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Prevenzione del morbo di Parkinson: un insperato aiuto dai farmaci per il diabete?

Punti chiave

Domanda: L’utilizzo dei tiazolidinedioni (modulatori della risposta infiammatoria cerebrale) nei pazienti diabetici è in grado di prevenire l’insorgenza di una patologia neurodegenerativa come il morbo di Parkinson?

Risultati: In questa metanalisi che ha raccolto 4 studi osservazionali condotti su oltre 310.000 pazienti studiati per circa 5 anni si è osservata una riduzione significativa del 19% del rischio di sviluppare il morbo di Parkinson nei diabetici trattati con tiazolidinedioni rispetto ai diabetici che assumevano altre terapie.

Significato: Gli effetti antinfiammatori di questa classe di farmaci per il diabete potrebbero determinare una protezione nei confronti di alcune patologie neurodegenerative.


A cura di Marcello Monesi

6 luglio 2020 (Gruppo ComunicAzione) – La malattia di Parkinson è una patologia degenerativa neurologica molto comune, che colpisce i neuroni dopaminergici della substantia nigra e che presenta un andamento progressivo, caratterizzato sintomatologicamente da tremore, rigidità e bradicinesia. Le terapie farmacologiche finora impiegate nel tentativo di prevenirla o rallentarne l’evoluzione non si sono rivelate efficaci; una possibile speranza è riposta in una classe di farmaci ben nota ai diabetologi, i tiazolidinedioni (TZD). Studi condotti in vitro e su modelli animali hanno evidenziato un ruolo di questa classe nella soppressione dei processi neuroinfiammatori a carico della microglia e degli astrociti, ma finora le evidenze di un effetto neuroprotettivo nell’uomo sono risultate inconsistenti.

I dati di una metanalisi, pubblicata recentemente su Neurological Sciences, evidenziano invece un possibile effetto protettivo dei glitazonici nelle persone affette da diabete nei confronti del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson: in questa ricerca sono stati inclusi quattro studi osservazionali che hanno coinvolto oltre 310.000 pazienti diabetici con età media di 66,2 ± 9,6 anni e durata di osservazione pari a 5,25 anni (2,97-7,9).

La pooled analysis ha evidenziato una riduzione lieve ma significativa del rischio di sviluppare malattia di Parkinson (HR ,81, IC 95% 0,70-0,93, p = 0,004) tra i diabetici che facevano uso di TZD rispetto ai diabetici che non assumevano tali farmaci.

Gli autori, pur sottolineando i limiti dati dalla tipologia osservazionale degli studi considerati per la metanalisi, suggeriscono che tali evidenze possano favorire il dibattito sul potenziale neuroprotettivo dei TZD, contribuendo a disegnare futuri trial clinici randomizzati che esplorino approfonditamente tale ipotesi.


Neurological Sciences, 09 Jun 2020

PubMed


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