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Prevenire il diabete gestazionale: risultati del Finnish Gestational Diabetes Prevention Study (RADIEL)

A cura di Roberta Manti

5 febbraio 2016 (Gruppo ComunicAzione) – E’ noto che le patologie croniche correlate all’insulino-resistenza, come diabete e obesità, determinano complicanze micro- e macrovascolari e che la prevalenza di tali condizioni cliniche è in progressivo aumento, riguardando fasce di età sempre più precoci, in particolari giovani donne in età fertile con pregressa storia di diabete gestazionale (GDM). Circa il 10% delle donne con GDM manifestano diabete tipo 2 poco dopo la fine della gravidanza e se si estende il follow-up a 10 anni la percentuale cresce fino al 70% in alcune casistiche.

Poiché il GDM e l’obesità in gravidanza sono associati a outcome negativi sia materni che fetali e poiché da alcuni anni sono emersi dati circa il ruolo che l’ambiente “uterino” prenatale, a cui sono esposti i feti di gravidanze complicate da GDM, può avere sullo sviluppo di obesità e alterato metabolismo glicidico negli adolescenti/giovani adulti nati da tali gravidanze, è necessario intraprendere programmi di intervento mirati a prevenire il GDM.

A tale scopo, Saila B. Koivusalo (Helsinki, Finlandia) e coll., hanno condotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati recentemente sulla rivista Diabetes Care (1). Nello studio sono state arruolate 293 donne con una storia di GDM o BMI pregravidico ≥30 che, in epoca gestazionale inferiore alle 20 settimane, sono state randomizzate a gruppo di intervento (n = 155) o gruppo di controllo (n = 138). Ciascuna partecipante al gruppo di intervento riceveva un incontro di counseling personalizzato in merito a dieta, attività fisica e controllo del peso e partecipava a incontri di gruppo con un dietista. La diagnosi di GDM veniva posta tramite OGTT 75 g di glucosio eseguita a 24-28 settimane di gestazione.

In totale l’analisi ha riguardato 269 donne; l’incidenza di GDM nel gruppo d’intervento è risultata del 13,9 vs 21% del gruppo di controllo (p = 0,044, dopo aggiustamento per età, BMI pregravidico, precedente GDM ed epoca gestazionale) e anche l’incremento ponderale è risultato minore nel gruppo di intervento (-0,58 kg; IC 95% -1,12 -0,04; p aggiustato = 0,037).

Tali risultati suggeriscono che il GDM può essere prevenuto in popolazioni di giovani donne ad alto rischio e che dovrebbero essere raccomandati fin dall’inizio della gravidanza (e seguiti attentamente durante la gestazione) protocolli di modifiche dello stile di vita in grado di cambiare in modo significativo lo stato di salute futuro delle donne e dei nascituri.

Sullo stesso numero di Diabetes Care sono stati pubblicati una serie di lavori riguardanti il GDM, in particolare un commento molto interessante del Dott. Robert G. Moses (New South Wales, Australia) (2), che offre spunti di riflessione interessanti in merito allo stile alimentare delle mamme in gravidanza e agli outcome di salute pubblica.

 

1) Diabetes Care 2016;39:24-30

PubMed

2) Diabetes Care 2016;39:13-5

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.