Skip to content

Scompenso metabolico, variabilità glicemica, ipoglicemie e lesioni cutanee da insulina: valutazione metodologica

A cura di Sandro Gentile per il Gruppo AMD-OSDI Tecniche Iniettive

7 marzo 2016 (Gruppo ComunicAzione) – E’ ben documentato che scorrette tecniche di iniezione dell’insulina provocano lesioni cutanee. Queste sono principalmente rappresentate da lipoipertofia (LH) e lipoatrofia (LA), di rilevante importanza non solo da un punto di vista estetico ma soprattutto per gli effetti dannosi su compenso metabolico, variabilità glicemica ed elevato rischio di ipoglicemia (1). Su questo tema sono reperibili su Pubmed 1042 articoli digitando le parole chiave “injection techique of insulin”.

Di recente sono stati pubblicati dati di una casistica di 225 adolescenti di tipi 1 (2) e in cui le lipodistrofie rappresentavano le lesioni cutanee più frequenti (28,9%) e, in particolare, all’interno di questa percentuale l’81,2% aveva LH, il 13,6% ecchimosi, il 4,5% iperpigmentazione nelle sedi di iniezione. In un’altra casistica di 500 diabetici tipo 1 indiani, pubblicata nel 2014 (3), viene confermato che le lesioni cutanee correlate con l’iniezione di insulina siano la forma più frequente di dermatosi, raggiungendo le LH il 41%, le LA lo 0,6% e le iperpigmentazioni il 3%; tra le due casistiche è immediatamente evidente la differente frequenza, specie per le lipoipertrofie. Sia in queste casistiche più recenti che in quelle pubblicate dal 1988 al 2013 colpisce la grande variabilità di frequenza di tali lesioni, tanto nei diabetici tipo 1 che in quelli tipo 2 insulino-trattati. Infatti, per casistiche di soli diabetici tipo 1 la frequenza di LH varia dal 27,1 al 48,0%, mentre per casistiche di soli pazienti tipo 2 o comprendenti sia il tipo 1 sia il tipo 2 la frequenza varia dal 3,6 al 67%.

I fattori che si associano alla formazione di aree lipoipertofiche sono essenzialmente la ripetuta e pervicace iniezione in aree ristrette di pelle senza attuare una corretta rotazione delle sedi utilizzate per l’iniezione e l’uso ripetuto dello stesso ago per più volte e, viceversa, le LH possono essere ben sporgenti sul piano cutaneo o piane e percepibili solo con un’attenta palpazione. Ne deriva che senza un’analisi metodologicamente corretta di tutte le sedi di iniezione, che preveda ispezione e accurata palpazione, è possibile non riconoscere aree distrofiche e sottostimare la frequenza di LH. Nella maggior parte dei lavori pubblicati su tale tema non viene descritta, o viene accennata solo superficialmente, la modalità di riconoscimento delle lesioni cutanee da iniezione di insulina.

In conclusione, per evitare la formazione delle lesioni lipodistrofiche da iniezione di insulina bisognerebbe: insegnare ai pazienti a guardare e palpare accuratamente le sedi di iniezione e insegnare a ruotare sistematicamente le sedi di iniezione.

 

1) Gentile S, Giancaterini A, Cucco L, Lo Grasso G, Porcellati F, Laviola L. Raccomandazioni per una corretta tecnica iniettiva e per la prevenzione delle lipodistrofie e del rischio di punture accidentali. Il Giornale di AMD 2015;18:209-17

2) Egypt Pediatr Assoc Gazette 2015. In press

3) BJ Dermatol 2014;171:1402-6

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.