SGLT2i e rischio di nefrolitiasi in persone con diabete tipo 2: facciamo bene ai calcoli?
Punti chiave
Domanda: Può esistere un’associazione fra l’uso di SGLT2i e il rischio di sviluppare nefrolitiasi in persone con diabete tipo 2?
Risultati: Un ampio studio di coorte statunitense ha analizzato i dati provenienti da tre database assicurativi. Su 1378.462 soggetti adulti con diabete tipo 2 in terapia orale (che hanno iniziato un trattamento con SGLT2i, GLP-1 RA o DPP4i), coloro che hanno iniziato la terapia con SGLT2i hanno evidenziato un minor rischio di sviluppare nefrolitiasi rispetto ai soggetti che hanno iniziato gli altri trattamenti.
Significato: Tali risultati, confermati nella real world evidence, suggeriscono che il rischio di nefrolitiasi potrebbe essere un ulteriore parametro da prendere in considerazione quando si debba decidere quale terapia scegliere per una persona con diabete tipo 2.
A cura di Alessandra Clerico
19 febbraio 2024 (Gruppo ComunicAzione) – È noto che il diabete tipo 2 (DT2) è associato a un aumentato rischio di nefrolitiasi. Oggi gli SGLT2i, farmaci che agiscono principalmente a livello renale, sono una delle terapie di prima linea per la cura del DT2.
In letteratura abbiamo a disposizione i dati di una metanalisi di studi randomizzati e controllati che ha confrontato SGLT2i con placebo o con comparatori attivi e non ha evidenziato alcuna associazione fra utilizzo di gliflozine e rischio di nefrolitiasi. Una più recente pooled analysis di dati da studi clinici ha riportato una riduzione del 36% di rischio di nefrolitiasi con l’utilizzo di empagliflozin. Tuttavia, non vi sono studi che abbiano investigato specificamente l’associazioneftra SGLT2i e nefrolitiasi nella real world in un’ampia popolazione di persone con diabete che assumono la terapia standard.
Così, l’biettivo di un recente studio di coorte statunitense è stato quello di indagare l’associazione fra utilizzo di SGLT2i e rischio di nefrolitiasi nella pratica clinica. Allo scopo sono stati utilizzati i dati provenienti da tre database assicurativi statunitensi relativi a persone con DT2, con età >18 anni, che avessero iniziato un trattamento con SGLT2i, GLP-1 RA o DPP4i fra il 1° aprile 2013 e il 31 dicembre 2020. I dati sono stati analizzati fra luglio 2021 e giugno 2023.
L’outcome principale dello studio era la nefrolitiasi, identificata con codifica ICD, sia in ambito ospedaliero sia ambulatoriale. Al fine di ottenere gruppi bilanciati, la comparazione fra i gruppi è stata fatta utilizzando il propensity score 1:1 tra nuovi utilizzatori di SGLT2i e nuovi utilizzatori di GLP-1 RA o DPP4i. Sono stati calcolati i tassi di incidenza di differenza (RD, rate difference), e stimati i rapporti fra i rischi (hazard ratio, HR, con IC 95%).
Dopo la procedura di abbinamento 1:1, sono stati inclusi 716.406 soggetti adulti con DT2 (358.203 coppie) che avevano iniziato ad assumere una gliflozina o un GLP-1 RA (età media 61,4 ± 9,7 anni per entrambi i gruppi e, rispettivamente per i due trattamenti, 51,4 vs 51,2% donne; 48,6 vs 48,5% uomini) e 662.056 soggetti (331.028 coppie) che avevano iniziato ad assumere un SGLT2i o un DPP4i (età media 61,8 ± 9,3 vs 61,7 ± 10,1 anni; 47,4 vs 47,3% donne, 52,6 vs 52,7% uomini).
Su una meda di 192 giorni di follow-up (range interquartile 88-409 giorni), il rischio di nefrolitiasi si è rivelato inferiore nei pazienti che avevano iniziato un trattamento con SGLT2i rispetto a coloro i quali avevano iniziato un trattamento con GLP-1 RA (14,9 vs 21,3 eventi per 1000 persone/anno; HR 0,69 [IC 95% 0,67-0,72]; RD -6,4 [IC 95% da -7,1 a -5,7]) o con DPP4i (14,6 vs 19,9 eventi per 1000 persone/anno; HR 0,74 [IC 95% 0,71-0,77]; RD -5,3 [IC 95% da -6,0 a -4,6]).
L’associazione fra utilizzo di SGLT2i e rischio di nefrolitiasi è stato simile in riferimento a sesso, etnia, storia di malattia renale cronica e obesità.
L’entità della riduzione del rischio, con l’uso di gliflozine, è stata significativamente maggiore negli adulti, di età <70 anni (HR 0,85 [IC 95% 0,79-0,91]; RD -3,46 [IC 95% da -4,87 a -2,05] per 1000 persone/anno; p <0,001).
Per concludere, questo studio può avere un’importante implicazione clinica poiché i risultati suggeriscono che in soggetti adulti con DT2 la terapia con SGLT2i possa essere associata a un minor rischio di sviluppare nefrolitiasi rispetto alla terapia con GLP-1 RA o con DPP4i, e ciò potrebbe essere un utile elemento per guidare le scelte terapeutiche.
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