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Ruolo di attivita’ fisica e-o alimentazione salutare nella riduzione del rischio di diabete gestazionale: risultati del DALI, studio pilota sullo stile di vita

16 ottobre 2015 (Congresso Medico) – Il diabete mellito gestazionale (GDM) è associato a un aumentato rischio di esiti avversi perinatali, con una relazione continua tra glicemia rilevata con curva da carico orale (OGTT) ed esito della gravidanza. L’obesità in gravidanza e l’eccessivo incremento ponderale durante la gravidanza (GWG) sono associati a esiti negativi simili che si aggiungono a ulteriori danni secondari all’iperglicemia prenatale.

Anche se l’obesità in gravidanza, l’eccessivo GWG e il GDM sono associati a risultati negativi, l’evidenza di un beneficio concreto degli interventi mirati a ridurre tali effetti non è univoca. In una metanalisi, un intervento combinato sullo stile di vita (attività fisica [PA] e alimentazione salutare [HE]) è stato associato a una riduzione di GWG (in generale e in alcuni studi), ma non con un miglioramento degli esiti perinatali (macrosomia o parto cesareo) o con una significativa riduzione dei tassi di GDM. Studi più recenti, controllati randomizzati (RCT) su popolazioni di grandi dimensioni non hanno mostrato alcuna riduzione dell’incidenza di GDM attraverso un intervento sullo stile di vita, con differenze limitate sul GWG tra gruppo di intervento e quello di controllo, ma potenziali riduzioni del peso alla nascita. La prevenzione di un eccessivo GWG e della macrosomia sono gli obiettivi chiave di tali interventi, mentre s’è posta poca attenzione all’associazione tra ridotto aumento ponderale materno e una maggiore incidenza di bambini piccoli per l’età gestazionale e con una ridotta massa magra.

Al fine di valutare approcci efficaci che riducano GWG e la progressione di GDM, in particolare nelle donne obese, David Simmons e coll. (UK, Australia, Olanda, Belgio, Spagna, Irlanda, Austria, Danimarca, Italia, Polonia, Svizzera) hanno avviato uno studio pilota sullo stile di vita, lo studio DALI (Vitamin D And Lifestyle Intervention for GDM prevention), per testare le procedure, la metodologia e gli interventi sullo stile di vita per il prossimo studio multicentrico RCT europeo su tre diversi approcci sullo stile di vita per la prevenzione di GDM. Lo studio pilota riporta i risultati sul rischio di GDM oltre che sul GDM in sé, ma non include l’intervento con vitamina D.

E’ stato messo a confronto l’impatto di tre interventi sullo stile di vita, HE, PA e HE+PA sul rischio di GDM. Sono state valutate le donne in gravidanza a rischio di GDM (BMI ≥ 29 kg/m2) di 9 paesi europei; sono state sottoposte a OGTT con 75 g di glucosio prima della 20a settimana di gravidanza. Quelle che non sono risultate affette da GDM sono state randomizzate a HE, PA o HE+PA. Sono state sottoposte a cinque sessioni faccia a faccia e a quattro sessioni telefoniche opzionali di istruzione e addestramento, con lo scopo di accrescere la loro motivazione. L’obiettivo era un GWG <5 kg. Gli addetti all’istruzione delle donne hanno ricevuto una formazione standardizzata e un kit di strumenti per l’intervento. Le misure di outcome primario erano: GWG, glicemia a digiuno e sensibilità all’insulina (HOMA) a 35-37 settimane.

Tra le 150 partecipanti alla sperimentazione, a 35-37 settimane il 32% di esse aveva sviluppato GDM e il 20% aveva ottenuto un GWG <5 kg. Le donne del gruppo HE avevano un minor GWG (-2,6 kg [IC95% -4,9, -0,2]; p = 0,03) e una glicemia a digiuno più bassa (-0,3 mmol/l, -5 mg/dl, [-0,4,-0,1]; p = 0,01) rispetto a quelle del gruppo PA a 24-28 settimane. HOMA era paragonabile. Non sono state osservate differenze significative tra il gruppo HE+PA e gli altri.

In conclusione, un intervento HE tra le donne europee obese ha ridotto GWG e la glicemia a digiuno in confronto a un intervento PA o una combinazione dei due interventi. Anche se è ancora chiaramente necessario uno studio più ampio per conferma, i risultati dello studio pilota sono promettenti e supportano l’utilizzo precoce di interventi HE nelle donne in gravidanza obese.

 

Diabetes Care 2015;38:1650-6

PubMed


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