascolare
A cura di Marcello Monesi
15 aprile 2019 (Gruppo ComunicAzione) – Uno studio osservazionale recentemente pubblicato su Circulation ha analizzato dati provenienti dal Registro nazionale svedese sul diabete, considerato tra i migliori registri di patologia per qualità e completezza, allo scopo di individuare l’impatto dell’età di insorgenza della patologia diabetica sul rischio di morbilità e mortalità cardiovascolare (CV).
I ricercatori hanno valutato dati di circa 320.000 persone con diabete tipo 2 (DT2), rapportati a un gruppo di controllo di circa 1,6 milioni di soggetti non diabetici. In un follow-up medio di 5,6 anni (1998-2014) sono stati valutati i seguenti outcome: infarto miocardico acuto, ictus, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e mortalità per tutte le cause.
I risultati dello studio hanno evidenziato che, rispetto ai soggetti non diabetici, quelli diagnosticati prima di compiere 40 anni presentano un rischio di mortalità per tutte le cause (HR 2,05; IC 95% 1,81-2,33) e di mortalità CV (HR 2,72; IC 95% 2,13-3,48) più che raddoppiato; quadruplicato il rischio di scompenso cardiaco (HR 4,77; IC 95% 3,86-5,89) e di patologia coronarica (HR 4,33; IC 95% 3,82-4,91). Il rischio di mortalità si attenua progressivamente con l’avanzare dell’età della diagnosi di DT2, fino a scomparire nei soggetti in cui il DT2 è insorto dopo gli 80 anni, in cui è lo stesso dei pari età senza DT2.
Inoltre, in quasi tutte le categorie analizzate, nelle pazienti di sesso femminile la presenza di DT2 conferisce un rischio di mortalità e morbilità CV nettamente più alto rispetto alle donne non affette da DT2. Nell’analisi complessiva, la categoria in cui la presenza di DT2 si associa a un maggiore incremento del rischio di mortalità e patologia CV è rappresentata dalle donne con insorgenza precoce di patologia diabetica.
Gli autori commentano che nelle categorie a maggiore rischio debba essere esercitata la maggiore intensità diagnostica e terapeutica; minore aggressività nel trattamento dovrebbe essere riservata ai pazienti anziani con diagnosi recente di DT2, mentre viene avanzata l’ipotesi di un ripensamento dello screening per il diabete nelle persone di età superiore a 80 anni.
Circulation. 2019 Apr 8. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.118.037885. [Epub ahead of print]
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