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Effetto del saxagliptin sugli outcome renali nello studio SAVOR-TIMI 53

A cura di Sara Colarusso

20 marzo 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Fra i molteplici e ancora misconosciuti effetti degli inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP-4), di indubbio valore e attenzione scientifica è quello protettivo nei confronti della nefropatia diabetica.

Di recente, Offri Mosenzon (Gerusalemme, Israele) e coll. hanno pubblicato sulla rivista scientifica Diabetes Care gli interessanti risultati riguardo l’impatto nefrologico di saxagliptin osservati nell’ambito dello studio Saxagliptin Assessment of Vascular Outcomes Recorded in Patients with Diabetes Mellitus Thrombolysis in Myocardial Infarction 53 (SAVOR-TIMI 53).

L’osservazione è stata fatta su 16.492 pazienti con diabete mellito tipo 2, randomizzati a saxagliptin rispetto al placebo e seguiti per una media di 2,1 anni.

Di questi, al basale il 58,8% aveva normoalbuminuria (rapporto albuminuria/creatininuria [ACR] <30 mg/g), il 26,8% microalbuminuria (ACR 30-300 mg/g) e il 9,9% macroalbuminuria (ACR >300 mg/g).

Nel gruppo randomizzato a saxagliptin è stato riscontrato un miglioramento e/o un minore deterioramento nelle categorie ACR dal basale al termine dello studio (BTS) (p = 0,021; p <0,001 e p = 0,049, rispettivamente per gli individui con normoalbuminuria, microalbuminuria e macroalbuminuria al basale).

A 2 anni, la differenza di cambiamento medio di ACR tra i bracci saxagliptin e placebo era -19,3 mg/g (p = 0,033) per velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) >50 ml/min/superficie corporea per 1,73 m2 (BSA), -105 mg/g (p = 0,011) per 50 ≥ eGFR ≥ 30 ml/min/BSA e -245,2 mg/g (p = 0,086) per eGFR <30 ml/min/BSA.

Quando ACR è stata analizzata come variabile continua si è osservata una riduzione di ACR con saxagliptin (1 anno; p <0,0001, 2 anni, p = 0,0143; BTS, p = 0,0158). La variazione di ACR non correlava con quella di HbA1c (r = 0,041, 0,052 e 0,036, rispettivamente a 1 anno, 2 anni e BTS). Il cambiamento di eGFR è risultato simile nei gruppi saxagliptin e placebo.

Gli outcome renali di sicurezza, tra cui il raddoppio della creatinina sierica, l’inizio della dialisi cronica, il trapianto renale o la creatinina sierica >6,0 mg/dl, sono stati simili.

In conclusione, gli autori sottolineano che il trattamento con saxagliptin ha migliorato ACR, anche nel gruppo dei normoalbuminurici, senza influenzare l’eGFR, confermando peraltro che l’effetto benefico del saxagliptin sull’albuminuria non può essere spiegato esclusivamente dal suo effetto sul controllo glicemico.


Diabetes Care 2016;40(1):69-76

PubMed


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