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Training ad alta intensità intervallato: una nuova possibilità di trattamento dell’ipoglicemia silente in persone con diabete tipo 1? Lo studio HIT4HYPOS

Punti chiave

Domanda: Il training ad alta intensità intervallato che effetti ha sulle persone con diabete tipo 1 e ipoglicemia silente? Dà benefici che durano nel tempo in termini di ripristino della risposta controregolatoria e dei sintomi dell’ipoglicemia?

Metodi: In questo studio randomizzato in parallelo gli autori hanno esplorato l’impatto del training ad alta intensità intervallato su adulti con diabete tipo 1 di lunga data e ipoglicemia silente. I pazienti nel gruppo studio, sottoposti per 4 settimane a sedute ripetute di training ad alta intensità intervallato + monitoraggio in continuo della glicemia real-time, sono stati confrontati con i pazienti del gruppo controllo, sottoposti unicamente a monitoraggio in continuo della glicemia real-time. Al baseline e terminate le 4 settimane i pazienti di entrambi i gruppi venivano studiati mediante clamp ipoglicemico-iperinsulinemico, nel corso del quale sono stati raccolti i dati relativi a: 1) risposta controregolatoria all’ipoglicemia, tramite dosaggio di glucagone, adrenalina e noradrenalina; 2) risposta sintomatologica all’ipoglicemia, tramite specifici questionari.

Risultati: Nel gruppo studio sono state rilevate un minor numero di ipoglicemie e una minor durata delle stesse, seppur con una differenza non statisticamente significativa rispetto al gruppo controllo. Al termine delle 4 settimane, nel corso del clamp, nei pazienti sottoposti a training ad alta intensità intervallato si è registrato un maggior incremento della risposta controregolatoria all’ipoglicemia in termini di produzione di glucagone (p = 0,01) e noradrenalina (p = 0,02), con andamento analogo, seppur non statisticamente significativo, per quanto riguarda la produzione di adrenalina (p = 0,11). Inoltre, nel gruppo studio, i questionari specifici hanno rilevato una maggior risposta sintomatologica all’ipoglicemia (p <0,05).

Significato: I dati preliminari di questo studio pilota suggeriscono che il training ad alta intensità intervallato, oltre ad essere sicuro (non sembra infatti incrementare il rischio di ipoglicemia in una popolazione ad alto rischio), possa dare benefici duraturi sul ripristino della risposta controregolatoria e dei sintomi dell’ipoglicemia in pazienti con diabete tipo 1 e ipoglicemia silente.


A cura di Gisella Boselli

11 dicembre 2023 (Gruppo ComunicAzione) – Nelle persone con diabete tipo 1 (DT1) la risposta controregolatoria e sintomatologica all’ipoglicemia è frequentemente ridotta come risultato dell’esposizione ripetuta alle ipoglicemie. L’esposizione ripetuta a uno stimolo porta infatti a una riduzione delle risposte allo stesso, un processo chiamato di “memoria adattativa”. Ne consegue che circa il 25% delle persone con DT1 soffre di ipoglicemie silenti, con connesso aumento del rischio di ipoglicemie severe. Lo strumento terapeutico chiave per il ripristino della risposta all’ipoglicemia è, a oggi, rappresentato dall’attuazione di interventi terapeutici volti a ridurre il più possibile le ipoglicemie stesse, e quindi a eliminare lo stimolo “abituante”. Tuttavia, nonostante l’attuazione di tali interventi, la prevalenza di ipoglicemia silente non è calata negli ultimi due o tre decenni. Nel lavoro pubblicato su Diabetologia, Catriona M. Farrell (Division of Systems Medicine, School of Medicine, University of Dundee, Dundee, UK) e colleghi hanno valutato se il training intervallato ad alta intensità (HIIT, high intensity interval training), una metodologia di allenamento basata sull’intervallare sforzi elevati a pause di recupero, possa rappresentare un potenziale nuovo strumento terapeutico per l’ipoglicemia silente, agendo come elemento stressogeno “disabituante” duraturo, e ripristinando così le risposte allo stimolo ipoglicemico.

Nello studio sono stati arruolate 18 persone con DT1 di lunga data (durata media di malattia 27 anni), in buon compenso (HbA1c media 56 mmol/mol, 7,3%) e con ipoglicemia silente. I pazienti sono stati randomizzati a monitoraggio in continuo della glicemia real-time (RT-CGM) + HIIT o solo RT-CGM e, dopo un periodo preparatorio di 4 settimane per ottimizzare il controllo glicemico, sono stati sottoposti a clamp ipoglicemico-iperinsulinemico. È poi seguito il periodo di intervento, in cui i pazienti nel gruppo dei casi sono stati sottoposti per 4 settimane a sedute trisettimanali di HIIT su cyclette. Alla conclusione del periodo di intervento, i pazienti dei due gruppi sono nuovamente stati sottoposti a clamp. Quello che è emerso è che, al termine del periodo di intervento, i pazienti del gruppo RT-CGM + HIIT rispetto ai pazienti del gruppo solo RT-CGM rispondevano diversamente all’ipoglicemia indotta; in particolare presentavano:

  • un aumento maggiore, statisticamente significativo, della produzione di noradrenalina (RT-CGM vs RT-CGM+HIIT: -988 [447] vs 514 [732] pmol/l, p = 0,02);
  • un aumento maggiore, non statisticamente significativo, della produzione di adrenalina (-298 [687] vs 1.130 [747] pmol/l, p = 0,11);
  • un aumento della produzione di glucagone, che nel gruppo di controllo non si è verificato, con differenza anche in questo caso statisticamente significativa (RT-CGM vs RT-CGM+HIIT: 1 [4] vs 16 [6] ng/l, p = 0,01).

In modo coerente alle variazioni ormonali, nel gruppo studio si è registrato anche un incremento significativo dei sintomi correlati all’ipoglicemia (RT-CGM vs RT-CGM+HIIT: -4 [2] vs 0 [2], p <0,05).

È interessante dunque capire con quali meccanismi l’attività di tipo HIIT migliori la risposta alle ipoglicemie: è possibile ipotizzare che ciò avvenga tramite un’azione di stimolo della stessa sulle regioni ipotalamiche sensibili al glucosio, le quali a loro volta regolano l’attivazione del sistema nervoso autonomo; inoltre, è possibile che segnali rilasciati dal muscolo vadano ad agire direttamente a livello pancreatico, incrementando la sensibilità dell’alfa cellula alle catecolamine.

Lo studio soffre di diversi limiti, primo fra tutti l’esiguità del campione, ma offre al contempo spunti di riflessione interessanti che meritano di essere approfonditi con studi più ampi.


Diabetologia. 2023 Nov 27. Online ahead of print

PubMed


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