Skip to content

Utilizzo di liraglutide 3 mg nella gestione del peso corporeo: risultati di un trial randomizzato

2 ottobre 2015 (Congresso Medico) – Il deciso aumento del tasso di obesità, con gravi conseguenze per la salute, spiega in gran parte la recente triplicazione della prevalenza del diabete mellito tipo 2 (DMT2). E’ stato dimostrato che un calo ponderale dal 5 al 10% riduce le complicanze legate all’obesità e migliora la qualità della vita; tuttavia, è molto difficile raggiungere e mantenere la perdita di peso necessaria, con il solo intervento sullo stile di vita. La liraglutide, un analogo del GLP1 che ha il 97% di omologia con il GLP1 umano, al momento è stata approvata come farmaco per il trattamento del DMT2 a dosi fino a 1,8 mg una volta al giorno. Il calo ponderale con liraglutide è dose-dipendente, fino a 3,0 mg una volta al giorno, ed è una conseguenza della riduzione dell’appetito e dell’introito energetico oltre che dell’aumento della spesa energetica. Per tale motivo Xavier Pi-Sunyer e coll. (SCALE Obesity and Prediabetes NN8022-1839 Study Group) hanno portato a termine un trial randomizzato, controllato in doppio-cieco, della durata di 56 settimane, finalizzato a valutare l’efficacia e la sicurezza di 3,0 mg di liraglutide, iniettata per via sottocutanea una volta al giorno, in aggiunta a una dieta ipocalorica e a una intensificazione dell’attività fisica, per la gestione del peso in soggetti adulti in sovrappeso o obesi, non affetti da diabete. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine.

Sono stati coinvolti 3731 pazienti con un indice di massa corporea (BMI) minimo di 30 (obesi) o 27 (sovrappeso) in trattamento o meno per dislipidemia o ipertensione. I pazienti sono stati randomizzati, con un rapporto 2:1, per la somministrazione sottocutanea una volta al giorno di liraglutide alla dose di 3,0 mg (2487 pazienti) o placebo (1244 pazienti); entrambi i gruppi hanno ricevuto indicazioni sulla modifica dello stile di vita. Gli endpoint coprimari erano la variazione ponderale e le proporzioni di pazienti che perdevano almeno il 5% e più del 10% del loro peso corporeo iniziale.

Al basale, l’età media (± DS) dei pazienti era di 45,1 ± 12,0 anni, il peso medio 106,2 ± 21,4 kg e il BMI medio 38,3 ± 6,4; il 78,5% dei pazienti era di sesso femminile e il 61,2% aveva una condizione di prediabete. Al termine delle 56 settimane, il gruppo di pazienti in trattamento con liraglutide aveva perso una media di 8,4 ± 7,3 kg di peso corporeo, mentre quello in trattamento con placebo aveva perso una media di 2,8 ± 6,5 kg (con una differenza di -5,6 kg; IC95% da -6,0 a -5,1; p <0,001). Un totale di 63,2% dei pazienti nel gruppo con liraglutide rispetto al 27,1% nel gruppo con placebo aveva perso almeno il 5% del peso corporeo (p <0,001), e il 33,1 e il 10,6%, rispettivamente, aveva perso più del 10% del peso iniziale (p <0,001). Inoltre, come era lecito attendersi, si è evidenziata una maggiore riduzione dell’emoglobina glicata, della glicemia e dell’insulinemia a digiuno, oltre che un miglioramento dei parametri rilevati dopo OGTT, soprattutto nei pazienti con condizione di prediabete. Infine, al termine delle 56 settimane i pazienti in trattamento con liraglutide avevano una prevalenza decisamente più bassa di prediabete rispetto al gruppo placebo. Gli eventi avversi più frequentemente riportati dai pazienti in trattamento con liraglutide sono stati di entità lieve-moderata, quali nausea e diarrea. Eventi gravi si sono verificati nel 6,2% dei pazienti nel gruppo liraglutide e nel 5,0% dei pazienti nel gruppo placebo (i più frequenti: colelitiasi e colecistiti, pancreatiti); 3 pazienti sono morti, uno nel gruppo liraglutide (morte per complicanze da cardiopatia ipertensiva) e 2 nel gruppo placebo (uno per fibrosi polmonare e uno per arresto cardiorespiratorio).

In conclusione, la somministrazione liraglutide 3 mg, in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico, è associata ad una riduzione ponderale significativa e al miglioramento dei parametri di controllo metabolico.

 

N Engl J Med 2015;373:11-22

Pubmed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.