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Prediabete e rischio di mortalità, complicanze e comorbilità

Punti chiave

Domanda: Gli stati di disglicemia (IFG, IGT, oppure HbA1c 39-47 mmol/mol), si associano a outcome sfavorevoli per la salute? Qual è il grado di evidenza a supporto di tale associazione?

Risultati: La prima overview sistematica sulle evidenze disponibili ha evidenziato che il prediabete si associa a un alto rischio relativo di mortalità per tutte le cause e un’alta incidenza di eventi cardiovascolari, ictus, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, malattia renale cronica, neoplasie e demenza. Per alcuni outcome (rischio di mortalità per tutte le cause, eventi cardiovascolari, cardiopatia ischemica e ictus) è stata descritta un’associazione più forte per l’IGT rispetto a IFG o all’HbA1c.

Significato: La prevalenza globale del prediabete è in continuo aumento, con evidenza che queste alterazioni metaboliche si associano a outcome sfavorevoli. Pertanto, il miglioramento del metabolismo glucidico nelle persone con disglicemia può rivelarsi una concreta opportunità di prevenzione, con effetti benefici sullo stato di salute.


A cura di Gabriella Garrapa

31 gennaio 2022 (Gruppo ComunicAzione) – La prevalenza globale del prediabete è in aumento: le stime dell’International Diabetes Federation (IDF) per la prevalenza dell’IGT (popolazione adulta nel 2019) è del 7,5% (373,9 milioni), con una proiezione per l’anno 2045 di incremento all’8,6% (548,4 milioni). Diventa dunque cruciale identificare le condizioni di disglicemia per l’alta prevalenza e l’elevato rischio di progressione verso il diabete mellito tipo 2; e le anomalie metaboliche potrebbero conferire un aumentato rischio di comorbilità e di complicanze croniche, tradizionalmente correlate al diabete. Alcune metanalisi hanno messo in relazione la condizione di prediabete con un alto rischio di outcome cardiovascolari e malattia renale cronica; inoltre, c’è una emergente evidenza di associazione con lo sviluppo di disordini cognitivi e neoplasie.

I potenziali bias dei report pubblicati e la mancanza di studi con una numerosità appropriata o con adeguato periodo di follow-up, hanno condotto un gruppo di ricercatori tedeschi – del German Center for Diabetes Research di Düsseldorf – a pubblicare su Diabetologia un’overview delle evidenze disponibili in materia.

Si tratta della prima review (umbrella review) sistematica sulle evidenze disponibili: condotta secondo il PRISMA statement e il “Preferred reporting items for overviews of systematic reviews”, ha considerato le review sistematiche con metanalisi da studi prospettici sul prediabete e rischio di mortalità, complicanze e comorbilità; il grado di evidenza è stato valutato secondo il metodo GRADE. Per la diagnosi di prediabete sono stati accettati solo i criteri diagnostici dell’American Diabetes Association, dell’Organizzazione Mondale della Sanità e dell’IDF.

Complessivamente, sono stati valutati 4807 articoli pubblicati fino al 17 giugno 2021 (fonti: PubMed, Web of Science, Cochrane Library e Epistemonikos); 126 sono stati ritenuti eleggibili e di essi solo 16 sono stati inclusi; le review sistematiche senza metanalisi sono state escluse.

L’analisi ha mostrato che esiste un’associazione fra prediabete e mortalità per tutte le cause (HR 1,2-1,3), eventi cardiovascolari e mortalità cardiovascolare con un rischio relativo del 39% superiore rispetto agli individui senza disglicemia; ed evidenzia un aumento del rischio relativo per ictus (HR 1,06; IC 95% 1,01-1,11), insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e malattia renale cronica (HR 1,1, 1,25; IC 95%). In generale, per alcuni outcome (rischio di mortalità per tutte le cause, eventi cardiovascolari, cardiopatia ischemica e ictus) è descritta un’associazione più forte per l’IGT rispetto a IFG o HbA1c.

La review ha altresì mostrato una alta incidenza di neoplasie (HR 1,11, 1,25; IC 95%), soprattutto a livello epatico (HR 2,01; IC 95% 1,45-2,79) e al colon-retto, ma anche alla mammella, al pancreas e allo stomaco; nessuna associazione con le neoplasie del polmone e dei bronchi, della prostata e del rene.

L’analisi ha poi mostrato un rischio aumentato del 18-47% di demenze (tutte le cause, tipo Alzheimer o vascolare); al contrario, non è stata riscontrata associazione con la depressione e i disturbi cognitivi. Non sono state trovate metanalisi su prediabete e complicanze quali neuropatia o retinopatia.

I ricercatori concludono che il prediabete si associa a un rischio relativo alto di mortalità per tutte le cause e un’alta incidenza di eventi cardiovascolari, ictus, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, malattia renale cronica, neoplasie e demenza; il rischio, pur aumentato, è minore rispetto a quello che si riscontra nei soggetti con diabete tipo 2, suggerendo la presenza di un gradiente dose-risposta per tale associazione. Per la mortalità per tutte le cause, la review ha identificato una associazione più forte con la diagnosi di IGT rispetto a IFG o con HbA1c, suggerendo una superiorità dell’OGTT nell’identificare i soggetti ad alto rischio.

Considerati i possibili bias e le limitazioni delle metanalisi incluse nella review, i ricercatori auspicano la conduzione di studi di alta qualità sulla associazione fra prediabete e outcome sfavorevoli per la salute, in modo da poter stimare, con maggiore evidenza, i benefici clinici della prevenzione e i costi correlati di misure di intervento in questo stadio di disglicemia.


Diabetologia 2022;65(2):275-285

PubMed


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