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Ruolo degli SGLT2i nella prevenzione dell’ictus in persone con diabete ad alto rischio

Punti chiave

Domanda: Quali sono le conseguenze della terapia con SGLT2i sul rischio di ictus in persone con diabete ad alto rischio in quanto affetti da fibrillazione atriale?

Risultati: Uno studio osservazionale condotto su registri taiwanesi mostra una significativa riduzione dell’incidenza di ictus (-20%) nelle persone con diabete e fibrillazione atriale che assumono una terapia con SGLT2i.

Significato: Tale studio osservazionale, primo nel suo genere, evidenzia come la terapia con SGLT2i si associ a una protezione cerebrovascolare in soggetti ad alto rischio di ictus ischemico causato da embolia.


A cura di Marcello Monesi

5 giugno 2023 (Gruppo ComunicAzione) – Il ruolo della terapia con SGLT2i nella prevenzione dello scompenso cardiaco e della malattia renale, non solo nel diabete, è stato ampiamente dimostrato e largamente acquisito. Resta invece molto da verificare sull’impatto che questa classe farmacologica può determinare nei confronti delle patologie cerebrovascolari, in particolare nei pazienti con fibrillazione atriale (FA), ad alto rischio per eventi embolici cerebrali.

Uno studio di un gruppo di ricercatori taiwanesi, recentemente pubblicato sul Journal of the American Heart Association, per la prima volta ha investigato la relazione tra la terapia con SGLT2i e ictus ischemico in soggetti diabetici con fibrillazione atriale. L’analisi osservazionale, basata sulla National Taiwan University historical cohort, ha coinvolto 9116 pazienti con diabete tipo 2 e FA (età media 73,2 ± 10,5 anni, 61% M) in follow-up di 5 anni (dal 2016 al 2020). L’endpoint primario, il rischio di ictus correlato all’impiego di SGLT2i, è stato valutato dopo propensity score-matching delle coorti di utilizzatori (474) e non utilizzatori (3235) della terapia con gliflozine. Le caratteristiche basali non differivano tra le due coorti, e comprendevano anche la valutazione del CHA2DS2-VASc score, che come è noto quantifica il rischio di ictus nei soggetti con FA.

Al termine del follow-up il tasso di ictus è risultato significativamente minore nel gruppo in terapia con SGLT2i (3,4% [IC 95% 2,8-4,2] vs 4,3% [IC 95% 4,0-4,6]; p = 0,021). Dopo aggiustamento per il CHA2DS2-VASc score, gli utilizzatori di SGLT2i hanno mostrato una riduzione del 20% del rischio di ictus significativa (HR 0,80; IC 95% 0,64-0,99; p = 0,043).

Sulla base dei risultati di questo primo trial mirato i ricercatori consigliano di valutare un impiego dedicato degli SGLT2i nelle persone con diabete affette da fibrillazione atriale, nelle quali – secondo gli autori dello studio – tale classe farmacologica dovrebbe essere impiegata come prima linea di terapia.


J Am Heart Assoc 2023 May 16;12(10):e027764

PubMed


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