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Vantaggi per il diabete mellito tipo 2 mediante l’interruzione della posizione seduta prolungata con brevi camminate o semplice attività di resistenza

A cura di Sara Colarusso

22 luglio 2016 (Gruppo ComunicAzione) –Le evidenze scientifiche confermano che brevi interruzionidella posizione seduta sono favorevolmente associate con un miglior profilo di rischio cardiometabolico, tramite azioni positive sul metabolismo postprandiale. Pochi sono però aoggi gli studi sperimentali che hanno individuato le modalità ottimali con cui svolgere dellebrevi attività durante la posizione seduta, con un risultante significativo beneficio clinico e metabolico.

In un recente studio australiano randomizzato crossover, pubblicato su Diabetes Care, Paddy C. Dempsey e coll.hanno indagato gli effettidell’interruzione della posizione seduta prolungata con brevi camminate (BC) o semplici attività di resistenza (SAR) sui marcatori di rischio cardiometabolico postprandiali negli adulti con diabete tipo 2 (DM2).

Nello studio sono stati inclusi 24 adulti inattivi in sovrappeso/obesi con DM2 (14 uomini e 10 donne, età 62 ± 6 anni, BMI 33±3,4kg/m2 , HbA1c7,2±0,7%, durata del diabete6,8±5,1anni), randomizzatiauno dei seguenti schemi per 8 ore su 3 giorni separati (con 6-14 giorni di washout): seduti ininterrottamente (controllo) (SI); seduti più episodi di 3 min di BC (3,2 km x h-1) ogni 30 minuti; seduti più episodi di 3 min di SAR (accovacciamento, sollevamento del polpaccio, contrazione dei gluteie sollevamento del ginocchio) ogni 30 min. I partecipanti hanno consumato pasti standardizzati durante ogni condizione. Sono state calcolate e confrontate le aree incrementali sotto la curva (iAUC) per glucosio, insulina, C-peptide e trigliceridi per ogni fase.Entrambe le condizioni di interruzione (BC e SRA) rispetto allo schema SI hanno attenuato in modo significativo (p<0,001) le risposte postprandiali di glucosio, insulina e C-peptide, senza nessuna sostanziale differenza fra le due modalità, eccetto che per la iAUC dei trigliceridi,che è risultata significativamente ridotta per SAR ma non per BC. Pertanto,alla luce della dilagante sedentarietà e delle difficoltà oggettive nell’aderenza a programmi strutturati di attività motoria, gli schemi proposti dagli autori in questo studio rappresentano delle nuove einteressanti modalità pratiche e strategiche per invitare i pazienti a ridurre il proprio tempo sedentario, trovando facile applicabilità nei più svariati contesti eambienti, oltre ogni tipo di abilità fisica, mezzo o risorsa economica.

Gli effetti metabolici acuti delle descritte modalità di movimento potrebbero dunque essere di beneficio nel ridurre il rischio delle complicazioni del DM2 e nel modificare il rischio cardiovascolare; l’efficacia e sostenibilità di tale approccio necessita ad ogni modo di ulteriori analisi e approfondimenti con studi clinici più ampi e di maggiore durata.

 

Diabetes Care 2016;39:964-972

PubMed


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