Programmi di trattamento strutturati per la cura del diabete: possono le differenze di genere incidere sugli outcome?
A cura di Patrizia Li Volsi per il Gruppo AMD: Donna
4 aprile 2016 (Gruppo ComunicAzione) – Uno studio danese recentemente pubblicato dalla Dott.ssa M. O. Krag (Copenhagen, Danimarca) e coll. sulla rivista Diabetologia, esamina le differenze di genere in morbilità e mortalità di una coorte di 1381 pazienti diabetici di tipo 2 neodiagnosticati seguiti o in un programma di cure strutturato (Clinical Trials.gov, registration no. NCT01074762) o con cure routinarie, per un follow-up della durata di 13 anni.
L’intervento includeva 6 anni di cure personalizzate strutturate con follow-up regolari, goal terapeutici individualizzati ed educazione continua ai medici di medicina generale aderenti al programma.
Gli outcome erano tutte le cause di mortalità, morte correlata al diabete, infarto miocardico, ictus, vasculopatie periferiche o danni microvascolari.
Nelle donne, ma non negli uomini, emerge un HR più basso per le cure strutturate rispetto a quelle standard per ogni endpoint correlato al diabete (0,65, p = 0,004, aggiustato; 73,4 vs. 107,7 eventi per 1000 pazienti anno), morte correlata al diabete (0,70, p = 0,031; 34,6 vs. 45,7), mortalità per tutte le cause (0,74, p = 0,028; 55,5 vs. 68,5) e ictus (0,59, p = 0,038; 15,6 vs. 28,9). Tale effetto era differente tra i sessi per tutte le cause di morte diabete correlate (p = 0,015) e per mortalità da tutte le cause (p = 0,005). I risultati di questa analisi post hoc di uno studio randomizzato controllato non sono spiegabili solo in termini di variazioni di glicata, ma probabilmente coinvolgono comportamenti sociali e culturali di genere.
E’ necessario ripensare programmi e schemi di trattamento in modo differenziati tra uomo e donna per trarre beneficio anche da programmi strutturati e intensificati di cura.
Diabetologia 2016;59(2):275-85
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