Skip to content

Prevalenza e impatto del diabete nelle persone con infezione da SARS-CoV-2

A cura di Eugenio Alessi

6 aprile 2020 (Gruppo ComunicAzione) – Nel dicembre 2019 è stato individuato a Wuhan, in Cina, un nuovo coronavirus, responsabile di una sindrome respiratoria acuta di grado severo (SARS-CoV-2). Il virus si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, mettendo a dura prova i sistemi sanitari e condizionando, fra l’altro, anche l’assistenza alle persone con diabete e le loro abitudini di vita.

È stato supposto che il diabete mellito sia una delle comorbilità più frequenti nelle persone che contraggono l’infezione, ma la sua prevalenza in questa popolazione non è chiara. Obiettivo dello studio condotto dal prof. Gian Paolo Fadini e altri ricercatori dell’Università di Padova e recentemente pubblicato in forma di Lettera all’Editore sul Journal of Endocrinological Investigation è stato di valutare la prevalenza del diabete mellito in persone con infezione SARS-CoV-2 e il suo impatto sulla severità o sulla progressione della patologia.

A tal fine è stata condotta una metanalisi di 12 studi, che riportavano i dati di 2108 pazienti cinesi con infezione confermata. L’età media era 49,6 anni e la prevalenza del diabete era del 10,3%. Come termine di paragone, la prevalenza del diabete nella popolazione cinese nel 2013 era del 10,9% e più in particolare del 12,3% nella fascia d’età 40-59 anni. Sono stati, inoltre, esaminati i dati preliminari di 146 pazienti ricoverati presso l’Ospedale universitario di Padova con infezione da nuovo coronavirus confermata: l’età media era 65,3 anni e 13 di loro erano affetti da diabete mellito, con una prevalenza dell’8,9%. La prevalenza del diabete mellito nella Regione Veneto nel 2018 era del 6,2%, ma nella fascia d’età 55-75 anni era dell’11%. Una prevalenza relativamente più bassa di diabete mellito fra le persone con infezione SARS-CoV-2 potrebbe essere dovuta a sottosegnalazione, al caso o a fenomeni biologici ancora da esplorare.

Sei degli studi inseriti nella metanalisi, per un totale di 1687 pazienti cinesi, riportavano anche la prevalenza del diabete in relazione agli esiti della malattia da SARS-CoV-2. Il rate ratio (RR) aggregato del diabete nei pazienti con esito avverso, rispetto ai pazienti con esito più favorevole, era 2,26 (IC 95% 1,47-3,49). Alla data del 17 marzo l’età mediana dei 2003 pazienti italiani deceduti con infezione SARS-CoV-2 era 80,5 anni e il 70% di essi era di sesso maschile. La prevalenza del diabete fra i 355 pazienti di cui erano disponibili informazioni sulle comorbilità era del 35,5%. Nel 2018 la prevalenza del diabete in Italia in soggetti nella stessa fascia d’età e con analoga distribuzione del sesso era del 20,35%, per cui il RR del diabete fra i pazienti deceduti per SARS-CoV-2 rispetto alla popolazione generale era 1,75.

Sulla base di tali dati gli autori concludono che il diabete non sembrerebbe aumentare il rischio di contrarre l’infezione da nuovo coronavirus, ma potrebbe peggiorare gli esiti della malattia, come già osservato in corso di tante altre patologie acute e croniche, infezioni comprese.

La situazione è in rapida evoluzione e un attento monitoraggio dei dati è di grande importanza per una corretta comunicazione nei confronti dei pazienti e degli operatori sanitari, che devono essere consapevoli che una particolare attenzione va posta alle persone con diabete durante l’infezione.


J Endocrinol Invest. 2020 Mar 28. doi: 10.1007/s40618-020-01236-2. [Epub ahead of print]

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.