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Outcome cardiovascolari associati all’utilizzo di canagliflozin verso altri farmaci ipoglicemizzanti: evidenze da uno studio di coorte

A cura di Sara Colarusso

19 febbraio 2018 (Gruppo ComunicAzione) – La malattia cardiovascolare (MCV) è nota causa di mortalità e morbilità nei pazienti con diabete mellito tipo 2 (DMT2), in cui è maggiore anche il tasso di ospedalizzazione e mortalità per scompenso cardiaco.

Gli studi di intervento con farmaci ipoglicemizzanti noti non hanno apportato evidenze di benefici in termini di outcome CV. La nuova classe di farmaci antidiabetici, gli inibitori di SGLT2 (SGLT2i), si è dimostrata una valida opportunità per il miglioramento del compenso glicemico, con molteplici effetti addizionali, quali calo ponderale, riduzione della pressione arteriosa, con conseguenti dimostrati effetti significativi sugli outcome CV. Gli studi EMPA-REG e CANVAS hanno dimostrato una riduzione dell’ospedalizzazione per scompenso cardiaco del 35 e del 33% rispettivamente, con una riduzione del 14% del rischio di endpoint CV composito. I meccanismi alla base della correlazione fra l’impiego degli SGLT2i e tali benefici non sono ancora stati chiariti.

Un recente studio statunitense condotto da Elisabetta Patorno (Div. of Pharmacoepidemiology and Pharmacoeconomics, Dept, of Medicine, Brigham and Women’s Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA; USA) e coll. pubblicato sulla rivista BMJ, ha confrontato in modo diretto canagliflozin (CANA) e altri farmaci ipoglicemizzanti utilizzati nella comune pratica clinica in coorti di pazienti con DMT2 in relazione al rischio di scompenso cardiaco e altri outcome CV.
Sono state selezionate tre coorti di pazienti con DMT2, “matchate” secondo il propensity score, osservate retrospettivamente per un periodo di circa 2,5 anni, per un totale di 224.999 soggetti avviati a terapia con CANA o un comparatore attivo, quali inibitori di DPP-4 (DPP-4i), agonisti del recettore del GLP-1 (GLP1-RA) e sulfoniluree (SU).

Outcome primari sono stati l’ospedalizzazione per scompenso cardiaco e un endpoint composito CV (ospedalizzazione per infarto miocardico, ictus ischemico o emorragico).

Nel follow-up di 30 mesi, il ricovero per scompenso cardiaco è stato significativamente inferiore nei gruppi di pazienti trattati con CANA (HR 0,7 vs. DPP4-i, 0,61 vs. GLP1-RA, 0,51 vs. SU); senza alcuna differenza per l’incidenza dell’endpoint composito. Anche dopo analisi multivariata per valori di emoglobina glicata e presenza o meno di MCV nota i risultati non si sono modificati.

Gli autori concludono che il loro ampio studio randomizzato retrospettivo ha il merito di aver confrontato una gliflozina con altri farmaci di uso comune nel trattamento del diabete, dimostrando un notevole beneficio nell’impiego di CANA vs. i comparatori nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e in un tempo relativamente breve, in linea con i risultati dei grandi trial clinici EMPA-REG e CANVAS. Saranno necessari ulteriori studi simili per individuare le specifiche caratteristiche per un impiego efficace, sicuro e protettivo di tali farmaci nella popolazione diabetica.


BMJ 2018;360:k119

PubMed


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