Persone con diabete e telemedicina durante la pandemia di COVID-19: fattori associati alla qualità percepita e alla volontà di continuare
Punti chiave
Domanda: Esistono, nelle persone con diabete, fattori individuali o di contesto che determinano la qualità percepita dei servizi di telemedicina e teleassistenza, nonché la volontà di proseguire con queste modalità di cura?
Risultati chiave: In questo studio su 569 persone con diabete tipo 1 e 2, che hanno fruito, in Italia, dei servizi di telemedicina e teleassistenza durante la prima ondata della pandemia di COVID-19, la qualità percepita e la volontà di continuare sono risultati elevati. Un elevato grado di istruzione e l’essere non occupati si associavano a elevata volontà di continuare e l’età più elevata si associava a minore qualità percepita; la percezione di supporto dal servizio di teleassistenza e di miglioramento dell’autogestione del diabete si associavano positivamente con qualità percepita e volontà di continuare.
Significato: Lo studio identifica diversi determinanti di qualità percepita e volontà di continuare con i servizi di telemedicina e teleassistenza nella cura del diabete, che dovrebbero essere tenuti in considerazione nell’implementazione di percorsi di cura che prevedano l’integrazione fra telemedicina e visite in presenza.
A cura di Eugenio Alessi
11 ottobre 2021 (Gruppo ComunicAzione) – L’applicabilità e la potenziale utilità della telemedicina e della teleassistenza (TMTA) nella gestione di patologie croniche che richiedono un livello elevato di educazione sanitaria, modifiche dello stile di vita, gestione di farmaci e monitoraggio clinico periodico, quali il diabete tipo 1 e 2, erano state studiate e dimostrate ben prima della pandemia da COVID-19 la quale, comunque, ha determinato una notevole accelerazione dell’implementazione di tali modalità di assistenza. Di fatto, dal marzo al maggio 2020 in Italia centinaia di migliaia di visite per persone con diabete non sono state effettuate e le società scientifiche italiane che si occupano di diabete (AMD, SID, SIE) hanno prontamente sviluppato procedure per l’esecuzione delle visite in remoto, per garantire la continuità delle cure mediante TMTA, consentendo di erogare molte delle prestazioni non effettuabili in presenza. Una delle regioni italiane più colpite dalla pandemia è stata l’Emilia-Romagna, con pesanti ricadute anche sull’assistenza alle persone con patologie croniche, ma anche con grande impegno da parte delle autorità sanitarie nell’implementare l’assistenza remota mediante l’utilizzo di TMTA.
Posta l’importanza di integrare le visite in presenza e l’assistenza in remoto anche al di là dell’attuale crisi sanitaria e di tenere in adeguata considerazione la soddisfazione dei pazienti, obiettivo dello studio condotto proprio in Emilia-Romagna da Elisa Maietti (Dip. di Scienze Biomedicale e Neuromotorie, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna) e coll., recentemente pubblicato su Diabetes Research and Clinical Practice, è stato indagare i determinanti individuali e di contesto della qualità percepita dei servizi di TMTA da parte delle persone con diabete e della volontà di continuare con tale modalità di assistenza anche dopo la pandemia.
A tal fine, tutte le persone con diabete che, nel periodo marzo-maggio 2020, hanno fruito di TMTA e di cui era disponibile un numero di cellulare o un indirizzo email (n = 4552) sono stati invitati a rispondere a un questionario strutturato web-based, sviluppato da esperti di diabetologia, psicologia e metodologia di ricerca, contenente 26 domande raggruppate in differenti sezioni e volte a indagare differenti aspetti, fra cui le caratteristiche sociodemografiche e la valutazione generale del servizio di TMTA, con due domande utilizzate come variabili dipendenti: 1) qualità percepita del servizio TMTA (scala 1-10), 2) volontà di continuare a fruire del servizio (sì/no).
671 pazienti hanno risposto al questionario (tasso di risposta 14,4%). I questionari con dati mancanti sulle variabili dipendenti e con >20% dei dati mancanti sulle altre variabili sono stati esclusi dall’analisi, che è stata effettuata su 569 persone con diabete, al 54,7% di sesso femminile, con età media di 58,1 ± 11,8 anni. La qualità percepita (QP) media era 7,3 ± 1,9 e il 64% dei pazienti ha espresso volontà di continuare (VC). All’analisi di regressione multipla, avere un elevato grado d’istruzione si associava positivamente alla volontà di continuare, così come l’essere non occupati. Al contrario, l’età elevata (≥65 anni) si associava negativamente alla QP e il sesso femminile si associava negativamente alla VC. Essere chiaramente informati sul servizio TMTA correlava positivamente sia con QP sia con VC, mentre una conveniente calendarizzazione delle visite, l’adeguata lunghezza delle stesse, la continuità di cura con il medesimo operatore sanitario e l’utilizzo di smartphone si associavano positivamente alla QP; l’aver aderito a più di due appuntamenti in TMTA si associava alla VC. La percezione di supporto dal servizio di TMTA e la percezione di miglioramento dell’autogestione del diabete correlavano positivamente sia con QP che con VC.
In conclusione, lo studio individua differenti determinanti della qualità percepita e della volontà di proseguire con la telemedicina e la teleassistenza da parte delle persone con diabete anche al di là della pandemia da COVID-19.
Al netto di alcune limitazioni, riconosciute dagli autori, come la selezione della popolazione oggetto dello studio (invitati a partecipare attraverso strumenti digitali), la partecipazione volontaria, l’anonimato del questionario che ha reso impossibile valutare le caratteristiche cliniche, nonché la circostanza che sia stato raccolto in un periodo di emergenza e non di normalità, gli elementi emersi sono coerenti con la mole esistente di letteratura sull’argomento e dovrebbero essere tenuti in considerazione nello sviluppo di percorsi di cura che prevedano l’integrazione fra telemedicina e visite in presenza.
Diabetes Res Clin Pract. 2021 Sep 14;180:109047. Online ahead of print
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